Confesso che questa guerra quotidiana contro la politica e i partiti mi fa tanta paura. Questo clima montante è insopportabile, e oramai non ha più argini né confini. Se ne nutrono televisioni, radio, giornali. Opinionisti senza opinione, comici che non fanno ridere, giornalisti al soldo di qualche potente, intellettuali troppo pigri per essere veri. Ne sono invasi la rete, i social network. È l’ideologia ufficiale del governo, composto da presunti tecnici salvatori della Patria. Addirittura se ne serve, per sistemare qualche conto in sospeso, qua e là qualche Procura della Repubblica.
Ed è un circolo vizioso, perché più la spari grossa, più eccedi in populismo e demagogia e più hai consenso, incroci il sentire comune. Facendo correre alla democrazia un rischio gravissimo, come insegna tristemente la nostra storia nazionale.
Il caso limite di questo vento infame è Beppe Grillo, che i sondaggi danno – di nuovo – in rapidissima e clamorosa ascesa. Recentemente è arrivato a sostenere che se tutti pagassero le tasse non farebbero alcun servizio al Paese (e all’onestà) ma semplicemente consentirebbero ai politici di rubare il doppio. Di fronte a follie del genere, che differenza c’è tra lui e Berlusconi? Nessuna. Neppure nelle dichiarazioni programmatiche. L’importante è prendere i voti dei furbetti, degli evasori, di quel popolo qualunquista e menefreghista che non ha mai fatto la fatica di pensare. Che non pensa durante tutto l’anno e non pensa neppure quando va a votare. A questa Italia peggiore bisogna – secondo Beppe Grillo – semplicemente lisciare il pelo.
A questa Italia peggiore è necessario, invece, ribellarsi.
Non perdendo la lucidità, mettendo in luce le storture e gli orrori di questo sistema politico e dei suoi partiti, ma difendendo con le unghie e con i denti la Politica e i partiti, il concetto cioè che la politica si possa fare anche attraverso le strutture organizzate, i partiti.
Ho detto e scritto più volte, anche in questo blog, che la sinistra va profondamente rinnovata. L’ho detto e scritto in maniera autocritica, pensando in primo luogo a Rifondazione Comunista e a quanto siamo anni luce distanti da quello che dovremmo essere e dalle persone in carne ed ossa a cui vorremmo parlare. E ho detto e scritto che è un problema di linguaggi incomprensibili, autoreferenziali. Di luturgie stantìe, di modi di concepire le riunioni, le assemblee, le manifestazioni, le iniziative pubbliche. Ed è anche un problema generazionale: di una generazione, quella che ci precede, che – con poche eccezioni – ha ormai fatto il suo tempo, perché ha fatto tanti errori e noi quegli errori li stiamo pagando troppo pesantemente. E che quindi, anche per colpa dei suoi errori, non è credibile, non può più candidarsi a rappresentarci, a parlare e decidere in nostro nome.
E tuttavia nulla di questo ha a che fare con la vergognosa campagna di delegittimazione che sta subendo la politica e sta subendo anche chi, come noi, non ruba, non fa affari con la criminalità organizzata, non utilizza il denaro pubblico e quello del partito per pagare diplomi taroccati né per comprarsi ville, gioielli, macchine sportive.
Io vorrei dire ai ragazzi che leggono questo post di andare a vedere il film “Diaz” al cinema in questi giorni. Oltre a vedere la violenza bruta che le forze dell’ordine di questo Stato democratico utilizzarono contro di noi undici anni fa, forse potranno capire di noi (e, io spero, di sé) qualcosa in più, che in pochi vogliono che si sappia. Per esempio, che esistono in Italia decine di migliaia di giovani che ogni giorno dedicano un pezzo della propria vita ad un sogno collettivo. Che lottano, con tutto l’amore che possono, perché il nostro Paese sia migliore di come è oggi.
E vorrei invitare tutti, anche chi non lo fa più perché magari è stanco dopo troppe delusioni, a vivere una giornata in un circolo di Rifondazione Comunista o dei Giovani Comunisti. In questi giorni siamo tutti impegnati a raccogliere le firme per difendere l’articolo 18, e cioè il diritto a non essere licenziati arbitrariamente dai datori di lavoro. Un diritto che la nostra generazione, nata e cresciuta nella giungla della precarietà e dei mille contratti a tempo, conosce spesso soltanto da lontano. Eppure noi ci mobilitiamo, scendiamo per strada a raccogliere le firme, e difendiamo il più delle volte i diritti dei nostri genitori e dei nostri fratelli maggiori. Perché abbiamo ideali giusti, puliti, facciamo Politica, quella con la “p” maiuscola, e molti di noi hanno deciso di farlo militando in un partito comunista.
Per tutti noi io vorrei rispetto.
Per Roberto Pisani:
Mi fa davvero piacere, Roberto. E grazie di tutto. Un abbraccio e alla prossima occasione,
Simone
“Mi chiedono: chi me lo fa fare? Potevo starmene con i soldi che ho guadagnato a guardare sprofondare il mio Paese. Ma io non ci sto.” Proviamo a vedere se indovinate chi lo ha detto… (Beppe Grillo)
“Il Fascismo non è né destra né sinistra, ma è una sintesi tra le due ideologie arricchite con delle felici intuizioni finalizzate all’interesse nazionale.I nostri programmi sono decisamente rivoluzionari” – Benito Mussolini
“I partiti sono morti, noi siamo vivi, siamo i veri rivoluzionari.Non siamo né di destra, né di sinistra: siamo oltre” – Beppe Grillo
Grazie all’articolista. Il confronto tra quanto da lui scritto e la lettura dei commenti è veramente impietoso. Proverei soltanto pena per loro, se non fosse che prevale invece la rabbia, perché i danni creati da loro li scontiamo poi anche noi, che da una vita non ci affidiamo alla politica da bar ma cerchiamo, nel nostro piccolo e per quanto possiamo, di comprendere e non soltanto di vomitare rancore. Da segnalare che due su tre dei commentatori fingono di ignorare che tu parli di RC e di PRC, e attaccano soltanto il PD, vero nemico da abbattere. Bisogna dire che, come tutti i qualunquisti di ogni tempo, l’unica cosa su cui non sbagliano è nell’individuare da dove viene il pericolo per loro. Infine vorrei far notare che nessuno addebita a Grillo le colpe dei Partiti, ma di affrontarle con modi più gravi di quelle colpe, perché aprono la strada ad avventure da cui diventa difficile e penoso tornare indietro. Bruno Tenore
Non capisco l’articolista di quale antipolitica parli nel Suo inutile tentativo protezionistico del Partito Democratico , che è sotto gli occhi di tutti le porcherie e cosa stia combinando insieme agli altri due porcellini . . tentativo comunque onorevole . . ma chissà perchè se la prende solo con Peppe Grillo e non con gli hobbit che accerchiano e sviluppano la politica antiprogressista del Partito Suo e di Bersani !
Parliamoci chiaro, Beppe Grillo raccoglie consensi perchè la politica ha fallito. Concordo sul fatto che non è la risposta giusta al problema, e tu cogli nel giusto quando parli di “chi la spara più grossa” ma non lo sono neppure i partiti e in special modo quelli di sinistra, che mentre la destra usando il populismo più becero ha sgovernato il paese, come dicevo, la sinistra si è prodotta nel peggior repertorio della pratica dell’esclusione della democrazia, in modo particolare nei confronti dei militanti. Lo stesso ha fatto PRC e nel mio caso e nel peggiore dei modi lo ha fatto anche SEL(f). Anzi, non lo mai fatto ma approfitto di questa occasione per ringraziare ringraziare Chiara Cremonesi. Concordo sulla prima parte del tuo intervento e credo di cogliere una passione sincera caro Oggionni, ma credo che tu finga di ignorare che a sinistra ci sono realtà che farebbero impallidire il “trota” certo non nella versione danarosa,oddio, non che manchino i ladri; quanto per quella della miseria etica. Mentre per la Politica, basta osservare le percentuali dei voti. E credimi, tutto questo non è colpa di Grillo.
Plaudo l’articolista per l’impegno ( come Noi tutti ) a sostegno dell’art. 18 ! Ma non per i contenuti della cartella con cui sembra schierato a difesa delle corbellerie inciucistiche con cui il PD ( componenti eletti da Noi incazzati con la lista del vecchio PC ) ! Non mi sembra abbia una leale maturità dell’attualità politica metamorfosistica, della triste realtà in cui ci vogliono traghettare gli ex quercia ed ex inciuciatori che vogliono confluire ( con chi parla agli altri di responsabilità ) ma che ricordiamocelo ha avuto come visegretario del suo partito Cuffaro “condasnnato per associazione Mafiosa” ! Non facciamocene mistero, mi riferisco al PD , di quel vergognoso Placet dato al Professore per tagliare stipendi, segare ile Pensioni ( togliendo pure reversibilità )e salassarci di Tributi che nemmeno nel Burundi esistono ! Ma Noi siamo il Popolo degli inventori e . . cosa dovremmo fare se dovessimo seguire il Suo ” consiglio ” quando parla di difendere con le unghie e con i denti la Politica e i partiti . . seguire la strada sbagliata con il medesimo leccaggio del Vendola Progressista alle dipendenze di Bersani ? io non lo chiamerei colunquismo quello che da anni predica Il Grillo Parlante e devo dargiene merito che lo ha stigmatizzato in “ momenti non sospetti “ quello che tutt’oggi grida a squarcia gola . Parlo del ladrocinio dei partiti sul finanziamento pubblico che con astuzia paragonata all’asino i Tre Moschettieri ABC ci han fatti fessi cambiando solo un’aggettivo !
e anche da anni che rifondazione le spara grosse,
…………… ma mica si rifondata, l’unica cosa certo sono anche loro le” garege” dette anche poltrone in varie commisioni ecc.” anche a padova non è cambiato nulla,
si sono solo impoveriti…………. per scarsa credibilita
Dio mio ! ma no !
che la sinistra ci ha raccontato balle per il semplice fatto che ha solo garantito ” gareghe e gareghe ” e un bla bla bla e questa la sinistra
che ne dici che sia antipolitica ? di nuovo il vecchio che avanza ? UNA CLASSE POLITICA ANCHE QUELLA DI RIFOPNDAZIONE DECREPITA
—————–UNA corrente e poi una correte e poi una sub correte,
che pensiate di trasformare la dialatetica in correnti in mozioni i due e tre
basta per carita
ma
grazie se anche pubblichi la mia versione almeno non soffro di ipocrisia come quelli che la sinistra c’e l’hanno solo come busta paga
grazie marco
pubblicato qui: http://bellaciao.org/it/spip.php?article31380
cia
Roberto
Grazie
Giusto lo sdegno morale, anche se bisogna stare attenti a non sbagliare l’analisi (perché poi si sbaglia la politica). Grillo non è l’a causa ma l’effetto. Quando si ha la febbre è inutile prendersela con il termometro. Per battere Grillo e i Tecnici bisogna una politica che si autoriformi. Una riforma politica della politica. Ne è capace la nostra classe dirigente e le nostre organizzazioni? Questo è il punto.
Fabio Vander
Sono d’accordissimo e penso che allo stato attuale la classe dirigente della sinistra (attenta più al proprio ombelico che al nostro futuro) non sia in grado di operare quella riforma che sarebbe indispensabile.
Che cosa sono altro i partiti oggi? una massa di arroganti e la loro pletora di leccaculi. Attaccano manifesti abusivi e la fanno franca , nominano tesorieri che rubano i soldi del finanziamento pubblico e fanno le mammolette facendo finta di non saper nulla, difendono i poteri forti che affossano e spingono al suicidio piccole imprese, sostengono il governo delle banche che appliccano tassi da strozzini pur ottenendo al 1 % i soldi europei.
La politica di una volta caro amico era ben altra cosa!
de cataldo riccardo editore la quarta autofinanziato e libero, non certo come i giornali dei costruttori affiancatori dei partiti.
Ma Rifondazione comunista è come gli altri partiti? Ne sei sicuro? Puoi dimostrarlo?
Se siamo a questi punti non è colpa di Grillo. Lui ha gioco facile a sparare nel mucchio, e, sono d’accordo , la politica del cecchino non porta lontano, tanto più che dietro l’angolo si può nascondere chi potrebbe utilizzare l’onda dell’antipolitica per instaurare derive ancora meno democratiche delle attuali. Ma i più grandi fomentatori del clima attuale avverso ai partiti sono i partiti stessi che fanno di tutto per alimentarlo.
Stiamo attenti con Grillo a non prendercela con il dito che indica la luna.
Il livello di corruzione è dilagante e sta avvolgendo quasi ogni cosa . Se è vero che non sono tutti uguali, rendiamoci conto che l’eccezione ha preso il posto della regola e non considerare il fenomeno con la dovuta attenzione è grave come sparare nel mucchio. Il guaio è che questa classe dirigente non è diversa da buona parte del suo popolo, anzi ne è espressione. Per lo meno Grillo propone all’attenzione problematiche legate all’informazione, alle politiche nelle mani delle banche, a quale modello di sviluppo, ai problemi ambientali e climatici ecc ecc, che fanno parte , piaccia o no, ad una visione diversa dal dibattito politico di un centrodestra ed un centrosinistra sempre più incapaci di proporre prospettive diverse dal proprio tornaconto immediato, elettorale e non. . Chi parla non è un seguace di Grillo, anzi ; non darò mai il mio voto a chi fa venire al governo del Piemonte uno come Cota…. Però stiano attente certe persone a dare del qualunquista e chi affronta certi temi e se ne sta di questo panorama desolante che ci sta intorno.
Roberto Pisani
Condivido molto ma non capisco la soluzione. Noi siamo tra quelli che rimaniamo in questo panorama desolante (la politica italiana) e vogliamo dare battaglia. Sbagliamo? Dobbiamo “uscire” dalla politica? Per andare dove? Fare che cosa?
Il panorama desolante è costituito da chi fa parte di questa deriva, sia consapevolmente ( i governi tecnici che sottraggono potere ai popoli per assecondare gli appetiti privati e delle banche, oppure chi, semplicemente, si ritaglia porzioni di rendite elettorali e private infischiandosene della politica intesa come bene comune) , sia inconsapevolmente, girando la testa dall’altra parte , o mettendola sotto la sabbia, o alimentando la sottocultura mafiosa e paramafiosa fatta di favori, di scambi, di corsie preferenziali, di evasione e corruzione. Come potrei pensare che voi
facciate parte di questo tipo di politica ? Semplificando, esistono
diversi tipi di politica, quella degli interessi privati, cui ho fatto riferimento, assimilabile alla politica come “cosa sporca”e quella, degli interessi pubblici, o comuni, o diffusi…
La lotta di classe, espressione desueta ma estremamente attuale nelle pratiche di oggi, le attraversa : al primo genere di politica va ricondotta quella che potremmo definire con un’altra parola desueta, la lotta di classe dei “padroni”; gli interessi comuni nella loro difesa ed estensione sono la ricchezza, reale e potenziale delle classi subalterne.
