Leggere Ernesto Galli della Loggia e i suoi editoriali del Corsera è sempre istruttivo. Questa volta è indispensabile per capire cosa ha in testa la grande borghesia italiana o quantomeno una sua parte, rilevante e consistente. Galli della Loggia scrive così: “E’ un fatto: la Germania ha una naturale spinta a primeggiare – e di gran lunga – su tutti gli altri Paesi dell’area continentale […] La spinta tedesca al primato nell’Unione Europea ha un che di inevitabile. Appartengono infatti alla Germania la popolazione più numerosa, le esportazioni più cospicue, l’economia più forte sostenuta da un’alta produttività, la tecnologia e la ricerca tra le più avanzate, strettissimi legami linguistici e/o culturali e quindi di influenza con numerosi altri Paesi; infine essa possiede una posizione geografica che la proietta immediatamente verso Oriente, fino alla Russia, con funzioni di naturale economia-guida se non di vera e propria leadership culturale”. Poche righe più tardi, entrando nel merito delle attuali scelte di politica economica della Germania, individua un limite e offre un suggerimento: il limite è quello di avere ridotto questa “spinta naturale” al primato all’esercizio di un puro e semplice “dominio”. Il suggerimento – prendendo in prestito Gramsci, a dimostrazione che i nostri avversari ci leggono e studiano – è quello di trasformare questa aspirazione al dominio in una pratica egemonica. Solo così, attraverso la “capacità di costruire un’egemonia”, la Germania potrà imporre la propria leadership, mettere in campo una grande progettualità politica ed esigere il “rispetto delle regole”.
Non so a voi, ma tutto questo a me colpisce, fa riflettere perché tradisce il carattere di fondo della grande borghesia italiana: da sempre subalterna, prona, giustificazionista al limite del collaborazionismo. E allora attrezziamoci anche noi, invece che costruire la nostra identità sul battutismo facile, sulle frasi a effetto, sugli spot elettorali.
Prendiamo sul serio questa sfida e proviamo a mettere in campo una nostra alternativa che sia il frutto di un progetto culturale autonomo. Io penso che quest’alternativa passi anche dal rovesciamento del paradigma contenuto nell’editoriale di Galli della Loggia. Che Europa vogliamo? E quale idea di Europa suggeriamo a un nuovo patto tra le forze produttive del Paese? Forse è il tempo che si inizi a pensare a un’Europa con il baricentro più basso, che guardi senz’altro a nord e alla cultura mitteleuropea ma anche a sud, al Mediterraneo, ai ponti da gettare verso l’Africa e il Medio Oriente. E che guardi non più e non soltanto a ovest, agli Usa e alla cultura anglosassone ma anche e in primo luogo ad est, non certo nei termini di un nuovo Lebensraum da occupare (come le parole di Galli della Loggia indicano, consapevolmente o meno) ma come base dello sviluppo di un nuovo multipolarismo, con nuovi attori, nuovi poteri, nuove culture. Discutere di tutto questo, ora, è senz’altro impopolare. Ma è possibile?
In effetti figura 11 ma sono 13.
Infatti adesso sono riapparsi e figura “11 commenti”; prima figurava : “6 commenti”.
6, più due nuovi miei, più la tua gentile risposta, più i due che erano scomparsi, totale 11. Conquesto figurerà 12 più una tua eventuale,gentile, nuova risposta, 13.
Abbiamo quadrato: ma che era accaduto? Per curiosità.
Forse non dovevo nominare la famosa marca automobilistica? Ma sono fatti appurati, quindi..
Non credo nessuno possa opporre cause o altro..
Adesso uno dei mei commenti dell’ 8.11.2016 è ricomparso ma comunque mancano delle cose che avevo scritto riguardo alle Banche tedesche che si sono salvate con soldi pubblici prima che ciò venisse vietato agli altri Paesi dell’Euro ed altre considerazioni sulla Germania ed il suo operato, la mia impressione che abbia risolto il problema economico della riunificazione tra est e ovest a spese dell’euro, e altro.
Non ricordo ora se si tratta di due miei commenti distinti.
Non trovo il mio commento postato l’8.11.2016 sulla Germania, l’euro e i riflessi della situazione di un euro siffatto sui più deboli; più deboli che sono poi, o dovrebbero essere, il punto di arrivo finale da difendere da qualsiasi forza che si definisca di sinistra. Per questo, consideravo, che di destra è lasciare alla destra l’egemonia dell’anti euro (non dell’anti Europa) quando l’euro si dimostra in realtà incapace di svolgere il ruolo per cui era stato concepito ma diviene di fatto una guerra commerciale combattuta tra i Paesi che lo compongono.
