In questi giorni di “Cosmopolitica” stiamo ricevendo decine e decine di contributi scritti, che si sommano agli interventi che si susseguono nei tavoli, nei laboratori, nelle plenarie.
È il segno di un bisogno – tenuto evidentemente chiuso per tanti mesi – di discutere, di confrontarsi, di partecipare attivamente a un processo di costruzione di un nuovo campo della sinistra italiana, finalmente all’altezza delle necessità che la fase ci impone.
Tra i tanti testi, ne scelgo uno, che potete trovare qui.
Perché è un testo pulito, che vale per quello che dice, non per quello che pretende tra le righe.
Dice che la Sinistra o riparte da una piattaforma di mobilitazione e rivendicazione intorno al tema del diritto allo studio e all’accesso all’istruzione oppure non riparte, non si mette in moto, non è.
Dice che l’Italia e il governo Renzi – e quindi questo Partito democratico – investono poco, pochissimo, in Università, ricerca e formazione. Che si accontentano di un sistema produttivo invecchiato, a scarso contenuto di conoscenza e di innovazione.
Dice che le borse di studio vengono assegnate male ed erogate ancora peggio.
Che gli Atenei che impongono il numero chiuso sono sempre di più e che il tasso di dispersione scolastica aumenta.
Nel frattempo, la Sinistra parla di altro: chiacchiera di una nuova società della conoscenza e dell’immateriale mentre il diritto allo studio – la possibilità concreta di accedere agli studi, di comprare i libri, di pagare i trasporti, di pagare le rette – viene negato a strati sempre più ampi di popolazione.
Ecco, noi vorremmo essere la Sinistra che torna a fare le cose semplici. Ad avere un rapporto chiaro e preciso con i sindacati studenteschi.
Noi ricostruiamo il partito, ovunque. E sappiamo che abbiamo amici, compagni, alleati, compagni di viaggio in tutta Italia. Nel riconoscerlo siamo già un po’ più forti.
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