Quindi, per mio conto, non si tratta di uscire dalla politica, anzi. Si tratta di “dare battagkia”, come dite. Il problema è che bisogna essere capaci di leggere i cambiamenti in atto, che sono velocissimi, e dotarsi anche di nuove chiavi di lettura. In questo senso il “grillismo” non è tutto da buttare, tenendo conto, però che, se c’è del vero in alcune analisi che fanno, me ne guardo bene dal seguirli perchè il loro progetto di entrare in politica criticando tutta la politica non mi piace ed è pericoloso. Se vi interessasse sapere dove mi colloco personalmente, vi dico che solo riavvolgendo il filo che ha portato alle molteplici divisioni nella sinistra, si può ricostruire qualcosa di buono , questo lo metto al primo punto (e per sinistra escludo il PD); quindi, al di là della mia appartenenza specifica o meno, preferisco farmi precedere dal desiderio di un confronto aperto piuttosto che da una bandiera o una sigla che invece di unire potrebbe talvolta dividere (che però ha un valore, ma in certi casi me la tengo per me) Mi pare importante cercare di mettere in evidenza che mai come oggi il sistema liberistico e capitalista mostra tutti i suoi limiti.
Purtroppo questo coincide con il massimo della nostra debolezza e capacità
di rispondere. A questo punto mi fermo perchè le cose da dire sono troppe,
si complicano (e non è facile essere sinceri avendo risposte per ogni
domanda…) vi ringrazio se mi avete seguito fin qui.
Ciao, carissimi, alla prossima
Roberto Pisani
Quello che scrivi mi conforta molto e… lo condivido! Al di là dell’appartenenza specifica dobbiamo raffinare l’analisi e superare i nostri limiti, non soltanto individuare gli errori degli “altri”.
un abbraccio e a presto, Simone
Ciao Simone, da iscritto a Rifondazione ,penso che tu sia sulla strada
giusta, con l’atteggiamento giusto: con i dubbi e le domande che non
possiamo non porci, senza verità in tasca precostituite.
Ho preferito dialogare senza dirti subito che facciamo riferimento allo
stesso partito proprio per sottolineare l’importanza di uno scambio di idee,
aperto e a prescindere. Un abbraccio e buona fortuna
Roberto Pisani
Grazie Compagno Simone. Articolo pubblicato.
Marco Piattelli
Caro Simone, per quanto in gran parte condivido il tuo comunicato, permettimi di dissentire quando dici che in questo momento l’antipolitica ti preoccupa, a me preoccupa lo stato in cui siamo noi, perchè il senso di disgusto che provo anch’io nei confronti di tutti i partiti, che siedono nelle istituzioni è talmente tanto forte, che se non avessi tutta la mia ideologia dentro farei parte dell’esercito degli astensionisti, ma ci rendiamo conto che in un momento di disastro sociale, dove donne, giovani, esautorati, disoccupati non sanno come andare avanti, il trio ABC, si permette di fare un documento congiunto per spiegare l’importanza dell’ultima rata del finanziamento pubblico ai partiti? ma questi dovrebbero tornare ad amministrarmi, no grazie, falsi infmi imbroglioni, non si può rinunciare altrimenti le campagne elrttorali li pagano le lobby, perchè con tutti gli scandali che ci hanno costretto a subire chi comanda, chi li affianca, chi governa? ma le lobbi non ci sono già?. Io sono molto scoraggiata, penso che con il buon sneso non faremo più nulla e come forza radicale dobbiamo, quando parliamo prendere le distanze da questi porci, maiali, imbroglioni, con determinazione. forse così i cittadini smetteranno di seguire Grillo e magari si troveranno davanti ad un partito che dice pane al pane e vino al vino. Un affettuoso saluto elisa braca
Cara Elisa,
condivido la tua preoccupazione rispetto allo stato in cui ci troviamo. La condivido pienamente, al punto che io davvero non escludo che a breve potremmo venire spazzati via dalla politica italiana. Tra l’altro con grandi responsabilità nostre, perché non si capisce come sia possibile che in Francia o in Grecia, per dire solo due altri paesi europei, la sinistra radicale e i comunisti viaggiano su percentuali sette-otto volte superiori alla nostra!
E condivido anche il disgusto per il teatrino indecente dei partiti di potere. Penso però che si debba mettere un argine alla critica qualunquista alla politica, perché altrimenti veniamo travolti tutti. Noi siamo diversi: dobbiamo dimostrarlo ogni giorno e farlo capire con determinazione!
Un abbraccio,
Simone
No, siamo in recessione per le speculazioni mondiali di poteri economici di banche & co., e l’attuale governo, italiano ed europeo, e composto da degni rappresentanti di questa combriccola di speculatori.
Ed inoltre tutta la recessione viene fatta pagare alle classi piu’ deboli in termini di tagli indiscriminati. Come al solito in Italia, se c’è evasione si aumentano le tasse, se ci sono sprechi si taglia dove le cose funzionano, senza colpire le reali cause. Ed infine tutto cio’ avviene per fare cassa, in un modo che sarà deleterio per l’economia. Vedremo gli effetti devastanti tra un anno.
Ma la cosa piu’ triste è che non esiste piu’ alcuna opposizione. Bersani ed Alfano a braccetto in un’unico calderone, con l’avvallo del Berlusca che se la ride perchè vede realizzare cose che a lui non sarebbero state permesse.
Neanche nei peggiori incubi !!!!!!!!!!!!!
Vergogna!!! QUESTO è ammazzare la politica
Appunto! Peccato che noi non siamo né Bersani né Alfano!
Voi non siete ne Bersani ne Alfano, ma cosa fate di concreto?? Il solito inutile sciopero????
Grillo in questo momento è la sola ed unica speranza CONCRETA per la gente comune che è incazzata perchè deve sostenere tutto il peso della speculazione che ci ha portati a questo disastro..
E’ l’unico che ha la possibilità di dare uno scossone a questa politica strozzina, con il suo modo “populista” ha la possibilità di avere consensi. Molti voterebbero anche Topolino pur di avere un minimo di speranza. E basta con il perbenismo! E’ ora di mandare affanculo,apertamente e in diretta!!!
Se anche a voi fa paura forse è perchè anche a voi alla fine non frega niente della gente, anche voi siete li solo per mantenere il vostro piccolo seggiolino.
Se non è cosi’, se davvero pensate alla gente, sostenete questa UNICA speranza o fatevi da parte.
che ragionamento articolato e raffinato, amico! non siamo un sindacato, gli scioperi li convocano i sindacati…. un partito… ti ricordi come è fatto un partito?
Sono di rifondazione, sinistra critica, sinistra ecologia(?) e libertà ecc ecc insomma sinistra sinistra..e allora che cazzo di battaglie hanno combattuto questi partiti negli ultimi anni ? Chi c’era in piazza con il Social forum a Genova nel 2001 ? ma soprattutto chi ha alzato la testa per chiedere una commissione d’inchiesta parlamentare ? chi ha chiesto le dimissioni di de gennaro o manganelli ? Nessuno. Se in questa italietta chi fa più paura sono i comici, i registi o gli attori…Guzzanti, Dandini, Crozza,Grillo, Dario e Franca..Vicari Beh vuol dire che siamo alla frutta, e allora molti a questo punto..la preferiscono biologica..per le prox elezioni sosterrò e voterò chi ancora mi parlerà di beni comuni: ACQUA, TERRA E CIBOSANO, nonchè energie alternative, salvaguardia del territorio ed economia basata sulle necessità primarie delle persone. Il vento infame..!! e allora questi ultimi 18 anni che c… di vento era…pura m…?
Beh sai com’è , se ti danno un giorno dell’imbecille e quando parlano di te ti chiamano imbecille, e’ un po’ difficile difendersi. Anti politica, invece di darlo a questi partiti ladri, lo hanno dato a ragazzi che fanno volontariato, di cui si possono o no condividere le idee. Fatto sta che da operaio laureato come sono io, ti confesso che Grillo e’ l’ unica speranza per me, anche se sono comunista dalla nascita
hai le idee confuse, fratello
Io non so se Carmine e chi la pensa come lui fa parte del PRC. So solo che se fossi nei panni dei dirigenti di Rifondazione, comincerei a preoccuparmi della confusione che alligna nel corpo del loro partito. E’ francamente sconcertante la perdita di lucidità razionale che caratterizza alcuni commenti. Con questo, non disturbo più, confermando che condivido tutte le preoccupazioni di Oggionni in merito al fenomeno Grillo. “Vento infame” è un’espressione calzante.
Purtroppo questa Rifondazione non interessa a nessuno, siamo troppo “grigi”, non si capisce quello che vogliamo, anche sul sindacato siamo sempre timorosi di prendere posizione, la CGIL fa accordi sottobanco e indice scioperi a distanza di mesi, che è come dire “non ci credo ma uno sciopero lo devo fare per forza”.
Tutto questo attendismo, tutta questa ragionevolezza del piffero sono le cose che ci hanno fatto diventare irrilevanti.
Inoltre sappiamo tutti benissimo che dato l’andamento del tesseramento, una volta finito il finanziamento ai partiti la FdS dovrà cominciare a vendere le sedi.
Tutto questo senza mai un dubbio, sempre con la verità in tasca, capaci solo di fare accordi col PD e di chiamare “infami” persone che cercano di fare qualcosa.
RISPONDI
Chi spara nel mucchio della politica, chi agita i temi del qualunquismo più barbaro (compreso il razzismo), chi elenca nel suo album di famiglia anche personaggi come Almirante, chi si pronuncia per la cancellazione dei giornali politici, chi vuole istituire tribunali contro la “politica”, estraendo a sorte i cittadini (possibilmente forcaioli) che dovrebbero emettere condanne (contro chi? I semplici militanti?), che cosa può avere di diverso dal “populismo” che caratterizza personaggi al potere in altri paesi, come l’Ungheria di Orban? Se questo è lo spirito dei tempi, se questo è ciò che infervora le masse, che devono fare i comunisti? Assecondare tutto ciò? Solo perchè Grillo è contro la TAV?
E’ ovvio che la vigilanza democratica è sempre necessaria, come insegna anche la triste fine dell’unione sovietica, ma non si può arrivare all’assurdo di rifiutare ogni idea valida con la motivazione che ci potrebbe essere un’intenzione nascosta.
Bisogna partecipare ai processi da dentro per tenerli sulle giuste rotaie.
Anch’io preferirei un poderoso movimento comunista ma evidentemente non riusciamo ad essere convincenti tra le masse.
A questo riguardo direi anche di lasciar perdere con il nostro consueto vittimismo da complotto capitalista , siamo visti come parte dell’apparato , ma non è certo colpa di Grillo
Concordo, Gemma mi sembra decisamente fuori strada.
Capisco la tua posizione ma voglio rassicurarti : conosco bene la storia d’italia.
Proprio perché la conosco capisco alcune cose che sembrano sfuggirti :
1) Non è buona pratica ragionare in politica né in altri campi in base a semplici somiglianze esteriori, non puoi semplicemente accusare un movimento di populismo reazionario solo per il fatto che sembra affidarsi ad un retore , quale potrebbe essere in questo momento Grillo, purtroppo il leaderismo è un tratto della nostra epoca e , se pensi per esempio a Bertinotti o a Vendola, neanche la sinistra ne è immune.
Oggi nel deserto culturale imperante e con l’ignoranza che avanza è utopia credere ad un movimento che possa fare a meno di una personalità forte che faccia da catalizzatore di spinte provenienti dalla società, cosa di cui lo stesso Gramsci era ben cosciente.
Quanti militanti comunisti hanno letto il Capitale ?
Uno su mille ? Uno su diecimila ? Dimmelo tu…
La situazione italiana è questa , e bisogna farci i conti senza fare di tutta un’erba un fascio, o, per usare una perifrasi colta che ti rassicurerà sulle mie letture, non bisogna rischiare , nella notte, di credere che tutte le vacche siano nere, come Hegel rimproverava a Schelling nella prefazione della Fenomenologia dello spirito.
2) il pensiero che io e te abbiamo come riferimento oggi non sa dare risposte comprensibili ai più, e la cosa è resa peggiore dalla tendenza del PRC/FdS/PdCI ad atteggiamenti da “doppiopetto” che non facilitano la penetrazione nel tessuto sociale dell’idea comunista: siamo stati al governo e abbiamo approvato vergognosamente le missioni di guerra anticostituzionali della nato, per dirne una, e attualmente in diverse situazioni locali siamo alleati di un partito oggettivamente di destra com il PD.
Non diciamo con chiareezza le cose, siamo prigionieri di mille equilibrismi,( ma anzi ormai dovrei dire “siete” , visto che non ho rinnovato la tessera).
3) Qualunque persona di buon senso ormai ha capito che per non assistere passivamente alla distruzione di quello che chiamiamo “società” bisogna uscire dall’euro e attuare una ristrutturazione del debito ma anche su questo la sinistra radicale non è chiara, è timida e incerta, sotto sotto c’è evidente l’idea che non si debba attaccare troppo il PD per non pregiudicare alleanze future.
Ci sarebbero praterie di agire politico ma non vengono sfruttate.
4) concludo : domandati se il M5S con le sue richieste di ecologia, di democrazia, di orizzontalità partecipativa, di ridiscussione dell’euro, di lotta allo “sviluppismo” irrazionale, sia un fattore di progresso oppure no.
La mia posizione l’avrai capita.
Per chi non ha buona memoria storica, ecco di seguito il programma fondativo del fascismo. Si è visto dove è finito l’uomo della provvidenza estensore di questa carta? Ma chissà come avrebbe reagito il nonno di Adriano2 il 23 marzo 1919? Di fronte a un programma che si dice essere “Rivoluzionario perché antidogmatico; fortemente innovatore antipregiudiziaiolo”. Cose ripetute anche al momento della fondazione della Republlica Sociale. E riprese, in varie salse, anche nel dopoguerra. Ma proprio la storia non ci insegna mai nulla a proposito dei demagoghi senza principi che hanno costellato la storia del nostro paese nello scorso secolo e nel primo scorcio di quelo che stiamo vivendo? E se provassimo una volta tanto a porci la domanda: a chi fanno comodo questi personaggi? Perchè vengono così valorizzati dai media al servizio dei poteri forti? Gli stessi poteri forti che fanno di tutto per cancellare i comunisti dalla mappa della politica italiana.