A pagare le spese di questa guerra, dicevo, sono per l’appunto i più deboli.
Specificavo anche che i motivi, su esposti (e che nulla hanno a che fare con migrazione e razzismo), sono diversi dai motivi che porta avanti la destra nella sua lotta all’euro.
Chi non vuol vedere questo non vuol vedere la realtà; e una forza politica che non vuol vedere la realtà e indirizzarsi nel risolvere un problema, se risolvibile, non può definirsi utile allo scopo per cui nasce e lotta.
Bene, anzi, male:
il mio commento era pacato, educato, in parte intendeva rispondere a Michele, ed era l’espressione del mio pensiero convinto in merito all’euro.
Non mi sembrava di offendere nessuno ma solo di riportare dati di fatto che, comunque, se errati, potevano esser contestati.
Il mio commento non appare più:
1) c’è stato un disguido tecnico?
2) sono io che non lo vedo per imperizia cibernetica?
3) non piaceva e non coincideva con la linea di chi gestisce il sito?
Temo forse il caso 3?
Se così fosse non ripristinatelo perché, comunque, non visiterò più il sito.
Se invece non è così e non è stata censura (in effetti mi sembra impossibile ed incredibile) mi scuso fin d’ora ed autorizzo a inviarmi una e mail di spiegazione (tanto appare).
Altrimenti rimuovete la mia e mail dalla mailing list.
Saluti di sinistra.
Come vedi ci sono tutti!
Esattamente, più un dominio.
Io ero contrario all’ingresso nell’euro ma ci è stato imposto senza possibilità di scelta da parte degli elettori che, evidentemente, avevano, in maggioranza, scelto, secondo il mio punto di vista, male i loro rappresentanti.
Non credo assolutamente nella possibilità di una Europa dei popoli e delle culture come decantata dai suoi fautori ma, anzi, ho più l’impressione di una guerra fredda commerciale di vari Paesi che cercano di arricchirsi l’uno a spese dell’altro, anche con regole che boicottino le potenzialità economiche di altri Paesi; in genere del Sud; altro che poppare gratis i soldi del Nord da parte dei Paesi del Sud, come dice Michele. Io ho l’impressione che accada l’incontrario.
Comunque sia, io direi che, anche per smetterla di dare l’impressione di poppare gratis uno dall’altro, sarebbe ora che ognuno si riprendesse la sua Sovranità nazionale, la sua egemonia politica, economica, sociale, e la sua moneta, per poter far le scelte economiche, di stato sociale, culturale, politiche desiderate e prendersi le relative responsabilità sia in caso vadano bene sia in caso contrario.
Sarebbe la fine di una diatriba distruttiva di forze ed energie il cui scotto pagano i cittadini; e sempre i più deboli.
E adesso spunterà qualcuno a dire che è un discorso di destra; gli rispondo subito dicendo che, di destra, è l’ignavia di chi lascia alla destra l’egemonia dell’anti euro (non anti europeismo); perché i motivi per cui io ce l’ho con l’euro non sono certo gli stessi portai avanti dalla destra.
P.S. Mi scuso, nei commenti precedenti, per errore, avevo scritto male l’e mail.
Il miocommento sulle pensioni sembra non entrarci niente col post!
Ma, forse, non è così.
Non è all’Euro, ovvero alla Germania, che, “qualcuno” (potrei fare i nomi di persone e associazioni supposte – c’è anche il doppio senso – ma preferisco non correre il rischio di querele), qualcuno, ripeto, io ho l’impressione , che abbia chiesto all’Euro di chiederci cosa voleva sentirsi chiedere dall’Euro?
Ovvero, distruggere DIRITTI, sogni, progetti, e la vita, delle persone per bene, di tanti lavoratori che non hanno fatto altro che lavorare e strapagare tutto quanto poi definito “caramelle”?
Quelle caramelle che erano la certezza DOVUTA PER DIRITTO STRAPAGATO di una pensione ad una certa data, e di un TFR ad una certa data, e non congelato, con cui pagare parte del mutuo o realizzare un progetto desiderato per decenni, quelle caramelle che erano vivere in pace un bel po’ di anni prima della morte e non solo pochi, maledetti e in povertà, anni di ansia e paura prima della morte?
Quelle caramelle che erano il sogno di realizzare, finalmente, un progetto desiderato per tanto tempo e che è svanito come una bolla di sapone grazie ai desiderata di lobbies nostrane ed europee e mondiali..
