Se c’è una cosa certa in questa piovosa fine estate è la distanza tra ciò di cui discute pubblicamente buona parte della sinistra e ciò di cui dovrebbe invece occuparsi.
Primarie, Udc, Renzi-Bersani-Vendola, fascisti e sfascisti, Grillo (insultante più che parlante) e Pinocchio (Monti, che ci vuole far bere la favola della crisi ormai alle spalle). E in molti, a ruota, a commentare le dichiarazioni, i comunicati stampa, le interviste.
Poi c’è il mondo reale. Che racconta altre storie, almeno tre.
La prima storia è la lotta dei minatori sardi, che fa notizia soltanto quando e perché i lavoratori scelgono forme di denuncia estreme: si tagliano le vene, si gettano in mare, minacciano di fare saltare la miniera con il tritolo. Ma la lotta dei minatori (mestiere nobile e antico, paradigma del lavoro operaio, della fatica di un mondo salariato che – va detto ai troppi che anche a sinistra negli ultimi anni lo avevano dato per scomparso – conta nella sola industria italiana oltre sei milioni di occupati) ha un senso e un valore generale. Riassume il disastro industriale del nostro Paese, il dramma della crisi e la necessità di mobilitare i lavoratori compattamente, con un progetto sindacale e politico serio, con un’idea strategica rispetto all’apparato industriale nazionale. Parla non solo di Alcoa e Carbonsulcis ma anche di Merloni, Eletrolux, Fincantieri, delle Acciaierie Lucchini, di Natuzzi, di Iribus, di Indesit, di Windjet. Parla dell’Ilva di Taranto e della dignità di chi, dentro la fabbrica, sa bene sulla sua pelle quanto sia importante (vitale) lavorare e produrre in condizioni di sicurezza, senza inquinarsi i polmoni con cui respira, l’acqua, i terreni.
La seconda storia avviene in provincia di Vicenza. Nei giorni scorsi i comandi dell’esercito Usa hanno fatto sapere di voler ristrutturare la base di Longare (la base Pluto) per costruirvi un nuovo centro di addestramento collegato alle caserme Ederle e Dal Molin. A nulla è valsa, fino ad oggi, la contrarietà manifestata dalle istituzioni locali al Presidente della Repubblica italiana che, evidentemente, è molto più interessato a sostenere giorno dopo giorno il governo e al tema delle intercettazioni che non a difendere la sovranità nazionale dall’arroganza americana che considera interi pezzi di territorio italiano di sua proprietà. E, come si sa, i padroni di casa fanno dentro le mura domestiche quello che pare a loro. Peccato che in quelle mura si prepari la guerra, si addestrino soldati, atterrino e decollino aerei impegnati in questi anni in missioni infami, dall’Afghanistan all’Iraq, dalla Somalia all’Uganda.
Ecco: una sinistra che non inizi a mobilitarsi contro i nuovi lavori alla base Pluto e, complessivamente, per l’eliminazione delle basi militari Usa e Nato dal nostro territorio è semplicemente una sinistra inutile e sconnessa dal mondo. Noi proponiamo ai movimenti e alle forze politiche e sociali della sinistra di svolgere a Vicenza una manifestazione nazionale contro le basi e contro la guerra. La guerra in Siria c’è già, quella in Iran la stanno preparando.
La terza storia è a dire il vero già raccontata da molti. Carlo Maria Martini, cardinale e arcivescovo cattolico, è morto il 31 agosto. Vorrei mettere in relazione due elementi, pur non essendo cattolico. Il primo è la folla di piazza del Duomo di Milano che ha partecipato lunedì ai funerali e che nei giorni scorsi ha reso omaggio alla salma: un popolo grande, specchio di una parte importante e vera del nostro Paese. Il secondo elemento è l’ultima intervista di Martini, nella quale il cardinale dice a chiare lettere che la Chiesa è stanca, ingessata dai privilegi, dalla boria e dalla avidità del suo apparato burocratico. Martini cita il vescovo Romero, ucciso dalla dittatura militare di San Salvador nel 1980 (e al cui funerale, non casualmente, papa Giovanni Paolo II non volle prendere parte). Si rivolge al papa chiedendo alla Chiesa di riconoscere i propri errori e di percorrere un cammino “radicale di cambiamento”. Perché la Chiesa cattolica è “indietro di 200 anni”, incapace di leggere i cambiamenti della società, ferma ad una morale (anche sessuale!) dogmatica, proibizionista, discriminatoria.
Queste parole rappresentano una domanda alternativa al bigottismo ottuso e patriarcale delle gerarchie vaticane.
Quel popolo rappresenta una parte importante di questo Paese e delle sue classi popolari.
Penso che queste parole e quel popolo meritino tutto il nostro rispetto.
Gentili colleghi,
in allegato e di seguito trovate il volantino che verrà distribuito in 2000 copie stasera, dalle 21, alla festa dell’Unità di Bologna in occasione della presenza di Rosy Bindi e che denuncia le “bugie” della Presidente dei Partito Democratico in tema di matrimonio tra persone dello stesso sesso.