Milano 23 Marzo 1919 – FONDAZIONE DEL FASCISMO ITALIANO
Italiani! Ecco il programma di un movimento genuinamente italiano. Rivoluzionario perché antidogmatico; fortemente innovatore antipregiudiziaiolo. Per il problema politico noi vogliamo:
a) suffragio universale a scrutinio di lista regionale, con rappresentanza proporzionale, voto ed eleggibilità per le donne.
b) Il minimo di età per gli elettori abbassato a 18 anni; quello per i deputati abbassato a 25 anni.
c) L’abolizione del Senato.
d) La convocazione di una assemblea Nazionale per la durata di tre anni, il cui primo compito sia quello di stabilire la forma di costituzione dello Stato.
e) La formazione di Consigli Nazionali tecnici del lavoro, dell’industria, dei trasporti, dell’igiene sociale, delle comunicazioni, ecc. eletti dalle collettività professionali o di mestiere, con poteri legislativi, e diritto di eleggere un Commissario Generale con poteri di Ministro.
f) L’elezione popolare di una magistratura indipendente dal potere esecutivo.
PER IL PROBLEMA SOCIALE, NOI VOGLIAMO:
a) La sollecita promulgazione di una legge dello Stato che sancisca per tutti i lavoratori la giornata legale di otto ore di lavoro.
b) Minimi di paga.
c) La partecipazione dei rappresentanti dei lavoratori al funzionamento tecnico dell’industria
d) L’affidamento alle stesse organizzazioni proletarie (che siano degne moralmente e tecnicamente) della gestione di industrie e servizi pubblici.
e) La rapida e completa sistemazione dei ferrovieri e di tutte le industrie dei trasporti.
f) Una necessaria modificazione del progetto di legge di assicurazione sulla invalidità e sulla vecchiaia abbassando il limite di età, proposto attualmente a 65 anni, a 55 anni.
PER IL PROBLEMA MILITARE, NOI VOGLIAMO:
a) L’istituzione di una milizia nazionale con brevi servizi di istruzione a compito esclusivamente difensivo e il disarmo generale.
b) La nazionalizzazione di tutte le fabbriche di armi e di esplosivi.
c) Una politica estera nazionale intesa a valorizzare, nelle competizioni pacifiche della civiltà, la Nazione italiana nel mondo.
PER IL PROBLEMA FINANZIARIO, NOI VOGLIAMO:
a) Una forte imposta straordinaria sul capitale a carattere progressivo, che abbia forma di vera espropriazione parziale di tutte le ricchezze.
b) Il sequestro (confisca) di tutti i beni delle congregazioni religiose e l’abolizione di tutte le mense vescovili che costituiscono una enorme passività per la Nazione e un privilegio di pochi.
c) La revisione di tutti i contratti di forniture di guerra ed il sequestro dell’85% per cento dei profitti di guerra.
d) La gestione cooperativa della produzione agricola e la concessione della terra ai contadini.
Meditate…
E’ lo stesso come dire leggiti il manifesto del partito comunista e vedi i mostri che ha partorito. A fare i paralleli storici proprio alla sinistra non conviene.
Come ha sottolineato qualcuno il movimento a 5 stelle (che sul territorio e’ lontano ai proclami sensazionalistici di grillo0 e la causa di trenta anni di antipolitica vera nei quali il partito della rifondazione comunista ha contribuito e non poco.
Riflessioni su finanziamento pubblico ai partiti, antipolitica e spinte autoritarie
di Fabio Nobile
Mentre lo spread ha cominciato a risalire, la discussione politica ha al centro i casi giudiziari che coinvolgono in primo luogo la Lega Nord.
Lontano da me l’idea di difendere la Lega in nulla e tantomeno nei suoi livelli di corruzione morale, tutta la vicenda ha conseguenze pericolose se affiancata alle altre cronache giudiziarie che stanno investendo i partiti. Viene ulteriormente indebolita la politica agli occhi di un’opinione pubblica fortemente passivizzata ed in preda ai morsi della crisi.
Certamente la vicenda che riguarda Bossi e compagnia, non solo è un contrappasso per chi si è presentato con la forca in parlamento all’epoca di tangentopoli, ma rende visibile quanto la fase precedente sia alle spalle.
Non sappiamo quali effetti avrà sulla tenuta del Carroccio, ma certamente è un colpo quasi da k.o.
Il sistema politico, anche con la nuova stagione giudiziaria, è destinato a subire ulteriori e radicali trasformazioni.
I casi di Lusi e quello della Lega, vedremo cosa accadrà in futuro, tendono così a rafforzare la delegittimazione della politica. Una delegittimazione che spalanca gli spazi al grillismo da una parte e alle spinte autoritarie dall’altra. Una situazione che diventa un oggettivo sostegno al governo Monti, la cui tenuta, con gli effetti delle manovre e della catastrofica gestione della crisi a livello europeo, comincia a mostrare delle crepe.
E’ chiaro che sul tema del finanziamento pubblico ai partiti si deve avere un grande equilibrio, ma altrettanta chiarezza. La mala gestione delle risorse delle organizzazioni politiche sono il frutto di un contesto che ha separato il controllo e la partecipazione popolare dalle stesse. Una situazione frutto in Italia di un lungo percorso di personalizzazione della politica. Un quadro peggiorato dopo tangentopoli, quando insieme all’acqua sporca si è gettato anche il bambino: basti pensare a quanto in quel periodo è stato additato il sistema proporzionale quale motivo di corruzione.
Una corruzione che in realtà si annida tra le logiche dell’economia di mercato e nello spazio che questa trova nella gestione della cosa pubblica. Ma mentre in tangentopoli gli scandali derivavano dal finanziamento privato dei partiti quasi mai finalizzato all’arricchimento individuale, qui siamo di fronte a denunce su ruberie a scopo personale. Una logica che è evidentemente aumentata con la crescita dei partiti personali di cui il maggioritario è costantemente gravido.
Parlare di Partiti in termini generici, è quantomeno sommario. E’ evidente che dopo la distruzione dei partiti di massa, a prevalere, come nell’epoca prefascista, sono i notabili che contano di gran lunga di più rispetto alla massa passiva degli iscritti (quando ci sono). Lo stesso potere preponderante degli eletti sui dirigenti di partito è il portato della seconda repubblica.
E’ chiaro, quindi, che ridurre tutto lo scandalo al finanziamento pubblico è strumentale e fa comodo nella logica della delegittimazione del ceto politico. Non emerge così la vera natura del suo deterioramento, legato ad un complessivo degrado della società civile e politica del Paese.
Eliminare il finanziamento pubblico non risolve nulla su questo terreno, se non garantire ai soli poteri forti di finanziare la politica. Il tema riguarda lo stato complessivo di salute della democrazia italiana che sta subendo un ulteriore e drammatico arretramento.
Ma come in tutte le fasi di crisi a quella condizione del pericolo, però, si affianca quella delle opportunità. E su questo riflettiamo per un attimo su di noi. Il rilancio del dibattito sulla rappresentanza proporzionale, sul fallimento dei partiti personali, apre spazi per rilanciare un’impresa collettiva e di classe. Nella crisi questo significa connettere la questione democratica a quella economica e sociale avanzando una chiara opzione alternativa alle politiche neoliberiste che vengono, da Monti e dalla BCE, presentate come neutrali.
Sul quel terreno è possibile superare le contraddizioni che attraversano la stessa sinistra. Bisogna essere consapevoli che finanziamento pubblico è uno strumento che rende democratico l’accesso alla politica, anche se non può divenire la corda a cui essere impiccati nel bene o nel male.
Per non rimanere ancora una volta impreparati, bisogna essere convinti che ad un grande progetto di cambiamento deve corrispondere anche un autonoma capacità di finanziamento fatta di lavoro militante e partecipazione attiva in cui l’ autosostegno economico fa parte dello stesso progetto. Questo per dire, in poche parole, che dobbiamo contrastare la cancellazione del finanziamento pubblico ai partiti con coraggio e forza perché siamo nella parte del giusto. Al contempo va ricostruita una grande impresa collettiva e di classe, autonoma ed in grado di reggere alle tempeste che, per chi punta alla trasformazione rivoluzionaria della società, sono all’ordine del giorno. Oggi più che mai che insieme all’antipolitica le spinte autoritarie avanzano senza freni.
almeno lui ci viene da noi…
http://youtu.be/3pcG9LzmmTQ
VIDEO_BEPPE GRILLO all’ALFA ROMEO di ARESE
al presidio dei lavoratori licenziati 14 mesi fa dall’azienda spionistica Innova Service.
http://www.youtube.com/slaicobas
DOPO LO SGOMBERO DI VENERDI’ SCORSO, ANCHE STAMATTINA INGENTI FORZE DI POLIZIA E CARABINIERI CONTRO IL PRESIDIO PERMANENTE DEI LAVORATORI LICENZIATI DI INNOVA SERVICE: (EX LICENZIATI ALFA ROMEO/FIAT)
L’USO ABNORME E SPROPORZIONATO DELLA ”FORZA PUBBLICA” RAPPRESENTA IL BIGLIETTO DA VISITA DELLE POLITICHE ANTIOPERAIE DEL GOVERNO MONTI/MARCHIONE IN APPOGGIO AI PROSPETTATI LICENZIAMENTI DI MASSA NELLE FABBRICHE E NEL PUBBLICO IMPIEGO.
ALTRO CHE ‘GIUSTA CAUSA’: E’ QUESTO IL SENSO DELLA CONTRORIFORMA ‘BIPARTISAN’ (DI MONTI/A.B.C.) DEL MERCATO DEL LAVORO E DELL’ART. 18
ANCHE DI QUESTO SI PARLERA’ NELL’ASSEMBLEA OPERAIA DI VENERDI PROSSIMO _ ORE 10 –17_ PORTINERIA EST DELL’ALFA DI ARESE.
Dalle otto di stamattina – dopo lo sgombero di venerdì scorso e la successiva ripresa del presidio permanente alle portinerie dell’area ex Alfa Romeo – ancora diverse decine di agenti, tra polizia e CC, si sono radunati nei pressi della portineria sud ovest con l’evidente intenzione di ripetere lo sgombero, già effettuato venerdì scorso, per contrastare il presidio dei lavoratori che, rotto l’isolamento mediatico, continuano ad incassare una diffusa e forte solidarietà mentre si rafforza la mobilitazione in preparazione dell’Assemblea Operaia Nazionale indetta dallo Slai cobas e che si terrà venerdì prossimo, ore 10, nel salone del CdF, con ingresso alla portineria est dell’Alfa di Arese.
La progressione delle sistematiche e spropositate forme di intimidazione poliziesca messa in campo nei confronti dei licenziati dell’Innova Service (ex Alfa Romeo/Fiat) ben rappresenta le scelte governative in atto in materia di liberalizzazione del mercato del lavoro e dei licenziamenti di massa contro l’insieme dei lavoratori del settore privato e di quello pubblico, nonché l’intolleranza del duopolio Monti/Marchionne della capacità operaia dei lavoratori ex Alfa Romeo di rendere visibili gli inquietanti intrecci trasversali tra economia, politica ed istituzioni, centrali cooperative, partiti di potere, sindacati confederali, mafia, spionaggio industriale e servizi segreti che in questi periodo si intrecciano al processo di delocalizzazione/deindustrializzazione/licenziamenti messo in atto dalla Fiat di Marchionne in inquietante commistione col “sacco del territorio” e la speculazione finanziaria ed immobiliare dell’area ex Alfa Romeo in funzione dell’EXPO 2015.
Il fatto è che la storia dell’Alfa di Arese (dal regalo dell’Alfa alla Fiat fatto all’epoca da Prodi presidente dell’IRI) anticipa quanto prospettato dalla Fiat di Monti e Marchionne per Pomigliano, Mirafiori, le fabbriche Fiat e l’insieme del lavoro dipendente in Italia sia pubblico che privato: questa storia è storia di tutti!
SLAI Cobas
Preparano solo una nuova forma di dittatura.
Ma non c’è difesa che tenga, perché tutti i partiti hanno appoggiato l’eliminazione della preferenza (compresa Rifondazione!!!).
Che fare?
Aspettare l’occasione di riscatto … aspettando nella speranza che non ci sia un ventennio in stile Grillo (l’ho sempre definito in privato un democristianone, figlio di un armatore genovese, raccomandato da Baudo).
Che fare?
… gli errori si pagano … molto caro (tanto paghiamo noi, non gli ex parlamentari di Rifondazione).
P.S.: prendilo come giudizio, non è uno sfogo.
se rifondazione non avesse venduto per un piatto di lenticchie il suo
ruolo di guida di una opposizione di sinistra il grillismo non sarebbe
nemmeno nato
fatevi l’esame di coscienza
TC
Sono anche io critico con alcune scelte di Rifondazione degli ultimi anni (infatti ho cercato, nel mio piccolo, di contrastarle coerentemente dall’interno: penso per esempio all’esperienza del governo Prodi). Tuttavia dal 2006 ad oggi sono passati sei anni e qualcosa nel frattempo è successo. Così come è innegabile che le parole di Grillo e l’azione politica di Grillo siano gravi e non condivisibili in sé, esame di coscienza o meno. Simone Oggionni
Quanto ricorda Grillo il fascismo della prima ora che parlava alla pancia della piccola borghesia italiana! Il più becero qualunquismo (infarcito anche di quegli umori razzisti che vanno per la maggiore nelle conversazioni da bar. O forse per Grillo si fanno sconti quando fa battutacce su immigrati e rom?), tipico male italico, ancora una volta viene usato come arma micidiale per scardinare i principi della Costituzione uscita dalla Resistenza. E’ deprimente constatare come l’uso strumentale di questioni come la TAV da parte di Grillo e dei suoi riesca a seminare confusione anche tra coloro che dovrebbero non aver smarrito i valori che hanno impregnato la storia migliore del nostro popolo. Penso alle esternazioni stupefacenti alla trasmissione di LA7, infarcite di lodi sperticate a questo demagogo, di personaggi come don Gallo e Erri de Luca. Possibile che questo paese abbia sempre bisogno di un uomo della provvidenza? Possibile che di quella parentesi luminosa nella storia italiana che è stata la Resistenza, con i suoi valori e i suoi insegnamenti, non si avverta che una tenue traccia? Siamo al punto che, dopo aver subito i Mussolini e i Berlusconi, qualcuno è convinto che adesso potrebbe andar bene Grillo, quello che chiuderebbe le testate controcorrente (tra gli applausi di una folla osannante e straboccante in Piazza San Carlo a Torino), in nome delle “ragioni del mercato”, e che istituirebbe tribunali “contro la politica” formati da forcaioli? A questo è ridotta anche tanta parte della sinistra italiana che fu? Ripeto, se posso dare un consiglio a Adriano2 (avrà un nome e un cognome?): riprendi qualche buon testo di storia del fascismo (di quelli che andavano per la maggiore nei tanto deprecati anni 70). Rimettititi a studiare e impara a riflettere sulle lezioni della storia. O è che una “tranvata” di Don Gallo rappresenta il verbo del Vangelo?