Quelle caramelle che ci erano dovute PER DIRITTO PER I NOSTRI CONTRIBUTI PAGATI E PER LE NOSTRE FATICHE CON CUI CI SIAMO SPEZZATI LA SCHIENA E LA MENTE PER DECENNI E CHE POI, IMPROVVISAMENTE, CI E’ STATO DETTO, ANCORA UNA VOLTA, PERCHE’ NON ERA LA PRIMA: “ANCORA NON BASTA, CONTINUATE A PAGARE E A LAVORARE VOI E SEMPRE VOI, PERCHE’ I SIGNORI DEI RICCHI CIRCOLI ESCLUSIVI VOGLIONO ARRICCHIRSI ANCORA DI PIU’ SULLA VOSTRA PELLE E I VOSTRI DIRITTI; CREPATE PURE SUL LAVORO, TANTO MEGLIO.. UNA PENSIONE RISPARMIATA!
La mia impressione è che i Governi, considerando ormai i contributi INPS dei lavoratori, nonché il loro TFR (forse per questo la gestione del TFR è stata tolta ai datori di lavoro e ceduta all’INPS?, in previsione del congelarlo?) un salvadanaio (nell’ottica del non esistono diritti), non vedono altra soluzione che far pagare contributi per una pensione pubblica ormai aleatoria e invitare i lavoratori a pagarsi una pensione privata (o integrativa che sia); così si paga due per avere uno? Forse.. Uhm.. delle assicurazioni private ci si fida?
C’è anche chi invita a farsi la “terza gamba”, altra pensione integrativa (integrativa di cosa?), usando il TFR: geniale! Ti fregano la pensione e tu te la paghi col TFR, soldi tuoi. A questo punto sorge il dubbio che, se ti dovessero fregare anche il TFR, ti inviterebbero a pagarti il TFR con cui pagarti la pensione integrativa coi soldi, se ce li hai, del tuo conto corrente in banca; e, se ti fregano i soldi del tuo conto corrente in banca col bailin, ti inviteranno a fare un mutuo (per pagarti i soldi fregati in banca col bailin?) con cui pagarti il tuo TFR fregato, per pagarti la tua previdenza integrativa di quella pubblica che ti hanno fregato?
Ma che si pagano a fare i contributi?
Sono italo-tedesco e lavoro in Italianper un’azienda tedesca. Detto questo, la mia impressione su tutti questi dibattiti sull’egemonia tedesca si riassumono in poche righe:
il meridione italiano é riuscito a imbrigliare il Nord in senso lato in una prigione di assistenzialismo forzato. La Sicilia spende soli che non ha e invoca la “soldiarietá” che io considero ladrocinio. Ora, su scala europea, il giochino si ripete. Il Sud europeo, caratterizzato da una mentalitá fondamentalmente truffaldina, vuole poppare a gratis i soldi del Nord europa, in nome di un’europa dei popoli..io spero vivamente che questo schema parassitario non si ripeta, anzi spero che qualcuno cominci a pensare seriamente ad “Sicilexit” o “Calabrexit”, perché detto fuori dai denti, queste regioni sono irrecuperabili.
Dimenticavo: e poi, forse, ti fanno pagare una assicurazione per garantirsi del mutuo (per pagarti i soldi fregati in banca col bailin?) con cui pagarti il tuo TFR fregato, per pagarti la tua previdenza integrativa di quella pubblica che ti hanno fregato?
Poi dovrai fare un mutuo per pagarti l’assicurazione sul mutuo (per pagarti i soldi fregati in banca col bailin?) con cui pagarti il tuo TFR fregato, per pagarti la tua previdenza integrativa di quella pubblica che ti hanno fregato?
Caro Michele,
per essere chiari, almeno la mia pensione me la sono strapagata e non c’è niente di “truffaldino” nel percepirla dato che ho versato, strapagandola, i contributi per decenni; contributi, peraltro, versati da un’Azienda che versa molto rispetto ad altre per i suoi impiegati.
Sto poppando solo i soldi che ho versato, anzi, che non ho mai visto e sono stati versati secondo le leggi vigenti, per anni ogni mese e non sto truffando nessuno; semmai chi potrebbe lamentarsi è chi, proprio perché ce lo chiedeva l’euro, Germania, probabilmente, in primis, si è visto violare unilateralmente da parte dello Stato (che dovrebbe essere il primo garante del diritto, vista la sua delicata posizione di immagine istituzionale) un contratto in corso d’opera, senza possibilità di diritto di recesso e restituzione di quanto versato finora più gli interessi (come previsto per i contratti tra privati in Italia, negli altri Paesi democratici immagino pure), vedendosi aumentare di sette anni l’età pensionabile, in alcuni casi; sette anni che continuano ad aumentare per effetto della altra penalizzazione per aumentata aspettativa di vita che scatta ogni anno ed è malus malus (ovvero può solo salire e non scendere), con l’aggiunta di aver portato tutti a sistema contributivo, molto più penalizzante rispetto al retributivo che, giustamente, teneva conto di un qualcosa che potrebbe essere paragonato agli interessi che, come per le banche e le finanziarie, andrebbero pagati a chi per decine di anni, presta soldi; nello specifico allo Stato.