Il volantinaggio a tappeto è solo una delle forme di contestazione messe in campo stasera a Bologna dalle associazioni lgbt (Arcigay Il Cassero, Agedo, Famiglie Arcobaleno, Arcilesbica Bologna)
Resto a disposizione per qualsiasi necessità
Vincenzo Branà
3381350946
LE BUGIE DI ROSY BINDI
Rosy Bindi, in tema di unioni omosessuali, mente: dice che il matrimonio gay è vietato dalla nostra Carta costituzionale e che proprio la Corte costituzionale ha di recente ribadito questa lettura. SONO TUTTE BUGIE! La nostra Costituzione non vieta affatto il matrimonio tra persone dello stesso sesso, né mai la suprema corte si è pronunciata in questo senso.
In realtà:
1) Nel 2010 la Corte costituzionale con la sentenza numero 138 ha stabilito soltanto che non vi è l’obbligo di introdurre il matrimonio gay.
2) Secondo non pochi autorevoli giuristi la Corte costituzionale avrebbe ritenuto che il Parlamento è libero di aprire il matrimonio alle coppie gay.
3) La Costituzione non definisce in alcuna norma né la famiglia né il matrimonio e non parla mai di “uomo e donna”. Le parole “società naturale” non rimandano ad una nozione immobile di famiglia. Proprio la Cassazione ha concluso di recente che anche la stabile coppia gay rientra nella nozione di famiglia.
4) La Costituzione italiana non ha nulla di diverso dalle altre costituzioni occidentali. Non c’è la benché minima ragione per sostenere che la Costituzione italiana vieti ciò che è consentito nel resto del mondo occidentale. Le nostre tradizioni giuridiche e culturali sono molto simili a quelle spagnole o portoghesi, dove il matrimonio c’è ormai da anni.
5) D’altra parte, alla Corte costituzionale non è stato chiesto se la costituzione vieti il matrimonio gay. Non si capisce allora perché avrebbe dovuto rispondere ad una domanda non posta. La 138, inoltre, è una sentenza di rigetto e quindi non ha alcuna efficacia vincolante per il Parlamento.
6) In questo dibattito è intervenuta da ultimo la corte di cassazione (sentenza n° 4184 del 2012) che dopo una “attenta lettura” della sentenza 138 della Corte costituzionale, ne ha tratto espressamente la conclusione che il Parlamento “è libero di scegliere”.
7) In ogni caso, anche a seguire l’orientamento più conservatore (oggi disatteso dalla Cassazione), va detto che la Corte costituzionale ha cambiato spesso opinione in materia di famiglia – anche nel giro di due/tre anni! – seguendo l’evoluzione della società. Ad esempio, negli anni ’60 si era pronunciata a favore della punizione dell’infedeltà della sola moglie e non del marito e negli anni ’70 contro il diritto dei transessuali a cambiare sesso…. cambiando subito dopo opinione su impulso della parte più avanzata del Paese. Le forze progressiste avrebbero dovuto sedersi allora sulle prime decisioni della corte a fare il tifo per la discriminazione delle donne o dei transessuali?
8) Chi sostiene che bisognerebbe cambiare la Costituzione, avrebbe quantomeno l’onere di suggerire quale parola della Costituzione dovremmo cambiare.
Se l’onorevole Bindi (giunta alla sua sesta legislatura in Parlamento, per cui non più candidabile secondo lo statuto del Pd, che ferma il limite a TRE) vuole tirare in ballo la Costituzione, parta leggendo bene l’art. 3: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini , impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
Per il matrimonio tra persone dello stesso sesso, quindi, non è necessario cambiare la Costituzione, la verità è che basterebbe applicarla.
(Arcigay Il Cassero, Arcilesbica Bologna, Famiglie Arcobaleno, Agedo)
Complimenti per il tuo intervento di Livorno… sei sempre più bravo e più leader!
Concordo pienamente con le considerazioni politiche da Te svolte.
Sono certo che anche il nostro segretario pensi e dica in merito le stesse cose e sarebbe quindi opportuno che venga intanto avanzata subito dal PRC la proposta di un’iniziativa nazionale a Vicenza sulla gravissima questione della base Pluto e delle basi militari usa e Nato.
E’ molto importante, e conferma la giustezza della linea politica portata avanti giorno per giorno dal nostro partito, la formazione di un fronte di lotta unitario sui referendum presentati da IDV. Anche perché condizionerà le posizioni e le alleanze nelle prossime elezioni politiche generali.
Un caro saluto
Luigi ficarra (PRC Padova)
Grazie Compagno Simone. Articolo pubblicato.
Marco Piattelli
Grazie a te sempre,
Simone
Oggionni, su Carbosulcis e Alcoa hai qualche idea precisa? Ti consiglio di vedere la trasmissione “cominciamo bene” di mercoledi dove la De Micheli del Pd sosteneva il solito liberoscambismo di sinistra mentre il Prof. Brancaccio chiariva le condizioni di reale sostenibilita’ di quegli impianti produttivi. Dentro rifondazione domina ancora il liberoscambismo di sinistra o vi siete svegliati e siete pronti a parlare seriamente di politica industriale e di filiere? Saluti da un lavoratore sardo che un tempo vi votava.
Un pezzo di trasmissione su http://www.emilianobrancaccio.it
Bravo Simone. Una risorsa per tutti noi, una risorsa per il Prc.
Il Compagno Oggionni è il vero nuovo che avanza
Apprezzo molto questa apertura al mondo cattolico, molto intelligente e visti i tempi coraggiosa.