Molto semplicemente : il PD è un partito di destra, e la cosa è dimostrata dal fatto che sostiene un governo che attua politiche di destra.
Ma allora : come è possibile che , seppur localmente, un partito che si definisce comunista si allei con partiti di destra ?
Qual’è il messaggio che ne esce fuori ?
Il messaggio è che il PD è un partito che tutto sommato si può votare, ma questo vuol dire che in fondo noi non condanniamo le sue politiche a livello nazionale .
Oppure le condanniamo ?
Io non capisco.
Nell’incertezza non vi voterò.
saluti
L’Italia va a rotoli, e Rifondazione e i Comunisti italiani non sono riusciti neppure a formare un unico partito serio d’opposizione.Mi sono stancato di questa tragica commedia e mi sa tanto che quest’anno non rifaccio neppure la tessera, tanto siamo ancora qui a discutere di Marxisti,Internazionalisti e paturnie nostre mentre la gente si ammazza perche’ perde il lavoro, e in giro per l’Italia ci alleiamo con il Pd, robe da matti! e poi uno come fa a scandalizzarsi se la gente si riversa verso Grillo, gli elettori non sanno piu’ dove sbattere la testa.
Ottimo commento. Il modello vincente e’ quello del compagno Goracci( a proposito ancora non ho capito bene cosa abbia commesso, se per aver stabilizzato 40 precari bisogna andare in carcere allora vorrei andare in carcere anche io !)il Pd e il Pdl all’opposizione,
ma ancora molti compagni per un misero 2,5% preferiscono chinare la schiena al Pd, e vero compagni Vinti e Ferrero ?La vera rivoluzione in Italia e’ quella di formare una sinistra pura lasciando tutte le amministrazioni in cui governiamo con il Pd.Chi appoggia il governo Monti non puo’ essere definito un partito di sinistra!
Almeno Grillo non si è alleato in nessuna parte d’italia con i fascisti del PD !
l’altro ieri alla trasmissione della Guzzanti, c’erano erri de luca e don Gallo che hanno entrambi avuto parolae di stima per grillo.
Don Gallo ha detto che conosce Grillo personalemente e lo considera un sincero democratico, De Luca ha addirittura detto “meno male che c’è Grillo, altrimenti sarebbe uscito fuori qualche arruffapopolo alla Mussolini”.
Come vedi due persone di sinistra e di grande levatura morale e intellettuale hanno un’ottima opinione di Grillo.
La Fds e il Prc non riescono a dire niente di coinvolgente , sono, per dirla con Bertinotti , “dentro il recinto”.
Sono “mosci”, purtroppo.
Sono molto ragionevoli, oggi bisogna pensare diversamente, a 360 gradi.
Leggete questa:
Grillo, fuori da euro e non pagare debito
ROMA – ”Sono per valutare una seria proposta di rimanere in Europa e, con il minor danno possibile, uscire dall’euro, non pagare il debito pubblico o pagarne solo una parte”. Lo dice Beppe Grillo nell’intervista che andra’ in onda nel corso della puntata di Piazzapulita, il programma di approfondimento de LA7 condotto da Corrado Formigli.
Pubblichiamo, diffondiamo la lotta contro Grillo!! http://sinistrabuccinasco.blogspot.it/
Bravo Simone, l’hanno messo anche qui i compagni: http://prctavagnacco.wordpress.com/2012/04/19/
Al contrario, chi invece esprime giudizi ottimistici sul ruolo di Grillo, farebbe bene a ripassarsi la storia del nostro paese, per verificare quanto sia stato facile, anche in passato, scambiare lucciole per lanterne. Forse un ripasso sui testi (Santarelli, Catalano, tanto per citare due acuti studiosi dell’argomento) che hanno analizzato a fondo la penetrazione della demagogia del fascismo diciannovista sulla piccola borghesia italiana servirebbe a capire che sono più di quanto non si pensi le analogie con la demagogia che caratterizza Beppe Grillo e il suo movimento. Anche allora, tra una piccola borghesia umiliata, dalle ambizioni frustrate dagli esiti rovinosi della guerra mondiale, ci fu chi scambiò i fascisti per dei “rivoluzionari”. Si è visto come è finita.
Alla base di tanta vis polemica nei confronti del movimento 5 stelle mi sembra che ci sia solo la paura fottuta di perdere voti. La critica deve essere politica evitando di ricorrere ai consueti sterotipi ( populismo – demagogia ) tanto cari ad un partito che da sedicente comunista,lungo tutto l’arco della propria storia, non si è mai astenuto dal criminalizzare organizzazioni e movimenti posti alla sua sinistra. Per diventare quello che è diventato. Ma da Rifondazione Comunista ci si aspetta ben altro.
Bravo Simone.
Il 12 maggio saremo in tanti a Roma. Avanti tutta!
Belle parole, moltissime cose vere, peccato che il compagno Oggionni si e’ dimenticato di ricordare che in molte regioni ed enti locali Rifondazione appoggia il Pd,partito che ha aiutato in questi anni a peggiorare l’Italia!Se Rifondazione
non vuole avere a che fare con coloro che hanno portato l’Italia in default e ora appoggiano il governo “iniquo” di Monti,abbia il coraggio di staccarsi dal Pd e crei una vera alternativa di sinistra con forze simili nel dna come Sel e Idv! Questa sarebbe la vera e piu’ logica “foto di Vasto”.
http://www.marx21.it/italia/quadro-politico/1514-il-vento-nero-dellantipolitica-e-la-norimberga-della-democrazia-il-golpe-borghese-della-terza-repubblica.html
Se siamo a questi punti non è colpa di Grillo. Lui ha gioco facile a
sparare nel mucchio, e, sono d’accordo , la politica del cecchino non porta
lontano, tanto più che dietro l’angolo si può nascondere chi potrebbe
utilizzare l’onda dell’antipolitica per instaurare derive ancora meno
democratiche delle attuali. Ma i più grandi fomentatori del clima attuale
avverso ai partiti sono i partiti stessi che fanno di tutto per alimentarlo.
Stiamo attenti con Grillo a non prendercela con il dito che indica la luna.
Il livello di corruzione è dilagante e sta avvolgendo quasi ogni cosa . Se è
vero che non sono tutti uguali, rendiamoci conto che l’eccezione ha preso il
posto della regola e non considerare il fenomeno con la dovuta attenzione è
grave come sparare nel mucchio. Il guaio è che questa classe dirigente non
è diversa da buona parte del suo popolo, anzi ne è espressione. Per lo meno
Grillo propone all’attenzione problematiche legate all’informazione, alle
politiche nelle mani delle banche, a quale modello di sviluppo, ai problemi
ambientali e climatici ecc ecc, che fanno parte , piaccia o no, ad una
visione diversa dal dibattito politico di un centrodestra ed un
centrosinistra sempre più incapaci di proporre prospettive diverse dal
proprio tornaconto immediato, elettorale e non. . Chi parla non è un
seguace di Grillo, anzi ; non darò mai il mio voto a chi fa venire al
governo del Piemonte uno come Cota…. Però stiano attente certe persone a
dare del qualunquista e chi affronta certi temi e se ne sta di questo
panorama desolante che ci sta intorno.
Roberto Pisani
Grillo dice solo la verità, che fa paura!!
L’italia è un buco nero senza fondo, e le attuali “manovre” della banda di governo, capobanda in testa al quirinale, altro non sono che un sistema per fare velocemente “cassa”, per colmare quei buchi creati dagli stessi promotori di questi provvedimenti. Solo i ciechi non vedono che tutto è stato generato dallo strapotere economico, e tutto viene fatto per sostenere questo potere.
Inoltre, ammesso che i provvedimenti siano veramente indispensabili, perchè li dovrebbero pagare sempre i piu’ poveri??? Le riforme non si fanno con i tagli indiscriminati, si fanno con le RIFORME!!
Tagli che hanno messo in ginocchio tutto il sociale!
Anche questo è altrettanto evidente, e chi li dovrebbe rappresentare (sinistra), si spartisce la fetta di maltolto!!
Grillo non sarà il massimo, ma non ci sono alternative
Mi vergogno di essere sempre stato simpatizzante di sinistra, e di rifondazione in particolare, perchè mi accorgo di essere sempre stato preso per il culo !!
Ma vergognati di simpatizzare per Grillo che è meglio!
Se la politica vuole risorgere, dia prove concrete.
Non mi pare di vedere buoni esempi, da qualunque schieramento vedo solo tentativi di nascondere le malefatte compiute.
Anzi, neanche piu’ quello, visto che intanto chi li smuove!!
.. e se la gente è incazzata nera non è certo colpa di Grillo, ma della “politica” del nostro paese, vista solo come modo per fare soldi, troppi soldi !!!!!!!!!!!!!!!!
“Recentemente è arrivato a sostenere che se tutti pagassero le tasse non farebbero alcun servizio al Paese (e all´onestà) ma semplicemente consentirebbero ai politici di rubare il doppio”.
E’ la verità, e ce ne accorgeremo tra un anno, quando l’economia sarà peggio di prima, strozzata da queste sanguisughe!!!
Quindi siamo in recessione per colpa dei costi della politica?
S. Oggionni
Viviamo ormai per pagare gli interessi sul debito pubblico. E’ una fornace in cui via via inceneriamo servizi sociali, nuove tasse, risparmi, case, diritti. Mentre alimentiamo questo roveto ardente ci impoveriamo. Più ci impoveriamo, più il debito aumenta e più aumentano gli interessi sul debito. Dopo sei mesi della cura Monti il debito pubblico è cresciuto e si avvicina ai 2.000 miliardi mentre l’occupazione è scesa e per questo, inevitabilmente, nel 2012 diminuirà bruscamente il gettito fiscale. Nel 2013 dovremo pagare oltre 100 miliardi di euro di interesse sul debito, circa un quarto dei 420 miliardi di tasse annuali. Ci stiamo avvitando come un aereo in picchiata per sostenere l’euro e pagare gli interessi accumulati dal Pdl e dal Pdmenoelle durante uno sciagurato ventennio.
A chi paghiamo gli interessi? Il debito pubblico è detenuto soltanto per il 14,3% da famiglie italiane. L’85,7% da banche, fondi e assicurazioni e altri investitori. Il 46,2% all’estero, in prevalenza banche francesi, tedesche, inglesi (*). Le banche sono i nuovi padroni, per nulla disponibili a rinunciare alla loro libbra di carne. A diminuire gli interessi, ad esempio, o a diluire nel tempo la restituzione del capitale. L’Italia non dispone di sovranità monetaria, non è possibile una svalutazione della lira e un riallineamento conseguente dei titoli alla nostra economia che vale molto meno rispetto al momento della loro emissione. Svalutare la lira equivaleva svalutare i titoli. Oggi non è più così. Abbiamo un cappio al collo che non possiamo toglierci e che stringerà sempre di più se non ristrutturiamo il valore dei titoli che valgono il 20/30% in meno del loro valore iniziale. Senza il prestito di mille miliardi della BCE alle banche al tasso dell’1% ,usati per comprare nuovi titoli al 5/6%, l’Italia sarebbe in pre default.
Rimandare il problema non serve. Diminuire gli interessi sul debito nel medio termine e la contemporanea emissione di nuovi titoli di Stato a basso/medio rendimento sono una “mission impossible”. Il ricatto è sempre il solito, se non si prosegue su questa strada si esce dall’euro. Ma dall’euro siamo già usciti, l’euro non rispecchia più il valore della nostra economia, al massimo il 60%. Uscire dall’euro non deve essere un tabù. Gran Bretagna e Danimarca sono parte della UE e hanno mantenuto le loro monete. Si può fare, bisogna iniziare a discuterne. Non è mai troppo tardi per tornare indietro da una strada lastricata per l’inferno.
(*) fonte Bankitalia
QUESTO E’ TRATTO DAL SITO DI BEPPE GRILLO, TI SEMBRANO BALLE O E’ LA VERITA’?? LA SINISTRA ITALIANA STA APPOGGIANDO TUTTO QUESTO, O NEL MIGLIORE DEL CASO ORGANIZZA SCIOPERI CHE NON SERVONO AD UN C.. PERCHE’ TANTO A CHI COMANDA DEGLI SCIOPERI NON GLI FREGA UN C… !
Appunto! Cosa c’entrano i costi della politica? Il debito pubblico cresce a causa degli stipendi dei parlamentari? E ragiona pure sull’elemento essenziale di questo articolo. E cioè che il debito pubblico è detenuto da banche, fondi e assicurazioni. Chi ci tiene per le palle?
SI
Gli elevati stipendi e benefit dei parlamentari li rendono TOTALMENTE distanti dai problemi del paese e dall necessità della popolazione che vive con una FRAZIONE di quanto loro guadagnano.
Eè anche una questione di PRINCIPIO, e VOI dei principi ne fate una bandiera ma la sventolate solo quando vi fa comodo e non vi ci dovete pulire il didietro.
Cordialmente
GRILLO – FERRERO (PRC –FDS): «CARO GRILLO, IL PROBLEMA NON è EURO O NON EURO MA SE LA MONETA è DEL POPOLO O DEI BANCHIERI»
Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista, ha dichiarato:
«è giusto non pagare il debito ma il problema non è stare dentro o fuori dell’euro, il problema è se la moneta è del popolo o di una banca privata come la BCE. Per questo noi proponiamo che la Banca Centrale sia pubblica e presti i soldi agli stati e non solo alle banche private come succede adesso. Il vero scandalo è che la BCE dà all’1% i soldi alle banche private e poi queste speculano sui titoli di stato facendosi pagare interessi da strozzini. Per non pagare il debito il vero problema è se la Banca Centrale è pubblica e cosa fa, non la faccia stampata sulle monete».
19 aprile 2012
Bravo Ferrero, eludi il problema… dillo chiaramente se vuoi stare nell’euro oppure no… siamo come la Lega? come i fascisti? o una sinistra europea moderna?
Se Grillo sfonda il muro del 7 per cento: è soltanto antipolitica?
Pubblicato il 18 aprile 2012 da Davide Valenti
Il Cinquestelle vola nei sondaggi e in molti cominciano a preoccuparsi. Probabilmente a ragion veduta
E’ bastato un sondaggio di SWG che assegna al movimento Cinquestelle di Beppe Grillo il 7,2% nelle intenzioni di voto degli italiani a creare il panico, soprattutto a (centro) sinistra. Sia Bersani, sia Vendola hanno espresso forte preoccupazione al riguardo: il primo ha parlato di “apprendisti stregoni” e il secondo di populismo che conduce, come in passato, a regimi totalitari. Entrambi i leader non esitano a parlare di antipolitica. Ma è davvero così?
