di Claudio Grassi e Simone Oggionni (pubblicato anche su www.claudiograssi.org)
Abbiamo letto l’appello di Luca Sappino e altri compagni per la costruzione di una “Cosa Seria”.
Ciò che ci convince è il significato profondo della proposta, e cioè la definizione di una coalizione unitaria della sinistra italiana per le prossime elezioni politiche. Con all’incirca – azzardiamo noi – le seguenti caratteristiche.
1. Una coalizione che sia sociale prima ancora che politica: che sia in grado cioè di raccogliere le realtà più dinamiche del conflitto emerse negli ultimi anni. Dai metalmeccanici che non chinano la testa di fronte ai ricatti della Fiat agli studenti dell’Onda, dalla straordinaria mobilitazione per l’acqua pubblica e contro il nucleare alle lotte contro le grandi opere inutili e dannose. Una coalizione sociale che metta in rete questi soggetti e punti a rappresentare (come in Italia non avviene da troppi anni) gli interessi dei vasti settori sociali che vivono a contatto, soggettivamente od oggettivamente, con le lotte e i conflitti.
2. Una coalizione che metta al centro il lavoro e, dopo l’ubriacatura ideologica del decennio passato, il bisogno di ricostruire un soggetto politico che miri a determinare e affermare diritti, salario, garanzie di coloro i quali vivono vendendo la propria forza lavoro.
3. Una coalizione che definisca, intorno a questo perno, un programma di governo muovendo dalle proposte indicate in questi mesi dai metalmeccanici della Fiom-Cgil. Non allusioni metafisiche o illusioni politiciste, ma risposte concrete a problemi drammaticamente concreti: un piano pubblico per l’occupazione (connesso ad un più generale rilancio dell’intervento pubblico in economia, per una vera politica industriale che preservi e rafforzi l’apparato produttivo del Paese), un salario minimo garantito, forme di reddito garantito per disoccupati e studenti, una tassazione patrimoniale ordinaria, una seria tassazione delle rendite e delle speculazioni finanziarie per ricostruire pezzo dopo pezzo lo Stato sociale disaggregato da vent’anni di manovre finanziarie privatizzatici.
4. Una coalizione che assuma impegni chiari sui diritti civili e di cittadinanza (in primo luogo dei migranti), sulle tematiche connesse alla questione di genere, sulle spese militari, sull’ambiente e sul modello di sviluppo, sulla cultura e l’antropologia di un Paese distrutto e da ricostruire, su di un’idea di Europa da salvaguardare e al contempo da riscrivere. Da questo punto di vista sarà decisiva la capacità di costruire relazioni stabili e iniziative di mobilitazione e di lotta a livello europeo, senza le quali ogni pratica politica e sociale sul piano nazionale rischia di risultare vana.
5. Una coalizione unitaria che deve proporsi di aggregare tutti coloro che sono oggi, da sinistra, all’opposizione del governo Monti e che, in coerenza con questo, condividono un programma anti-liberista.
In questo la scelta precisa delle interlocuzioni è essenziale.
La maggioranza del Partito democratico ha compiuto una scelta diversa. La Carta d’Intenti, pur affermando spunti condivisibili, contiene due impegni che vanno in una direzione molto diversa dal vostro (e nostro) progetto: gli obblighi di carattere internazionale assunti dall’Italia (si intendono gli obblighi economici con l’Europa, a partire dal fiscal compact, e quelli militari, a partire dalla presenza in Afghanistan) andranno rispettati anche dal prossimo governo; e nella prossima legislatura il governo nascerà in virtù di un patto con i moderati, e cioè con l’Udc e ciò che – eventualmente – essa dovesse aggregare intorno a sé.
Allo stesso tempo è verosimile, come sostiene l’appello, che esista una “parte consistente” del Pd che non condivide questo impianto e le sue conseguenze.
Si tratta di una contraddizione che – ne conveniamo – va valorizzata. Per farla emergere riteniamo indispensabile e prioritario unire tutta la sinistra che è oggi all’opposizione del governo Monti, chiedendo a ciascuno di fare le proprie scelte e di ipotizzare, sulla base dei propri convincimenti e dei propri programmi, le interlocuzioni e le alleanze conseguenti.