In più è stato congelato il TFR, che sono soldi tuoi accantonati e che spetterebbero immediatamente il giorno dopo il licenziamento o la pensione, proprio perché tuoi, e proprio perché nati con lo scopo preciso di sostentare il lavoratore, o ex lavoratore, fintantoché trovi un altro lavoro o inizi a percepire la pensione che, come sai, in genere non viene erogata immediatamente il mese dopo. Quindi è anche stato violato il principio per cui il TFR era nato.
Non so se tu consideri pensioni e TFR assistenzialismo e , se così fosse, ti sbagli di grosso; anche perché non sono poppate a nessuno ma restituzione di soldi che i lavoratori prestano allo Stato, all’INPS, per poi averli indietro.. forse, ormai occorre dire. Da non confondere con la dovuta assistenza che ogni Paese ha e che dovrebbe, in Italia, essere separata dall’INPS e fatta pagare alla fiscalità generale e non ai soldi che i lavoratori si versano per la LORO pensione.
In Germania non c’è, la pensione e l’assistenza agli incapienti?
Quindi non capisco dove tu veda il poppare ai Paesi del Nord Europa che, invece, hanno dato la possibilità, col bailin, alle banche, di poppare i soldi dei correntisti per salvarsi da un eventuale fallimento.
Dopo aver salvato le banche tedesche con centinaia di miliardi pubblici.
Parli di parassitismo e di poppare ai Paesi del Nord ma non spieghi in che modo.
Dovresti documentare le tue argomentazioni.
Oggionni, uno che non ha mai relazionato sui risultati da responsabile dei Giovani Comunisti, e che pontifica dicendo sempre le stesse cose, senza mai combinare nulla.
Ma Juri, ma fai il bravo, torna a spammare nel blog di Grassi o in quello di rifondazione. A chi avrebbe dovuto relazionare? A te e agli altri vecchi tromboni come te, astiosi e ignoranti, magari? quanto al fatto che non combina nulla… a me sembra che sia della segreteria nazionale di Sel e si parla di lui come uno dei possibili “giovani leader” del nuovo soggetto. e tu invece cosa fai? quanti iscritti ha rifondazione? 5500? dai, su, fai il bravo.
Io ho l’impressione, invece, che la Germania abbia fatto pagare il costo della riunificazione tra Germania est ed Ovest all’Europa; o, meglio, all’euro.
Peraltro, se non sbaglio, alla Germani sno stati abbonati i debiti di guerra e.. poi.. la multa miliardaria per le centraline che segnavano il falso delle emissioni nocive, delle Volkswagen, è arrivata?
La Germania ha prima risanato con centinaia di miliardi di euro di Stato le sue banche e poi è stata fatta la regola che l’Italia e gli altri Paesi non possono farlo..
Il buon Ernesto vive sovente di autocompiacimento; forse anche perché ha un tono talmente convincente che i suoi discorsi -puntualmente ben confezionati…- paiono densi profondi e fondati anche quando, come in questo caso, lo sono assai poco.
La dotta distinzione tra dominio ed egemonia è discutibile – ed ancor più “discutibile” è l’opportunità di fondare un discorso su qualcosa di discutibile…
Il passo in cui si osserva lo scarso tasso di teutonicità riscontrabile tra le bevande analcoliche più consumate e tra i romanzi gialli noti in tutto il mondo, completa il quadro di vuota eleganza.
La notizia più triste risiede nel fatto che se questo non è il meglio che l’Italia può esibire oggi, poco ci manca.
Buona fortuna a Ernesto. Buona fortuna a tutti noi.
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Allora diciamo che mi ero confuso e che questo mio commento può essere tolto e sostituito con questo rivisto, così stiamo tutti più tranquilli, soprattutto io (grazie):
Io ho l’impressione, invece, che la Germania abbia fatto pagare il costo della riunificazione tra Germania est ed Ovest all’Europa; o, meglio, all’euro.
Peraltro, se non sbaglio, alla Germania sono stati abbonati i debiti di guerra e.. poi.. la multa miliardaria per le centraline che segnavano errate le emissioni nocive, di alcune auto a marchio tedesco (erroneamente avevo scritto una marca determinata, per errore indotto per averlo letto sui giornali, ma era un’altra marca che non ricordo e mi scuso con quella che avevo nominato).
La Germania ha prima risanato con centinaia di miliardi di euro di Stato le sue banche e poi è stata fatta la regola che l’Italia e gli altri Paesi non possono farlo..