Intanto, un primo dato, anche se poco scientifico. Il tema Grillo è talmente caldo che oggi ne ho parlato in un post e si è sollevata una valanga di commenti, ma il dato interessante è che, depurando i soliti pareri facili del tipo “andate tutti a lavorare”, sono quasi tutti buoni commenti dal punto di vista qualitativo. Per capirci, non accade lo stesso quando parlo della Lega o anche del premier.
Ma andiamo avanti. Del tema si è occupato ad esempio Vittorio Zucconi, nel suo blog su Repubblica, descrivendo con un po’ troppa – a mio avviso – sufficienza un fenomeno quasi fisiologico, associato a una quantità di cittadini da sempre pronti “a votare per qualsiasi partito, movimento, magliaro, pifferaio magico, incantatore di serpenti, tribuno, visionario più o meno disinteressato e in buona fede che agitasse forconi e si proclamasse fuori da sistema o anti sistema”, citando anche il Fronte dell’Uomo qualunque di Guglielmo Giannini, che riuscì a inviare 30 deputati all’Assemblea Costituente per poi perdersi, negli anni successivi, tra liberali, monarchici e missini. La tesi di Zucconi è: tutti questi movimenti, Grillo compreso, quando arrivano alla prova del nove, ossia a governare, si fermano prima. Il Cinquestelle ha dalla sua la Rete, che per Zucconi “funziona da cassa di risonanza e crea l’impressione che i ribelli e gli antisistema siano molto più numerosi, ma, fino a prova contraria, è un effetto ottico“. Lo sapremo presto, perché facilmente, a meno di leggi elettorali astruse con sistemi di sbarramento a doppia cifra, qualche grillino deputato ci sarà. Però, ripeto: siamo sicuri che si tratti solo di un effetto ottico?
Peter Gomez, nel suo blog sul Fatto quotidiano, è di avviso opposto. Intanto, “scompone” la persona Beppe Grillo dal movimento, il quale – come noto – ha raggiunto risultati sorprendenti alle amministrative del 2011 portando molte sue persone nei consigli comunali. Tutti giovani e, aggiungo io, tutti esponenti della “società civile” tanto cara a Walter Veltroni, ma che a lui è tornata indietro come un boomerang (vedi il “caso” Calearo). Gomez parte dalla presenza dei grillini negli enti locali per smontare la tesi dell’antipolitica: “Gli osservatori attenti e in buona fede, infatti, non possono negare che l’attività degli attivisti e dei rappresentanti dei cittadini fin qui eletti nei comuni e nelle regioni, dimostra proprio il contrario. La scelta di rinunciare ai finanziamenti pubblici, di mettere un tetto al numero di candidature consecutive, la presenza di programmi precisi, sono un fatto politico“. Innegabile: con che diritto Bersani e Vendola possono parlare di antipolitica?
Rimangono, certamente, alcuni nodi. Il primo, che sottolinea lo stesso Gomez, è lo stile di Grillo, che in molti associano alla Lega: in effetti, i suoi “vaffa” a quasi tutti i politici non si differenziano molto dalle pernacchie o dal dito medio di Bossi. Senza parlare delle sue – queste sì, davvero populiste – boutade come quella di disegnare Mario Monti (da lui soprannominato “Rigor Montis”) in una bara. Inoltre, Gomez correttamente cita l’intransigenza di Grillo “nei confronti di chi la pensa diversamente da lui o esercita il diritto di cronaca e di critica”. Ma al di là di ciò, continua, “il movimento Cinquestelle è vivo e vuole crescere. E questo oggi, in un mondo popolato da partiti e leader ormai (politicamente) morti, è già tanto”.
Il secondo grande nodo è quello del Cinquestelle contro tutti, che a rigor di logica non può perdurare. E’ dovuta forse a questo la sufficienza di Zucconi nei confronti del movimento e sarà questa la vera prova per i suoi rappresentanti quando, ad esempio, un giorno uno di loro potrebbe trovarsi in commissione Bilancio insieme a deputati dei tanto sbeffeggiati Pdl del “nano pelato” Berlusconi, Pd meno elle e Udc di “Azzurro Caltagirone” Casini. Tutti, come noto, nomignoli che Grillo tira fuori dalla sua originaria professione di comico. Oggi, però, per ridere – anche amaramente – gli italiani guardano Crozza: invece, da Grillo e dai suoi adepti si aspettano altro. Il Cinquestelle saprà farsi trovare pronto all’appuntamento?
Ciononostante, io sarei cauto a parlare di antipolitica, anche perché la politica di professione, per citare Max Weber, continua a essere cieca e sorda di fronte a certi segnali. Le modifiche all’acqua di rose sul finanziamento pubblico ai partiti proposte da Alfano, Bersani e Casini, ad esempio, fanno dire al coordinatore di Generazione Futuro (Fli) Gianmario Mariniello che il trio ABC assomiglia “a coloro che ballavano mentre il Titanic affondava” e che il loro comunicato “è il miglior assist per Beppe Grillo“. Il quale, probabilmente, ringrazia. Ne vedremo ancora delle belle.
a proposito di Beppe Grillo…. questa è l’ultima stronzata:
“La lotta tra lavoratori e padroni non esiste più” (Beppe Grilo)
ecco l’intervista definitiva… meditate, grillini, meditate…
http://miccolismauro.wordpress.com/2011/05/18/chi-c-dietro-a-beppe-grillo-e-al-suo-partito/
Seguendo il consiglio di un’amica e compagna, vi linko questo meraviglioso articolo: http://www.wumingfoundation.com/giap/?p=6524.
L’autore è… INATTACCABILE!
Caro Simone,
Il Partito Comunista era il paese degli onesti e di quelli che lottavano per uma Italia e um mondo migliore (come diceva Pasolini), ma come adesso no c`è piú l´Italia é tuuta dei ladri e dei qualunquisti. Da rifare da capo.
Saluti,
Marcos
Caro Marcos,
siamo deboli e infinitamente più piccoli del grande Partito comunista italiano, ma proviamo a lottare e proviamo a dare il nostro contributo per rifarla da capo quest’Italia maledetta.
Un abbraccio,
Simone
CONDIVIDO LA TUA ANALISI.
Ciao
Franco
Grazie, alla prossima!
Simone
BARBARA SPINELLI | La perdita dell’olfatto
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Usciamo dal gorgo
di Barbara Spinelli, da Repubblica, 18 aprile 2012
Quando il fascismo stava per finire, nel novembre 1944, un giornalista americano che conosceva bene l’Italia, Herbert Matthews, scrisse un articolo molto scomodo, sul mensile Mercurio diretto da Alba De Céspedes. S’intitolava “Non lo avete ucciso”, e ci ritraeva, noi italiani e i nostri nuovi politici, incapaci di uccidere la bestia da cui in massa eravamo stati sedotti. Una vera epurazione era impossibile, soprattutto delle menti, dei costumi.
Troppo vasti i consensi dati al tiranno, i trasformismi dell’ultima ora. Matthews racconta un episodio significativo di quegli anni. Quando il governo militare alleato volle epurare l’Università di Roma, una delegazione del Comitato di liberazione nazionale (Cln) chiese che la riorganizzazione fosse compiuta da due membri di ciascun partito: «In altre parole, una politica di partito doveva essere introdotta nel dominio dell’alta cultura: il che, mi sembra, è fascismo bello e buono». Il giornalista conclude che la lotta al fascismo doveva durare tutta la vita: «È un mostro col capo d’idra, dai molti aspetti, ma con un unico corpo. Non crediate di averlo ucciso».
L’idra è tra noi, anche oggi. Nasce allo stesso modo, è il frutto amaro e terribile di mali che tendono a ripetersi eguali a se stessi e non vengono curati: come se non si volesse curarli, come se si preferisse sempre di nuovo nasconderli, lasciarli imputridire, poi dimenticarli. È uno dei lati più scuri dell’Italia, questo barcollare imbambolato lungo un baratro, dentro il quale non si guarda perché guardarlo significa conoscere e capire quel che racchiude: la politica che non vuol rigenerarsi; i partiti che non apprendono dai propri errori e si trasformano in cerchie chiuse, a null’altro interessate se non alla perpetuazione del proprio potere; la carenza spaventosa di una classe dirigente meno irresponsabile, meno immemore di quel che è accaduto in Italia in più di mezzo secolo.
E tuttavia distinguere si può, si deve: altrimenti prepariamoci alle esequie della politica. Ci sono uomini e partiti che si sono opposti e s’oppongono alla degenerazione, e ce ne sono che coscientemente hanno scommesso sul degrado. C’è la Costituzione, che protegge la politica e chi ne ha vocazione: compresi i partiti, che al caos oppongono l’organizzazione. Il molle non è equiparabile al colluso con la mafia, il mediocre non è un criminale. La politica è oggi invisa, ma a lei spetta ricominciare la Storia. I movimenti antipolitici denunciano una malattia che senz’altro corrode dal di dentro la democrazia, ma non hanno la forza e neanche il desiderio di governare.
Chi voglia governare non può che rinobilitarla, la politica. Se questo non avviene, se i partiti si limitano a denunciare l’antipolitica, avranno mancato per indolenza e autoconservazione l’appuntamento con la verità. Non avranno compreso in tempo l’essenziale: sono le loro malattie a suscitare i pifferai-taumaturghi (l’ultimo è stato Berlusconi). Il paese rischia di morire di demagogia, dice Bersani, ma questa morte è un remake: vale la pena rifletterci sopra.
Guardiamola allora, questa politica sempre tentata dai remake. Non è solo questione di corruzione finanziaria, o del denaro pubblico dato perché i partiti non siano prede di lobby e che tuttavia è solo in piccola parte speso per opere indispensabili (il resto andrebbe restituito ai cittadini: questo è depurarsi). La corruzione è più antica, ha radici nelle menti e in memorie striminzite.
Matthews denuncia lottizzazioni partitiche già nel ’44. Un’altra cosa che smaschera è il ruolo della mafia nella Liberazione. Anche quest’idra è tra noi.
È lunga, la lista dei mali via via occultati, e spesso scordati. L’AntiStato che presto cominciò a crearsi accanto a quello ufficiale, e divenne il marchio comune a tante eversioni: mafiose, brigatiste, della politica quando si fa sommersa. Un AntiStato raramente ammesso, combattuto debolmente. E le stragi, a Portella della Ginestra nel ’47 e a partire dal ’69: restate impunite, anonime.
L’ultima infamia risale alla sentenza sull’eccidio di Brescia del ’74, sabato scorso: tutti assolti. È un conforto che Monti abbia deciso che spetta allo Stato e non alle vittime pagare 38 anni di inchieste e processi: l’ammissione di responsabilità gli fa onore. Poi la P2: una «trasversale sacca di resistenza alla democrazia», secondo Tina Anselmi. Berlusconi, tessera 1816 della Loggia, entrò in politica per attuare il controllo dell’informazione e della magistratura previsto nel Piano di Rinascita democratica di Gelli. Le mazzette a politici e giornalisti si chiamano, nel Piano, «sollecitazioni».
È corruzione anche la sordità a quel che i cittadini invocano da decenni, nei referendum. Nel ’91 votarono contro una legge elettorale che consentiva ai partiti di piazzare nelle liste i propri preferiti. Nel ’93 chiesero l’abbandono del sistema proporzionale, che in Italia aveva dilatato la partitocrazia. Il 90.3 per cento votò nel ’93 contro il finanziamento pubblico dei partiti. I referendum sono stati sprezzati, con sfacciataggine. Il finanziamento è ripreso sostituendo il vocabolo: ora si dice rimborso. Da noi si cambia così: migliorando i sinonimi, non le leggi e i costumi.
Ma soprattutto, sono spesso svilite le battaglie dell’Italia migliore (antimafia, anticorruzione). Bisogna cadere ammazzati come Ambrosoli, Dalla Chiesa, Falcone, Borsellino, per non finire nel niente. Le commemorazioni stesse sono subdole forme di oblio. Si celebra Ambrosoli, non la sua lotta contro Sindona, mafia, P2. Disse di lui Andreotti, legato a Sindona: «È una persona che se l’andava cercando ». Fu ascoltato in silenzio, e non possiamo stupirci se l’ex democristiano Scajola, nel 2002, dirà parole quasi identiche su Marco Biagi, reo d’aver chiesto la scorta prima d’essere ucciso: «Era un rompicoglioni che voleva il rinnovo del contratto di consulenza». Ci sono cose che, una volta dette, ti tolgono il diritto di rappresentare l’Italia.
Viene infine la dimenticanza pura, che dissolve come in un acido persone italiane eccelse. Tina Anselmi è un esempio. Gli italiani sanno qualcosa della straordinaria donna che guidò la commissione parlamentare sulla P2? È come fosse già morta, ed è commovente che alcuni amici la ricordino. Tra essi Anna Vinci, autrice di un libro di Chiarelettere sulla P2. Con Giuseppe Amari, la scrittrice ha appena pubblicato Le notti della democrazia, in cui la tenacia di Tina è paragonata a quella di Aung San Suu Kyi. Altro esempio: Federico Caffè, fautore solitario di un’ economia alternativa ai trionfi liberisti, di rado nominato. Un mattino, il 15-4-87, si tolse di mezzo, scomparve come il fisico Majorana nel ’38. Anosognosia è la condizione di chi soffre un male ma ne nega l’esistenza: è la patologia delle nostre teste senza memoria.
La letteratura è spesso più precisa dei cronisti. Nel numero citato di Mercurio è evocato il racconto che Moravia scrisse nel ’44: L’Epidemia. Una malattia strana affligge il villaggio: gli abitanti cominciano a puzzare orribilmente, ma in assenza di cura l’odorato si corrompe e il puzzo vien presentato come profumo.
Quindici anni dopo, Ionesco proporrà lo stesso apologo nei Rinoceronti. La malattia svanisce non perché sanata, ma perché negata: «Possiamo additare una particolarità di quella nazione come un effetto indubbio della pandemia: gli individui di quella nazione, tutti senza distinzione, mancano di olfatto ». Non fanno più «differenza tra le immondizie e il resto».
Ecco cosa urge: ritrovare l’olfatto, anche se «è davvero un vantaggio» vivere senza. Altrimenti dovremo ammettere che preferiamo la melma e i pifferai che secerne, alla «bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità, e quindi della complicità». Il profumo che Borsellino si augurò e ci augurò il 23 giugno ’92, a Palermo, pochi giorni prima d’essere assassinato.