Per parte nostra, abbiamo bisogno di un atteggiamento unitario che, fino in fondo, si metta alla ricerca del confronto e del dialogo più ampio. Ma allo stesso tempo del coraggio di chi sceglie di porsi, senza ambiguità, in alternativa agli orientamenti prevalenti nel gruppo dirigente del Partito democratico, che ha scelto – ad oggi – tutta un’altra strada, traducendo la giusta ambizione al governo del Paese nell’obbligo di governare a qualunque costo e con qualsiasi tipo di alleanza.
Costruire una “Cosa Seria” è una cosa seria. Una grande ambizione che non deve farci perdere coraggio, coerenza e realismo. La realtà non è come vorremmo che fosse, ma precisamente come è. Almeno fino a che saremo stati in grado di cambiarla.
Sono d’accordo!
E tutto ciò in che relazione è con la crisi capitalistica strutturale e globale? e perchè non viene citata nemmeno per caso la violenza contro le donne, il femminicidio e il recente conflitto aperto dalla Corte europea contro la proposta di legge 40? e perchè non chiedere alla compagna Erminia Emprin di illustrare la questone, lei che la conosce bene? tra l’altro credo che le faccende riguardanti popolazione, riproduzione e rilancio della famiglia tradizionale non saranno affatto marginali nella campagna elettorale, si capisce già dalle elezioni americane, se addirittura l’arcivescovo di N.Y va alla convenzione repubblicana a benedire il candidato repubblicano, nemmeno cattolico, ma cristiano fondamentalista. ciao lidia
cara Lidia,
sono d’accordissimo, ma non capisco onestamente da cosa tu desuma un nostro disinteresse sull’argomento. Semplicemente abbiamo voluto interloquire con questi bravi compagni di Sel e dintorni, provando ad aprire contraddizioni e – questo lo rivendico – segnando una differenza con chi invece pensa, anche tra noi, che l’insulto e l’isolamento continuo producano effetti migliori rispetto al dialogo.
un abbraccio
Simone
La “cosa seria” in contrapposizione a “cosa nostra”, può essere un buon avvio, eviterei di enfatizzare, ormai troppe volte invece di riempire di contenuti politici la proposta, abbiamo fatto il tifo-Prodi 2006, L’Arcobaleno, Anche i ricchi piangono, Zapatero, etc…-pertanto sarei cauto e lavoriamo perchè abbia successo e verificheremo come andrà in Sicilia. Non vorrei che quando si entra nel nocciolo dei contenuti tutti i proclami, “gli oppositori del governo Monti- la lega”-gli spunti forniti dalle proposte FIOM etc… scemassero come purtroppo è già successo, in nome di alleanza più ampie-del personaggio Fava non c’è molto da fidarsi, non è l’uomo nuovo, vive di politica e non ha mai brillato per idee e acume.
La cosa seria va bene ma non vediamo la pelle prima di aver catturato l’animale.
Mirco Mosè Tincani
caro Mirco,
non vogliamo enfatizzare. Ritengo però sarebbe un errore rimanere nell’angolo, non entrare nelle contraddizioni che esistono nella sinistra e non cercare – pur con i nostri limiti – di indirizzare l’esito di scelte che, qualora fossero opposte a quelle che noi auspichiamo, ci condannerebbero alla residualità.
La Sicilia è un primo traguardo raggiunto. Ora c’è il referendum sull’articolo 18 sul quale raccoglieremo le firme insieme a Idv e Sel.
Un passo alla volta, nella direzione giusta!
un abbraccio,
Simone
Si sono d’accordo con te, un passo alla volta e la direzione è sicuramente quella giusta o più auspicabile
hasta siempre
Mirco
RITORNA LA TEORIA DELLE “DUE SINISTRE”
L’assemblea nazionale di SeL, svoltasi in gran fretta venerdì 31 Agosto, ha in sostanza sancito, attraverso un massiccio voto maggioritario, il ritorno alla non mai abbastanza criticata “teoria delle due sinistre” che i militanti di più lungo percorso politico ricorderanno senz’altro.
L’idea, espressa dal documento sortito dall’Assemblea di venerdì scorso, è, infatti, quella di una “delimitazione” a sinistra, proponendo per la stessa SeL un percorso interno a un’area a “vocazione governativa” per un nuovo centrosinistra collegato a un patto di ferro con il PD (unica eccezione la ricerca di un collegamento, in questa fase molto difficoltoso, con una forza come l’IDV della quale tutto si può dire meno che si tratti di un soggetto appartenente a una possibile area di sinistra).