(18 aprile 2012)
“L´amaca” di MICHELE SERRA da La Repubblica del 12 aprile 2012
Posted on 12 aprile 2012 | 2 commenti
Se “il popolo” è quello cristallizzato negli anni dal leghismo, come si fa a fidarsene, e a volerlo al potere? La grande intuizione del socialismo era che il popolo, nei secoli sfruttato e soggiogato, dovesse liberarsi prima di tutto della propria subalternità. Che fosse ignorante, e dunque dovesse studiare. Che fosse abbrutito, e dunque dovesse elevarsi. Che per sconfiggere i ricchi, i padroni, i borghesi, i preti, e chiunque altro lo tiene in soggezione, il popolo dovesse diventare migliore di loro.
Il male imperdonabile che i leghisti hanno fatto a se stessi è piacersi così com´erano, gongolare per i modi rozzi, specchiarsi in un capo becero. La catastrofe del “cerchio magico” è figlia – anche – di un ambiente che pretende tutto per se stesso, ma non pretende nulla da se stesso. Un ambiente povero di cultura e di ambizioni sociali e umane, goffamente convinto che un diploma-patacca (pagato a caro prezzo, e non di tasca propria) possa fare da foglia di fico, come i titoli nobiliari fasulli a Napoli. Non si cade così rovinosamente se non si è, al tempo stesso, indifesi e presuntuosi. Indifesi come il popolo è sempre stato; presuntuosi come il popolo diventa quando demagoghi come Bossi e i suoi complici lo convincono di essere potente e invincibile. Ingannandolo a morte.
“L´amaca” di MICHELE SERRA da La Repubblica del 12 aprile 2012
Consiglio la lettura dell’amaca di Serra di oggi, e anche di Barbara Spunelli in prima di Rep. Stiamo attenti a non chiamare antipolitica anche ciò che è politica (di destra, popolista magari, ma politica). Baci!
Entrambi molto condivisibili! E, mi pare, non in contrasto con quello che ho scritto. Senz’altro non in contrasto con quello che penso…
Un abbraccio,
Simone
non è proprio come dici, in realtà Grillo ha semplicemente detto ( come dargli torto ) che se tutti pagassero le tasse per i politici ci sarebbe una torta più grande alla quale attingere. Poi scusami ma di questa classe politica dove uno fa affari con il gruppo Marcegaglia e finanzia don Verzè, un altro si tiene nel partito il suo braccio destro Penati nonostante abbia intascato tangenti, non parliamo poi del PDL…e che dire di Casini e del UDC ricettacolo di mafiosi e tangentari ( vedi Cesa e Cuffaro ).
Mi dispiace ma non sono d’accordo con la tua analisi.
Francesco Legrottaglie
Infatti io parlo di Rifondazione Comunista. Cosa puoi imputare al nostro partito dal punto di vista della “questione morale”?
Simone Oggionni
ABBASSO LA POLITICA CHE E’ LA MALATTIA DI CUI CREDE DI ESSERE LA TERAPIA DI QUESTO PAESE E VIVA L’ANTIPOLITICA
anche Mussolini la pensava così!
sei su paneacqua:
http://www.paneacqua.info/2012/04/abbasso-beppe-grillo-viva-la-politica/
Un buon inizio di discussione, indubbiamente a sinistra c’è bisogno di unità ma uscendo dagli schemi dei vecchi partiti, dal correntismo, dai partiti con un solo leader carismatico, c’è bisogno di tornare al collettivo per esprimere i bisogni diffusi, per difendere i beni comuni. C’è bisogno di uscire dalle contraddizioni e di fare proposte concrete per riformare la politica e allora, ad esempio, occorre dire che bisogna stabilire che chi ha conflitti di interesse è bene che resti a casa, che non si possono ricoprire per più di due mandati, senza eccezioni per nessuno, gli stessi incarichi, che occorre portare i gettoni di presenza ad un importo che nel complesso non superi uno stipendio medio, che occorre tornare alle preferenze ma ponendo limiti al costo e altipo di spese che si sostengono in campagna elettorale, che occorre certificare tutte le spese che le forze politiche fanno ponendo ad esse al contempo un tetto (non si può pagare a piè di lista campagne elettorali milionarie mentre la gente non riesce ad arrivare a fine mese, infine le forze politiche devono darsi un codice etico serio, basta con le assunzioni clientelari e gli appalti a parenti amici, conoscenti e sostenitori. Ai grillini sostenitori dell’abolizione del finanziamento pubblico voglio ricordare la maxi tangente enimont e molte altre che hanno inquinato il sistema economico italiano, finanziamenti finiti nelle tasche di pochi eccellenti e non certo dei partiti. Qui è ogni giorno più sotto attacco la democrazia e la possibilità per tutti di essere rappresentati e qui faccio un appunto anche ad Oggioni. In tanti anni di politica ne ho visti di giovani squali rampanti attenti solo alla propria carriera politica e non certo al bene comune. Invece, c’è bisogno di essere tutti rappresentati ugualmente donne e uomini, giovani e meno giovani di ogni ceto sociale. altrimenti facciamo il gioco di chi dai grandi media attacca da anni chi siede nelle istituzioni a prescindere da come ci sta. Il gioco dei giornali padronali che si servono di grandi firme per accendere la miccia dell’anti politica che rischia di bruciare una democrazia già fragile di suo. Facciamo il gioco di chi ha chiesto e ottenuto prima il taglio di tutti gli eletti e oggi quello dei finanziamenti pubblici, quando bastava ridurre notevolmente gli emolumenti e correggere quel sistema di aziende pubbliche a intero capitale pubblico ma di diritto privato che ha generato un immensa crescita dei costi di servizi pubblici sempre più scadenti. Il risultato è che oggi rischiamo che ad esser rappresentati siano solo i poteri forti e con il taglio dei finanziamenti pubblici la frittata è servita. E dire che se stiamo nella merda è perchè un miliardario ha potuto costruirsi un proprio partito e con quello andare al governo e restarci per 11 anni. Un ripensamento che deve riguardare, innanzitutto, tutte le forze politiche democratiche a partire dal prc dove ho militato per anni e da eletta mi sono battuta contro tante speculazioni per poi scoprire che il mio segretario di federazione se ne serviva per ottenere finanziamenti per la sua associazione. Quando ho chiesto di denunciare la cosa, anche se nel frattempo se ne era andato, il processo l’ho subito io.
Evidentemente chi fa politica non VUOLE vedere quanto la gente si sia stancata di chi fa politica. Cosa c’è di strano nelle parole di Grillo? Troppe verità fanno troppo male? Vi irrita sentire che avete la coscienza sporca? Non è forse vero ciò che da anni denuncia Grillo con le sue campagne, i suoi spettacoli e il suo blog?
Nessuno si rende conto che nel 2012 è ridicolo vestire i panni di ideologie morte e sepolte da quasi un secolo? Nessuno si rende conto che la gente del 2012 vuole vedere il futuro in modo diverso? Non riuscite a vedere quanto ridicola è la classe dirigente che VOI politici supportate? Non vi rendete conto che siamo in mezzo al più becero gioco di potere mai visto?
Se proprio non vi rendete conto di tutto ciò allora vuol dire che siete vecchi, siete senza speranza e la gente si dimenticherà in fretta di voi. Non abbiamo più bisogno di politici: abbiamo bisogno di gente onesta che lavori.
E poi vi spiego un concetto: se nella frase “pagando più tasse i politici ruberanno di più” vuol dire che I POLITICI RUBERANNO DI PIU’, e non che gli italiani non debbano pagare le tasse, e in più, che diamine, possibile che non vediate che questi RUBANO DAVVERO? Tutti! Indiscriminatamente! Chi è più potente ruba di più e chi è meno potente ruba le briciole! Strumentalizzare ogni parola, ogni gesto, interpretare, deformare, è una pratica fastidiosa e tediante. E io mi sono stancato.
Una volta sventolavo la vostra bandiera. Poi mi sono reso conto che quella bandiera, per voi, non significa nulla. Provate a fare pulizia seria, poi ne riparliamo.
La privatizzazione della politica
17 Aprile 2012 19:48 Italia – Quadro politico
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di Francesco Francescaglia, Responsabile organizzazione PdCI
I casi Lusi e Belsito hanno scatenato un’ondata d’ira popolare contro il finanziamento pubblico ai partiti. Ira che si è generalizzata contro i politici. Tutti.
Tutti uguali, tutti ladri. Devono andarsene, meglio se direttamente in galera.
Togliere i soldi ai partiti. Anzi, cancellare direttamente i partiti.
I politici sono ladri, incapaci, corrotti, bugiardi. La politica è casta, cricca, privilegio.
L’Italia è ormai un grande palcoscenico per lo spettacolo indegno della corruzione. Ogni giorno, da anni, le cronache sono piene di politici arrestati, indagati, coinvolti in scandali.
La questione morale è enorme. Come ai tempi della denuncia di Berlinguer. Come ai tempi di Tangentopoli.
Tangentopoli, alla fine, è servita a corrotti, concussori e corruttori, per affinare l’arte del rubare. Dalla rozza valigetta zeppa di contanti, siamo passati a incarichi, consulenze e favori di ogni sorta (tipo la “casa a mia insaputa”). Son cambiate le “tecniche”, non la sostanza. Tangentopoli, alla fine, è servita a seppellire la prima Repubblica della DC, di Craxi e del pentapartito, e a far nascere la seconda Repubblica di Berlusconi, Bossi, Fini e Casini. Sono cambiati i protagonisti, ma la destra ha continuato a governare il paese.
La doverosa azione giudiziaria di quegli anni non ha prodotto una “via giudiziaria alla democrazia”. Colpa della politica, ovviamente, mica dei giudici.
Oggi siamo punto e a capo. Anche all’inizio degli anni novanta eravamo in piena transizione politica, come oggi. Anche allora c’era una forte crisi economica, come oggi. Anche allora l’antipolitica cresceva, come oggi. Nel 1992 ci furono le stragi di mafia, oggi speriamo almeno di non dover assistere di nuovo a quelle tragedie criminali.
La crisi degli anni novanta produsse il berlusconismo: il prototipo del neoliberismo populista. La crisi attuale, per ora, sta producendo il “montismo”: un turbo-neoliberismo tecnocratico.
La destra, nelle sue mutevoli e molteplici forme, è sempre il nemico da battere.
Ingiustizia sociale, populismo, edonismo, fascismo, destra, antipolitica, neoliberismo, privatizzazioni, recessione, tecnocrazia, guerra, licenziamenti, razzismo, qualunquismo. Parole che stanno nello stesso calderone. L’una tiene e produce il significato delle altre.
Costituzione, partiti, democrazia, stato sociale, diritti, pubblico, beni comuni, pace, lavoro, crescita, cultura, istruzione, solidarietà, giustizia, etica. Parole che appartengono (o almeno dovrebbero) al campo semantico e politico della sinistra.
Attenti a fare politica pescando parole dal campo della destra. Attenti a fare confusione. Si finisce col fare il gioco dell’avversario. Anzi, si fa il lavoro sporco per conto del nemico (di classe). Sparare con qualunquismo contro i partiti significa proprio questo. Sappiamo bene che si prendono più voti con la demagogia dell’antipolitica, piuttosto che con la serietà di chi pone la questione morale cercando di non gettare via il bambino insieme all’acqua sporca.
Bisogna, invece, avere il coraggio di dire alcune cose con grande chiarezza. I comunisti sono per il finanziamento pubblico alla politica e difendere questo principio per noi significa difendere la democrazia. Privatizzare la politica è il sogno del capitale e dei liberisti. Un partito che dipende dalle lobby imprenditoriali è un partito che ha per azionista di maggioranza il capitale privato, non i suoi iscritti e i suoi elettori.
Non solo siamo contrari al modello americano, ma andrebbe addirittura posto un limite alla quantità di soldi privati che possono essere raccolti da un partito (il 50% dei fondi pubblici che ciascun partito riceve?). Berlusconi è proprietario del PDL e, sembra, che si sia comprato anche il simbolo della Lega Nord. Dove c’è un padrone, non c’è democrazia.
Tutti sono liberi di fondare un partito e di fare politica. La democrazia, però, deve garantire pari condizioni di partenza e pari opportunità a tutti. È ovvio che chi ha il potere dei soldi può comprarsi il potere dell’informazione e, alla fine, direttamente il potere politico. È questo il vero conflitto d’interessi. Chi queste cose non le ha, come i lavoratori, i disoccupati o i precari, non ha le stesse condizioni e opportunità. Così la democrazia non esiste e diventa solo una parola vuota per coprire colossali abusi di potere.
Forse vale la pena rispondere a qualche cretinata populista che ci viene sempre propinata per chiudere il discorso sul sostegno al principio del finanziamento pubblico ai partiti. Alcuni dicono: un movimento politico può autofinanziarsi tramite i suoi iscritti, non ha bisogno dei fondi pubblici. Forse questo può essere vero per un piccolo movimento di opinione non radicato nel territorio e che nasce e muore nel corso di una breve stagione politica. Non può valere per la generalità del sistema democratico dei partiti: Berlusconi, da solo, può finanziare un partito. Un precario, invece, fatica a versare 100 euro. Fare politica costa. E non costa solo in occasione delle elezioni. Costa tutto l’anno. Perché i partiti in Italia non sono – e speriamo non lo divengano mai – dei comitati elettorali. Sono (dovrebbero) essere la democrazia che si organizza, i diversi interessi sociali che si scontrano, che alimentano la dialettica sociale. In una democrazia sana ciò avviene ogni anno, tutti i mesi, giorno dopo giorno. E fare questo costa. Non esiste alcun partito nato dal nulla, senza soldi, che abbia avuto un successo durevole. Neanche la Lega Nord, giacché senza il salvataggio economico e politico arrivato in extremis da Berlusconi sarebbe fallita nel 2010 per bancarotta. Tutti gli altri avevano qualcosa: Berlusconi i soldi e le TV, Grillo la sua fama e i suoi soldi, Di Pietro l’enorme popolarità e visibilità. Fateci caso: son tutti partiti personali, nessuno ha cominciato da zero, tutti sono andati avanti grazie ai soldi ricevuti (anche i Radicali).
Se per noi va bene il principio del finanziamento pubblico alla politica, bisogna poi andare a vedere come viene applicato. Il sistema italiano è stato ed è ancora: soldi pubblici ai partiti, alte retribuzioni per gli eletti e gli amministratori pubblici, privilegi e pochi controlli, cui bisogna aggiungere il finanziamento illecito derivante dalla corruzione.
I costi degli eletti vanno abbassati. Non, però, tagliando il numero dei parlamentari, che serve a colpire i partiti più piccoli a vantaggio dei più grandi e ad aumentare il divario tra eletti ed elettori). Bisogna, invece, tagliare gli emolumenti e i privilegi che gli eletti hanno. Del resto noi comunisti siamo gli unici che continuano a far versare ai nostri amministratori ed eletti il 50% degli emolumenti che percepiscono.
La corruzione, poi, è da considerarsi una sottospecie (illegale) della privatizzazione della politica. Un amministratore pubblico ha il potere di dare appalti, licenze, concessioni, finanziamenti. Insomma gestisce soldi dello Stato. Tanti soldi. Non può, ovviamente, darli direttamente a sé o al suo partito. Oltre a essere illegale verrebbe subito “sgamato”. Però può darli a privati, società, aziende. Il politico (ladro), infatti, dà soldi a un privato, trattenendone per se o per il suo partito un pezzo (la tangente). Insomma, una partita di giro.
Questa partita di giro negli Usa è sostanzialmente legalizzata. Le famose lobby sono gruppi di pressione messi in piedi da aziende private per curare i loro interessi. Ogni azienda ha interessi legislativi o magari vuole ottenere commesse pubbliche, appalti e così via. Per farlo le lobby finanziano direttamente i partiti (ovvero i candidati e i comitati elettorali) oppure assumono a fine carriera un politico pagandolo profumatamente per i servigi resi quando era in carica.
Il sistema americano di finanziamento alla politica è regolamentatissimo, con sanzioni pesanti, manette e galera per chi sgarra.
Questo spiega anche (ma non giustifica) perché un politico in Italia (e anche gli alti dirigenti pubblici) guadagni più che un suo omologo in USA, dove a fine carriera, al contrario che in Italia, lo attende con certezza un “buen retiro” presso un’azienda privata con annesso megastipendio.
Questo spiega, infine, perché in USA la politica la fanno i ricchi che, infatti, approvano leggi per i ricchi, ad esempio sul fisco (le tasse sulla rendita sono meno della metà di quelle sul lavoro).
In Italia questo sistema funziona poco. Le aziende non vogliono esporsi troppo con i partiti e non hanno una convenienza diretta a farlo. Non hanno bisogno di pagare per avere delle leggi a loro favorevoli. Ci pensa la politica, gratis, e c’è Confindustria a difendere i loro interessi (e, infatti, in Usa non esiste un’analoga associazione degli industriali).
È un sistema di lobbing molto diverso da quello Usa, dove ogni azienda pensa per sé. In Italia, invece, le associazioni di categoria rappresentano gli interessi generali dei loro associati.
Tradizionalmente i governi in Italia hanno sempre fatto gli interessi dell’impresa (basti pensare non solo all’aspetto legislativo, ma anche ai 45 miliardi di euro che ogni anno lo Stato regala con scarsi controlli alle imprese). Però gli imprenditori italiani sono disponibili a spendere somme ingenti per corrompere e ottenere appalti e vantaggi. Perché così riescono ad avere un vantaggio competitivo sulle altre imprese che non corrompono e la concorrenza va a farsi benedire. Il sistema all’italiana sta bene a tanti. La tangente appartiene alla stessa famiglia culturale della raccomandazione, della spintarella, della furbizia, dell’evasione fiscale. Il semplice cittadino insulta il politico e disprezza la politica, ma se conosce un eletto, qualcuno che conta qualcosa, non esita un secondo a chiedere un favore, piccolo o grande che sia. Evade il fisco senza remore, ma si scaglia con moralismo contro la politica. In Italia non ci sono lobby del tipo anglosassone, ma c’è la logica dell’amico dell’amico, dell’ambiente che conta, del salotto da frequentare. Corporativismo, fascismo e mafia prosperano su questo brodo di coltura italico. Così fan (quasi) tutti, prima o poi, almeno una volta nella vita. E ciò non significa che vada bene così, anzi. Però serve a spiegare un po’ di cose e, magari, a capire che non esistono soluzioni facili ad aggredire il complesso e vasto problema italico del malaffare.
Torniamo a noi, al finanziamento pubblico ai partiti. Anche qui non cerchiamo di fare gli ipocriti. Scandalizzarsi per lo spread tra spese elettorali e rimborsi erogati è da ingenue anime belle. È ovvio che il rimborso elettorale sia un escamotage per mascherare il finanziamento pubblico ai partiti cancellato da un referendum popolare (non che non si potesse reintrodurre direttamente il finanziamento pubblico, la Costituzione lo avrebbe consentito, la demagogia pubblica no). Bisogna anche dire che il principio di legare i finanziamenti ai voti presi è equo perché puramente proporzionale. Certo, chiamarlo rimborso è davvero da ipocriti, ma è giusto che il criterio dei voti presi sia quello fondamentale per dare soldi ai partiti. Adesso abbiamo un proporzionale puro (tot soldi per ogni voto preso) con sbarramento (sotto l’1% dei voti niente soldi).
Parentesi. Se il sistema viene definito in modo fariseo “rimborso elettorale”, non si vede perché chi si candida alle elezioni (riuscendo a raccogliere le firme) e spende soldi, poi non abbia diritto come gli altri al rimborso anche se non ha eletto . Questo simpatico meccanismo ha fatto sì, ad esempio, che la Federazione della Sinistra non abbia beccato un quattrino per le ultime elezioni europee. L’introduzione della soglia di sbarramento al 4% ha determinato che chi non la superava non prendeva nemmeno il rimborso. Con un effetto ancora più simpatico: i soldi della FDS (e delle altre forze che non hanno eletto) non è che non sono stati dati e fine. Se li son divisi i partiti che hanno eletto, incrementando l’ammontare del loro rimborso. Davvero un criterio di equità. Ora si capisce meglio perché gli sbarramenti piacciono tanto ai grandi partiti. Chiusa parentesi.
Al sistema italiano dei rimborsi servono alcuni correttivi. Non c’è dubbio. Partiamo con l’eliminare l’ipocrisia del concetto di rimborso e torniamo a definirlo finanziamento pubblico ai partiti. Poi, siccome ci riempiamo la bocca con la Germania, non sarebbe male importare il loro modello. Ogni voto vale un tot, ma superata una certa cifra si danno meno soldi per ogni voto. Normale, banale. Tranne che da noi. I soldi si danno a tutti i partiti che eleggono. Gli altri ottengono un rimborso a piè di lista per le spese effettuate con una soglia massima prestabilita.
Continuando a fare gli esterofili c’è un principio saggio che vige in Gran Bretagna: l’opposizione è svantaggiata rispetto a chi governo quindi ottiene più soldi (anzi, chi vince non riceve una sterlina) e più spazi sui media.
In Francia, invece, lo Stato fornisce servizi. Ad esempio stampa e affigge manifesti per ogni partito che si presenta alle elezioni. Un buon sistema, che eviterebbe la vergogna italiaca di tonnellate di carta appiccicata fuori dagli spazi consentiti ed eliminerebbe i costi folli dell’attacchinaggio elettorale (che ormai, nelle grandi città, solo i partiti più grandi possono permettersi).
Va poi messo un tetto, ovviamente, alle spese per una campagna elettorale. Non è possibile che a Milano Letizia Moratti abbia speso dieci volte tanto quanto speso da Pisapia.
Poi c’è il tema di quanto dare. Il meccanismo del calco in base ai voti andrebbe modificato. Adesso si calcola il numero degli aventi diritti al voto e si moltiplica per 0,7 euro (prima era 1 euro). Il fondo così calcolato viene diviso proporzionalmente in base ai voti presi dai partiti che superano lo sbarramento. Ovviamente se il calcolo del fondo fosse fatto in base al numero dei votanti, non degli aventi diritto al voto, il fondo si ridurrebbe del 30-35%. E il criterio sarebbe più equo.
Infine c’è la questione dei controlli. Ci vogliono. E ci vorrebbe magari una legge che dicesse come si possono usare i soldi pubblici. Perché moralmente il comportamento del Trota è esecrabile (e se fossi leghista lo andrei a prendere a pedate), ma non è reato. E, infatti, non è indagato. I controlli ci sono già. I rendiconti devono essere redatti a norma CEE, pubblicati su due quotidiani, controllati da un Collegio dei revisori dei conti della Camera dei Deputati. Per le elezioni i bilanci vanno agli uffici circoscrizionali presso la Corte d’Appello e il consolidato nazionale va alla Corte dei Conti. I controlli funzionano male, come dimostrano Lusi e Belsito? Miglioriamoli, rendiamoli più efficaci e precisi.
Infine c’è un principio che va stabilito. Chi prende soldi pubblici deve essere controllato. Bene. Deve valere per tutti allora. Giorni fa il Corriere della Sera dava la notizia che in Italia, ogni anno, lo Stato elargisce 45,7 miliardi di euro come incentivi alle imprese. Nell’Unione Europea nel solo 2009, sono stati stanziati 427 miliardi in aiuti alle imprese. Come vengono usati? Chi controlla? Chi ci garantisce che un padrone quei soldi non li usi per farsi la Porsche, andarci in vacanza o ristrutturarsi la casa? Un oceano di soldi pubblici di cui non si sa quasi niente. Stiamo parlando di 20 volte in un anno i soldi che i partiti hanno preso dal 1994 a oggi. Una cifra enorme. Le storie delle imprese italiane ci dicono che il malaffare alberga anche nel mondo dell’imprenditoria. Perché nessuno si scandalizza?
Le imprese non sono le uniche che intascano soldi dallo Stato. Oratori, associazioni, giornali, Ong, fondazioni, enti. Sono in tanti a prendere i soldi pubblici. Aggiungiamo i soldi che prendono gli agricoltori con la PAC europea, quelli che la sanità privata riceve dalle regioni e così via… Perché per loro non dovrebbero valere i principi che valgono (o che taluni vorrebbero far valere) per i partiti? Vogliamo togliere tutto a tutti?
I neoliberisti della scuola di Chicago, infatti, sono (teoricamente) contrari al finanziamento pubblico a imprese e soggetti privati. Tutti devono agire nel libero mercato, cercandosi le risorse da soli. Un intervento dello Stato distorcerebbe il mercato. Se i neoliberisti nostrani attaccano il finanziamento pubblico alla politica e non quello alle imprese, qualche sospetto ci dovrà pur venire.
Forse ci converrebbe trasformare i partiti in imprese, visto che il giro dei soldi pubblici è enormemente più grande di quello che c’è a disposizione della politica, ma noi siamo contro la privatizzazione della politica e anche noi, da comunisti, combattiamo una casta molto potente e intoccabile. La chiamiamo classe: è quella dei padroni.
Posso comprendere il livore con il quale Oggionni si scaglia contro il movimento 5 stelle, sicuramente dettato dalla concorrenza politica elettorale di Grillo, ma ciò che non comprendo è la difesa a tutto campo della politica così come viene praticata. Questa si la vera antipolitica. Chi scrive é un comunista che si é speso per la costruzione di Rifondazione Comunista a partire dal 1986 ed ex segretario di circolo purtroppo deluso dalle vicende del partito. Queste sì responsabili della rabbia di molti compagni che hanno creduto nella possibilità di rifondare e rilanciare il movimento comunista in Italia. Sappiamo benissimo che non sarà Grillo a lavorare per questo obiettivo ma quando si é in mezzo al deserto anche una goccia d’acqua può sembrare salvifica. In conclusione, se il movimento 5 stelle lavora per il ritorno alla politica partecipativa di molti cittadini, ben venga. Può essere l’ultima occasione prima del disatro definitivo. Provare a dialogare anche con Grillo per il raggiungimento di obbiettivi comuni sicuramente giova al risanamento morale del paese.
Saluti Nico
Il sindaco di Rifondazione: «Basta No Tav»
«Brutta gente, non voglio il presidio a Giaglione». Espulso dal partito. Si era opposto al presidio nel paese
TORINO – «Egregio compagno, apprendo con stupore della mia radiazione dal partito della Rifondazione comunista… Prendo atto con rammarico delle motivazioni che ti hanno indotto a una tale sconsiderata scelta. Sono stato e sarò sempre coerente con i miei principi comunisti, peraltro non negoziabili». La Storia, quella con la esse maiuscola, non ha nascondigli, la Storia non passa la mano neppure quando attraversa piccoli paesini di montagna. «Me lo ha detto anche il segretario provinciale, che qui in Val di Susa si sta scrivendo la Storia. A me lo viene a raccontare, che sono comunista e No Tav da quando lui portava i pantaloni corti…».
Nel suo piccolo, il sindaco Ezio Paini, tessera Pci dal 1963, di Rifondazione dal fatale 1991, si è accontentato di scrivere una ordinanza chiedendo una verifica su un possibile abuso edilizio. Giaglione è terra di confine fin dal Medioevo, ultima propaggine della Savoia dove si parla ancora un dialetto franco provenzale. Poco meno di 700 abitanti, fiera tradizione di sinistra, giunta di pensionati che si dedicano anima e corpo al paese, nell’ultimo anno colpito da improvvisa notorietà. Perché l’unica strada per raggiungere il cantiere dell’Alta velocità di Chiomonte è uno sentiero di montagna, un pezzo della via Francigena, ma soprattutto passa anche dalle frazioni più popolose del paese.
Accanto alle scuole, nel piazzale che fa da punto di partenza e ritrovo di ogni marcia No Tav, è sorta una casetta abusiva fatta con assi di legno e lamiera. Paini, sostenitore dell’attuale maggioranza in Comunità montana, nei fatti l’espressione politica del movimento No Tav, presenza fissa ai cortei del movimento, ha portato pazienza per qualche mese. Poi ha spedito una lettera al compaesano che ha il comodato d’uso del terreno chiedendogli lumi. Da una scintilla, l’immane incendio, come scrivevano i sussidiari di una volta.
Il segretario provinciale del suo partito, Ezio Locatelli, era salito fin quassù per una dura reprimenda. «Ogni ordinanza, divieto o provvedimento che possa limitare l’attività del presidio No Tav è incompatibile con l’appartenenza al partito, da sempre schierato con il movimento». Il chiarimento tra i due protagonisti ha avuto esiti rivedibili. Locatelli si è mostrato inflessibile, le ragioni della popolazione locale incarnate dal sindaco devono piegarsi a un disegno più vasto al quale aderisce Rifondazione. A pensarci bene, un capovolgimento del pensiero No Tav. Paini è stato costretto a scegliere. «Mi spiace, ma io sono un comunista vero, quindi non derogo ai miei doveri istituzionali, e al rispetto della legalità». Fuori.
La casetta accanto alle scuole è un pretesto per entrambi i contendenti. Il sindaco sta vivendo sulle pelle del proprio paese la trasformazione del movimento No Tav. «Intorno alla baracca gira brutta gente» aveva detto nei giorni scorsi. «Le mamme si sono lamentate, minacciano di far cambiare scuola ai bambini, e noi facciamo già i salti mortali per coprire le classi». Quelle frasi, pronunciate da un No Tav a 24 carati, non erano passate inosservate. In modo involontario, certificavano la mutazione in corso nel movimento No Tav. «Qui ci hanno lasciato soli con gente che fa davvero paura – dice Paini -, ma nessuno ha il coraggio di ammetterlo».