Si chiude così, anche formalmente, l’ipotesi di un percorso di unità a sinistra, nelle sue diverse componenti, anche nella forma riduttiva di una presentazione elettorale comune, se non di proposta di nuova soggettività: SeL reclama, per intero, l’appartenenza a un altro campo, del resto già ben individuato da tempo nella scelta della forma della soggettività politica, identificata in quel “partito elettorale personale” imperniato sulla figura del leader, con attorno una “rete” di sostegno incondizionato che, poi, riverbera la stessa struttura a livello locale, accettando di fatto il meccanismo del “presidenzialismo – maggioritario”.
D’altro canto la valutazione di questa scelta va posta anche su di un altro piano, non posto in rilievo nel corso dei lavori della già più volte citata Assemblea: quello del diritto di cittadinanza all’interno del sistema politico – istituzionale.
E’ evidente come, in particolare attraverso il dibattito in corso sulla modifica della legge elettorale (dibattito emblematico del punto di caduta al quale è pervenuto l’intero quadro politico oggi presente in Parlamento) e nell’accentuarsi del meccanismo presidenzialista(enfatizzato dalla vicenda “intercettazioni” da qualsiasi lato la si voglia osservare) e dell’affermazione della cosiddetta “democrazia di competenza” in luogo della “democrazia rappresentativa” (un fenomeno sul quale sono intervenuti con puntualità Ilvo Diamanti e Nadia Urbinati) i tre partiti che sostengono il governo dei “tecnici” si stanno muovendo sul terreno del “partito di cartello”, quella formula particolare attraverso la quale si tende, attraverso la formulazione di apposite norme in particolare in materia elettorale, di impedire a nuovi soggetti di entrare a pieno titolo nell’arena politica (o perlomeno, a limitarne l’impatto).
E’ questo il significato insito nelle proposte di premi di maggioranza (al partito, e non alla coalizione: e sarà questo un particolare non indifferente per definire certe strategie), soglie di sbarramento, listini bloccati.
Meccanismi che possono essere aggirati soltanto attraverso un rapporto diretto con uno dei soggetti protagonisti, appunto, del cosiddetto “partito di cartello”, al di là della proclamata autonomia politico-culturale di cui dovrebbero disporre tutti i soggetti organizzati in campo.
L’obiettivo, nello specifico del “caso italiano” di questi tempi è chiaro: quello di fare in modo che, comunque, il governo dei tecnici in una qualche forma (la più possibile vicina all’attuale) resti in sella per proseguire nel suo lavoro di demolizione di ciò che resta, all’interno della crisi, di coesione sociale nel Paese.
Così le due “sinistre”: o perlomeno una presunta sinistra collocata, nel campo, appunto del “partito di cartello” (di cui beninteso fa parte anche la Lega Nord, che a proposito di soglie di sbarramento avrà un trattamento privilegiato).
Ho affrontato soltanto l’aspetto della dinamica politica in atto, senza entrare nel merito delle questioni di qualità della crisi, del livello europeo, della feroce lotta di classe in atto per estirpare definitivamente i diritti dei lavoratori.
Mi è parso decisivo sottolineare al massimo il tema di fondo dell’itinerario tracciato dalle forze maggioritarie in questo momento all’interno del sistema politico, un itinerario al fondo del quale, come ha affermato il ministro Barca, c’è l’idea di una democrazia “inclusiva”, nel senso della delimitazione netta del recinto di governo inteso quale unico riferimento possibile perché si possa disporre di un minimo di agibilità politica.
Per una sinistra che non intenda rassegnarsi a questo meccanismo di assoluta perdita di autonomia culturale e di capacità di iniziativa e intervento non rimane che affermare il principio opposto: quello di proporre il principio dell’affermazione di una democrazia rappresentativa che, a questo punto della crisi economica, sociale, politica e culturale, potrà affermarsi soltanto esponendo un netto segnale d’opposizione a un quadro dominante così pesantemente negativo.
Savona, li 1 settembre 2012 Franco Astengo
“Una coalizione che metta al centro il lavoro…”
Che vuol dire ? Come ?
Cosa proponete ?
Ciao,
Giacomo
Forum Comunista Internazionalista
http://giovaninternazionalisti.forumcommunity.net/
caro Giacomo,
le nostre proposte sul lavoro sono abbastanza chiare, le trovi su questo blog e sul sito dei Gc e di Rifondazione.
Se vuoi interloquire nel dettaglio sono a disposizione.
un caro saluto
Simone
sono perfettamente d’accordo dell’iniziativa: sarebbe davvero auspicabile se tutte le sinistre trovassero -finalmente!- un accordo, anche sui generis, per rafforzare e rendere visibile un progetto “culturale”, nel senso più ampio del termine, di alternativa all’attuale sfascio della politica. Compagni, tenetemi informato su tutto. Ciao
ancore con le alleanze dei vertici, ma non vi siete ancora stufati tanto il prc non arriverà alla soglia di sbarramento se non si allea con sel o con il pd.. sempre che non vogliate ripartire dalle esigenze del popolo
Cosa proponi?
Una “cosa seria”? La cosa più seria che potete fare è quella di preparare la rivoluzione proletaria. Sapete cos’è? Sapete che essere comunisti è essere rivoluzionari? E proprio perchè la realtà non è quella che vogliamo! Avete la fortuna di vivere nella più grande crisi del capitalismo abbia avuto da quando esiste come sistema sociale dominante: e voi pensate alle elezioni e alla “sinistra” del PD?! Partite male, molto male ragazzi. Imparerete sulla vostra pelle, è cosi che si fanno le “cose serie”. Saluti rossi.
“Avete la fortuna di vivere nella più grande crisi”??? Ma ti rendi conto perché, con quelli come te, non vinceremo mai? Per te la crisi è una variabile in un sistema teorico ideogico. Per noi è non avere soldi per arrivare alla fine del mese e costruirsi un futuro. Noi siamo stanchi di stare a guardare sognando la rivoluzione. Noi vogliamo cambiare le cose, la realtà vera. Quella che quelli come te guardano soltanto attraverso le lenti deformanti dell’ortodossia e del radicalismo parolaio.
Non hai capito. Fa nulla. La rivoluzione la faremo anche senza di te e chi è con te. Tu credi che vincendo le elezioni cambierà qualcosa? Spero che tu vinca le elezioni, allora. E non indendo dire che tu risolverai così il tuo problema personale con le prebende da parlamentare, no. Voglio dire che non è in parlamento che si può mutare questa società classista. Non capisci che per arrivare a fine mese non basta un lavoro o un reddito, bisogna farla finita con il capitalismo! Non capisci? Capirai…
Unioni, coalizione per le elezioni, raccogliere le realtà, mobilitazioni, soggetto politico..
Il linguaggio politichese ormai tipico di destra e sinistra, riempire le pagine di parole senza mai dire niente!!!!
La vera novità sarebbe quella di denunciare il malcostume, facendo nomi e cognomi, dati reali, denuncia chiara e netta del malcostume che ormai accomuna destra e sinistra.
Questa novità esiste solo in una entita’ nuova, che fa paura a tutti voi, proprio per il modo nuovo di denunciare, senza tante parole inutili!!!!!!!!!!!!
Chiamatelo pure populismo, ma in realtà è la narrazione della realtà di questo marcio paese.
La risposta è Beppe Grillo, quindi?
Beppe Grillo è venuto dopo di noi nel denunciare. Credo ci sia una richiesta di non tenere i propositi nascosti ai compagni, di essere trasparenti e mostrare tutto, di attenersi alle decisioni degli organi democratici che ci siamo dati (circoli, CPN, congressi) e non al leader/capo di turno.
Questa sarebbe la migliore delle risposte a Grillo e alla necessità degli italiani di sentirsi rappresentati da qualcuno.
Ho 60 anni, ho votato a sinistra da quando sono nato.
Ora mi sento preso in giro da questa “sedicente” sinistra.
Anche rifondazione mi pare ormai incollata ai vecchi schemi della politica che non conducono a nulla, attaccati solo alla ricerca del voto.
.. scioperi,manifestazioni.. sono ormai cose inutili, a chi comanda non gli frega piu’ niente degli scioperi e delle manifestazioni con tutti i vari rappresentanti e bandierine in testa!!
Leggendo il blog di Grillo leggo cose chiare, precise, con tanto di nomi e cognomi e cifre e accuse dirette, a destra e a sinistra, come è giusto che sia visto il marcio a 360 gradi, senza tanti giri di parole. Nel Vostro sito, in confronto, tutto è spento, ammortizzato dalle troppe parole spese inutilmente, spesso incomprensibili ai piu’.
E non pensare che questo non mi dia dispiacere, come ho scritto prima, in pochi mesi mi è crollata nel vomito una convinzione durata 50 anni, non nelle idee di sinistra, sia ben chiaro, ma in chi in tanti anni si è definito di sinistra e invece ha sguazzato nel marcio come tutti.. basta vedere cosa è successo all’Ilva, dove cazzo era la sinistra, e i sindacati??? e rifondazione???
Inoltre non mi pare prorpio che al Grillo si possa dare ne del fascista ne del populista!!!
Dice solo le cose vere con un linguaggio che non è il solito politichese usato da tutti gli altri, voi compresi!
Allo stato attuale Grillo non è molto, ma è l’unica novità e pertanto l’unica speranza.
Peggio di cosi’ non andra’
caro compagno,
capisco la frustrazione e, ovviamente, sono d’accordo con te che noi abbiamo tantissime responsabilità. Per noi intendo i gruppi dirigenti della sinistra che sono riusciti in questi ultimi vent’anni a dilapidare un patrimonio enorme (il Pci e tutto quello che di straordinario era stato creato con tante lotte!). Penso che questi gruppi dirigenti debbano andare a casa. L’ho detto e scritto più volte, lo ripeto anche a te. Come condivido il fatto che ci sia un problema enorme di linguaggio, di credibilità, di immaginario complessivo. Purtroppo comunichiamo poco e male.
In questo vuoto e in questi errori cresce Grillo. Però attenzione! Basta un vaffanculo per ottenere il tuo consenso?
Basta fare ridere e urlare che tutti sono uguali? E il programma? Le idee?
Cosa pensa Grillo del diritto di cittadinanza ai migranti? Cosa pensa del mercato del lavoro? Cosa pensa dell’Ilva (mi dispiace su questo contraddirti radicalmente: i nostri compagni sono lì, dentro la fabbrica, e in città, e hanno idee molto chiare: leggi, tra le altre cose, il mio pezzo di due settimane fa)? Cosa pensa delle guerre?
Su tutte queste cose o Grillo non dice nulla o dice cose di destra, populiste e qualunquiste.
La verità è che servirebbe un movimento di sinistra che dicesse, chiaramente, cose di sinistra. E fosse coerente. Noi tentiamo nel nostro piccolo di andare in quella direzione. Con molta nettezza, senza bisogno di urlare e mandare tutti a quel paese.
Simone Oggionni
Hai perfettamente ragione.
Ti ringrazio per la risposta che ho molto apprezzato.
Sono consapevole che non tutti coloro che si sono dedicati alla politica siano marci o corrotti, e sono anche convinto che Rifondazione sia tra le entità mediamente pulite.
Pero’ l’italia in questo momento ha bisogno di uno scrollone, e solo l’avvento di una componente nuova come quella del M5S lo puo’ dare.
Stai tranquillo, non basta un “vaffan..” a convincermi, altrimenti avrei simpatizzato anche per la lega!! Sono abituato a valutare il significato di cio’ che leggo, e ritengo il M5S esattamente all’opposto del gruppo padano, e pertanto assolutamente non di destra ed in questo momento in linea con il mio modo di pensare.
Quello che viene detto e scritto da questo nuovo gruppo è, il piu’ delle volte, la verità, li da vedere, lampante, anche se in mezzo ci sono dei vaffa!! E forse i vaffa sono un buon modo per farsi ascoltare dalla gente ormai “apatica”.
Ed anche il loro statuto elenca cose giuste e condivisibili.
Forse molte di queste cose le dicono anche altri, voi per esempio, ma in questo momento loro sono l’unica speranza, gli unici che hanno una possibilità di riuscire. In cosa??
Non lo so.. questo paese è ormai talmente marcio da essere irreversibile, terminale!! Ma nessuno abbandona del tutto la speranza.
Un saluto
Alessio Cara
…vorrei invitare quanti si prodigano a stilare idee,proposte vecchie e nuove ecc.etc. Una domanda semplice, pongo:si e’ mai accennato alle condizioni REALI di centinaia e migliaia di PERSONE con problemi REALI del tipo portatori malati di:’ICTUS’;’Parkinson’;Alzheimer’e altre patologie di ogni genere,la mancata e DOVEROSA assistenza dallo STATO,[che invece latita],se non a pagamento,dissanguando quanti hanno,con i propri CONTRIBUTI di lavoro a sostenere la ‘previdenza sociale’? Da pensionato ho avuto modo di conoscere il DISASTRO dello ‘stato sociale REALE’,frequentando tali persone.Si continua solo a citare:’disoccupati’;’precari’;’esodati’ecc.etc.etc.Ma quanti in precedenza hanno DATO e dei loro DIRITTI, NESSUNO ne parla!Trattati come fossero ‘cose’,e non PERSONE! Da comunista e’: DOVEROSO NON DIMENTICARE!!![Dai Monti,Bersani,Vendoli’/Vendola’:non m’aspetto NULLA! Ma, dai COMUNISTI SI’!!!
Ho letto la “cosa seria”. Sono d’accordo, ma c’è il problema che la UE e la BCE fanno politiche monetarie restrittive. Invece in questa grande crisi si deve fare politiche monetarie espansive keynesiane. E’ una cosa importante per la crescita economica, l’occupazione, il wel fare, investimenti utili (ambiente ecc.). Ma la UE non ci pensa proprio. L’alleanza di sinistra e altri soggetti possono influire in Italia e anche in Europa, ma sarà difficile cambiare la politica monetaria restrittiva o di austarità, mentre è essenziale uscire presto dalla crisi. Se no?
Condivido, Giorgio. E’ per questo che scriviamo e diciamo da tempo che va trovata una soluzione a livello europeo e non soltanto nazionale e che è centrale costruire un’alleanza tra tutte le forze di sinistra a livello europeo. E’ soltanto lì, a quell’altezza, che possiamo incidere e cambiare le cose. L’Italia, da sola, anche se avesse un governo monocolore comunista, non potrebbe fare molto.
Và benissimo la coalizione unitaria di sinistra che è cosa seria ma affatto nuova anche se sono fortemente convinto che la vera ‘cosa seria ‘ cui pensare sia un’altra ed è quella della quale i compagni nn vogliono sentir parlare.E invece ecco che ci viene riproposto lo schema (stantio , suicida e che ha fatto disintegrare il partito)) di ripartire dal sociale prima che dal politico.L’aggregazione intorno all’elemento sociale dovrebbe avere una base o meglio, quando possibile, un ‘governo’squisitamente politico : questa caratterizzazione molto più probabilmente garantirebbe una maggiore solidità al movimento e il partito ne uscirebbe rafforzato. La vecchia maledetta tesi bertinottiana della diluizione nei movimenti sappiamo tutti dove ci ha portati. Maggiore incisività comunista e meno timidezze quando ci si confronta con ‘onde’,’incazzados’e tutto il resto : spesso si tratta di gente che prima ha votato le destre e poi cerca gloria e poltrone da un’altra parte.
Certamente é una cosa seria, ma per stimolare ulteriormente la fiducia e per far si che la gente non debba esclamare:”speriamo bene”, propongo la parziale modifica dell’art. 67 della Costituzione. Almeno su pochi punti i parlamentari dovrebbero essere obbligati a legiferare in conformità di espresso mandato popolare ricevuto. La democrazia dal basso é un valore
Ho letto piu’ volte commenti che puntano l’accento sul/i programma/i piu’ che su un nome o un simbolismo e sono d’accordo, ma ho potuto anche leggere che un programma esiste nel PRC e che vada bene cosi’ come e’ stato ideato e che esiste anche negli altri partiti e movimenti di sinistra e che ugualmente vada bene ……
Tutti questi programmi coincidono almeno nelle linee fondamentali, piu’ importanti e allora chiedo :
COSA SI ASPETTA PER UNIRE QUESTA BENEDETTA SINISTRA ? ?
E’ chiaro anche che non mi riferisco ne’ al PD, ne’ a SEL almeno per quella parte che vuole allearsi con il PD ..
Puortroppo in Italia non c’e8 un partito che abbia a cuore i brbelomi delle persone, la vera sinistra e scomparsa, e ci ritroviamo con questi perfetti buffoni, pensano tutti alle loro poltrone, a fovoritismi di qualsiasi genere e servono sempre il Dio potere economico. Credo ci voglia un’insorgenza dal basso.
Codivido pienamente,meglio orgogliosamente all’opposizione,con i nostri
valori e non mendicare poltrone per far piacere a “lor signori”
Io non so se voi che scrivete questi articoli, poi leggete anche i commenti della base e dei visitatori.
Se per caso li leggeste .. Perché si ha così paura a “Rifondare il PCI”?
Cosa si teme?
Che saremo ancora all’opposizione?
Può darsi, ma lo saremo orgogliosamente. Come noi stessi e non come ruote di scorta che elemosinano alleanze a destra…