In quella baracca ci dorme gente che viene da fuori, anarco-insurrezionalisti di chiara fama che si sono ormai trasferiti a tempo pieno in Val di Susa. Prendono la parole nelle assemblee popolari, si mischiano alla popolazione, e non tutti gradiscono. Anche così si spiega un calo di consensi interno dei No Tav, anche per questo il presidente della Comunità montana Sandro Plano ha chiamato più volte Paini per convincerlo a fare un passo indietro. È una faccenda piccola, ma imbarazzante. «Paolo, rammenti che ai tempi di Mani Pulite mi soprannominavi “Di Pietro”? Non ho cambiato di una virgola la mia intransigenza contro chi compie violazioni di qualsivoglia natura. Non ti è sorto il dubbio che forse determinati atteggiamenti non erano universalmente e favorevolmente accolti?».
Ferrero, il segretario nazionale di Rifondazione al quale è indirizzata la lettera di congedo intrisa di amarezza, confessa di non saperne molto. In questi giorni dall’altra parte d’Italia, a Palermo per sostenere il candidato sindaco Leoluca Orlando. E non fa certo i salti di gioia per la perdita di uno dei pochi sindaci italiani iscritti a Rifondazione. «Neppure Alemanno chiede lo sgombero dei centri sociali. A me sembra che Locatelli abbia posto un semplice problema politico». Sarà, ma anche Paini pone un problema politico, basta aver voglia di vederlo. Ma adesso siamo ormai ai saluti tra ex compagni, che non si lasciano proprio bene. «In conclusione – scrive il sindaco – posso solo augurarti che un giorno tu abbia vergogna di questa sciagurata scelta. Ti giunga l’espressione del mio profondo disgusto».
Marco Imarisio
dal corriere della sera online
un’analisi lucida, ma alla quale dovrebbero seguire le proposte che non possono essere solo la colpa dei nostri mali è il fallimento della generazione che ci ha preceduto e quindi che si faccia da parte, largo ai giovani. Purtroppo, facendo politica per anni di giovani arrivisti e cinici attenti unicamente al proprio tornaconto ne ho visti troppi. In democrazia dovremmo essere tutti rappresentati donne e uomini, giovani e meno giovani e di ogni ceto sociale. La campagna che le grandi testate e grandi firme del giornalismo italiano portano avanti da anni perchè gradita dai poteri forti mira proprio, e purtroppo cercando e ottenendo il consenso popolare, a questo: a far sì che solo i forti siano rappresentati. Così prima c’è stato il bipolarismo, poi la campagna per ridurre parlamentari, consiglieri regionali, provinciali e comunali. Oggi è la volta del finanziamento pubblico che segue il taglio dei finanziamenti ai giornali di partito. Eppure, siamo in un paese che sta nella merda più di prima dopo che un miliardario si è creato e finanziato un proprio partito con il quale è andato e restato al governo per ben 16 anni. La sinistra dovrebbe sì unirsi ma chiedere a gran voce norme anticorruzione che prevedano soprattutto pesanti sanzioni economiche, la galera non serve a nulla, non ha mai rieducato nessuno, non è un deterrente se poi sei ben difeso non ci finisci di certo. Quindi occorrono sanzioni economiche e la perdita dell’ elettorato attivo e passivo. Servono limiti ai mandati non più di due per ogni incarico istituzionale e un tetto di spesa per le campagne elettorali. Tornare alle preferenze ma con un limite di spesa per le campagne elettorali dei singoli e occorre consentire solo spese relative alla comunicazione. Su tutto questo nessun partito a sinistra dice le cose con chiarezza e partendo dalla mia esperienza personale aggiungo neppure il prc. Ma proprio quell’esperienza mi fa inorridire di fronte alle proposte odierne. Sono stata per anni in un consiglio comunale, ho fatto battaglie contro le speculazioni edilizie e poi quando ho scoperto che il segretario locale se ne serviva per farsi finanziare una sua associazione. Nonostante egli nel frattempo se ne sia andato con vendola, il partito ha processato me per aver denunciato il comportamento dell’ex segretario. A quanti chiedono l’abolizione del finanziamento pubblico ricordo che quanto accadde con la maxi tangente enimont potrebbe ripetersi e tanti singoli politici potrebbero chiedere per sè soldi.
a me questo fa paura, compagni, organizziamoci!!
[Esplora il significato del termine: A giudicare sarà una giuria di cittadini incensurati scelti tirando a sorte» Grillo: «Faremo una Norimberga ai partiti» Il leader del Movimento 5 Stelle: «Ci hanno portato alla fame, serve un processo pubblico per obbligarli a restituire i soldi» MILANO – «Li accuso di aver portato il paese alla fame. Per questo dobbiamo fare un processo pubblico per fare in modo che riportino tutti i soldi che si sono mangiati, fino all’ultima lira». Lo ha detto, riferendosi ai partiti italiani e ai loro leader, Beppe Grillo durante un comizio elettorale a Borgomanero, nel Novarese. «Dobbiamo fare una piccola Norimberga – ha aggiunto facendo riferimento ai processi ai criminali nazisti che si tennero nella città tedesca dopo la seconda guerra mondiale (nella foto una veduta di insieme dei principali imputati) – al cui termine vedremo quale lavoro socialmente utile fargli fare». Beppe Grillo durante un comizio (Imagoeconomica)Beppe Grillo durante un comizio (Imagoeconomica) «PROCESSO PUBBLICO»?- Più tardi, rispondendo a una domanda dei giornalisti, il leader del movimento 5 stelle, ha precisato di parlare seriamente. «Ci vuole – ha spiegato – un processo pubblico. Si tirerà a sorte una giuria di cittadini incensurati e determineremo come farci ridare tutti i soldi che hanno rubato e come indirizzarli a qualche lavoro sociale». LA «RESA DEI CONTI»?- «Siamo – ha spiegato il leader del Movimento 5Stelle – alla resa dei conti. Loro non si rendono conto di questo. Mi guardano, parlano di un affabulatore che convince le folle, ma abbiamo 800mila persone su Facebook che hanno 100 amici a testa: sono 43 milioni di persone che ci seguono. Loro non hanno queste cose, non riescono nemmeno a concepirle. Usiamo i social network da 5 o 6 anni e non sono io che ho le idee, ma le mettiamo insieme in rete, con i work in progress con le più belle menti del mondo. Perchè la rete è il mondo, ci scrive Stiglitz che è un premio Nobel e ci scrivono l’elettricista e l’idraulico: cittadini che entreranno nei Comuni, nelle Regioni e spazzeranno questo Parlamento che non serve a nulla».
SPETTACOLARE
“Mi sono sottoposto al sacrificio di ascoltare un comizio di Beppe Grillo: è impressionante, non c’è nulla di nuovo, mi sembra un impasto tra il primo Bossi, quando inveiva contro Roma ladrona e gli immigrati, e il Gabibbo” Massimo D’Alema
UN, DUE, TRE: STELLA. I COMICI E LA TECNOCRAZIA
A parte Dario Fo e Roberto Benigni che, assai coscienti del fatto che essere Comici è una cosa seria,
ma potrei riandando indietro con la memoria citare pure Totò ed Eduardo de Filippo, e tante e tanti altri, nell’Italia sconquassata e feticista, innamorata dei soldi, del potere fine a sé stesso, di nani e di ballerine fin dai tempi di Bettino Craxi e passando poi per il suo “alter ego” Silvio Berlusconi in tanti si pensa che la comica finale sia un esercizio di democrazia tanto è che, anche per il sottoscritto, l’Italiano medio puzzone, vigliacco, cornuto a volte ma spesso traditore, infingardo ed imbroglione, falso e vigliacco, ecc. ecc. è stato molto bene rappresentato da quel fantastico macchiettista che è stato Alberto Sordi.
Che pur essendo cattolico e democristiano (amico di Andreotti) mai è sceso in campo. Pur avendo un carisma che altri sciagurati dei nostri tempi non hanno.
Non ho nulla da obiettare che qualcuno a distanza di cinquantanni riscopra l’ardore dell’Uomo Qualunque di Giannini, pagato dai servizi segreti americani per favorire la Dc e frenare l’avanzata del Fronte Popolare formato dal PCI e dal PSI. Oggi succede la stessa cosa. E penso che la manovra
a tenaglia sia portata avanti in simultanea dai rottami del Pdl assieme ai tecnici del governo Monti che preoccupati dalla rabbia popolare, in funzione antisistema, preferiscono l’avanzata elettorale del Movimento di Beppe Grillo che togliendo voti alla Lega e al Pd, favorirebbe il dominio di quella che io definisco “fascio tecnocrazia” riprendendo alcuni concetti di Orwell in “1984”. Non me ne voglia il comico genovese ma non comprendo affatto le sue esternazioni sul non pagare le tasse, oppure sugli stranieri che ci rubano il lavoro. Capisco che voglia rubare voti alla Lega da una parte e poi, quando esalta i No Tav, rubarne pure a sinistra al Pd e a Vendola. Ma il giochetto è assai pericoloso e anche lui potrebbe rompersi l’osso del collo oppure finire per fare da Leviatano ad un golpe antidemocratico che farebbe fuori pure il suo rutilante movimento.
Come uscirne? La sinistra ha colpe immense, e quella radicale ancora di più, perché non riesce a ricompattarsi e ad organizzarsi. Qualche aiuto potrebbe arrivarci dalla Francia dove, a parte il Ps di Hollande, il Front de la Gauche con Mèlenchon, accreditato del 15% di intenzioni di voto potrebbe arrivare anche da noi come un vento fresco a scompigliarci i capelli.
Ma attenzione compagne e compagni. La fase è delicatissima. Ricorda troppo il dopo Weimar, il Fronte Popolare in Francia, l’ascesa del fascismo, la crisi americana del ’29. Chi scherza col fuoco
Rischia di scottarsi. Lo dico, sommessamente, ai cosiddetti malati di “piddite” ossia quella malattia
infantile per cui politicamente non sei né carne né pesce. Ma lo dico, pure, a quelli innamorati del
cosiddetto Uomo della Provvidenza, dittatore ed autocrate, che magari nasce come un Uomo Qualunque ma che in realtà poi resta un Uomo Solo al Comando. E tra l’altro sono convinto che
Mafia, Servizi Segreti ed altri zozzoni nemici della Repubblica continuino a tramare pericolosamente nell’ombra, anzi nemmeno nell’ombra visto che tanti mafiosi siedono in parlamento ed hanno in mano sia l’economia pubblica sia quella privata in Italia.
Come disse allora il compagno Presidente Sandro Pertini che difese la nostra libertà minacciata
dai golpisti: sento un furibondo tintinnar di sciabole!
La speranza qual è allora?
Lo dicevo prima. Creare un fronte Popolare ed Antifascista che dia al popolo sovrano e martoriato da trentanni di politiche barbare e recessive, e di macelleria sociale una prospettiva democratica di lungo respiro. Altrimenti se ciò non avverrà, prepariamoci all’Aventino e alla Resistenza di massa così come non avvenne settantanni fa o sarà di nuovo Fascismo!
Gramsci odiava la passività che fu poi la preziosa alleata del Regime, ma anche noi la temiamo. E quindi dobbiamo alzare il livello dello scontro: sia elettorale sia di massa,. O sarà di nuovo Barbarie.
Mario Ottavi- 16 aprile 2012
Concordo con Simone perché ci sono tantissime persone che fanno grandi sacrifici per lottare in quello in cui credono senza volere nulla in cambio. Come disse un cara compagna non più giovanissima “Al partito si da, non si chiede”.
Per chi fa politica solo su facebook e sui blog è difficile capire la realtà: capire che stare con i lavoratori che perdono il posto di lavoro, stare nelle vertenze, presentare mozioni per tutelare l’ambiente, promuovere la cultura d’alternativa, studiare abbia un costo che i soli militanti non possono affrontare. Chi fa buona politica deve poterlo fare, e non può essere escluso perché non ha i soldi. I rimborsi elettorali devono essere proprorzionali alle spese, se non ci fossero, solo chi ha i soldi potrebbe far conoscere le sue idee. Da esperto dal settore so che “fare tutto sul web” è una falsità.
Perché invece di accusare chi ha sempre lavorato nella direzione giusta, non andate a vedere nel merito chi sbaglia? Perché non andate a vedere gli inciuci dei consiglieri del movimento 5 stelle con pdl e lega? Perché non vi chiedete quanto ci ha guadagnato personalmente Grillo da tutto questo?
Perché il Movimento 5 Stelle non è anti-politica Sbaglia chi definisce populista il Movimento 5 stelle fondato da Beppe Grillo. Certo, alcune sparate del comico genovese ricordano quelle di Umberto Bossi. I suoi toni e e le sue parole possono, legittimamente, non piacere.
Ma molti temi da lui proposti sono importanti, meritevoli di essere discussi o semplicemente condivisibili. E sopratutto dietro a Grillo esiste un popolo di militanti tra i quali non è poi così raro scorgere il meglio del Paese.
Chi ha partecipato agli incontri organizzati dai meetup sa che questi gruppi sono composti da cittadini informati solitamente ad alto tasso di scolarizzazione, impegnati nel sociale o in iniziative legate alle condizioni del territorio: inquinamento, energia, modelli di sviluppo, spesa pubblica nei comuni e nelle regioni.
Ovviamente, se davvero alle prossime amministrative il Movimento raccoglierà quel successo vaticinato dagli ultimi sondaggi, questo sarà dovuto anche al voto di protesta. Ma la cosa non basta per bollare i 5 Stelle come espressione dell’anti-politica, come fanno gli spaventati Pierluigi Bersani e Niki Vendola o, su quasi tutti i giornali, i grandi commentatori del secolo scorso.
Gli osservatori attenti e in buona fede, infatti, non possono negare che l’attività degli attivisti e dei rappresentanti dei cittadini fin qui eletti nei comuni e nelle regioni, dimostra proprio il contrario.
Le scelta di rinunciare ai finanziamenti pubblici, di mettere un tetto al numero di candidature consecutive, la presenza di programmi precisi, sono un fatto politico. Così come sono state politica, con la P maiuscola, le raccolte di firme per le leggi d’iniziativa popolare che il parlamento ha scandalosamente ignorato.
Solo negli anni a venire sapremo se il Movimento 5 stelle sarà parte (e quale parte) di quel grande cambiamento di cui ha bisogno il Paese. Che Grillo dica di non aspirare a nessuna carica pubblica è un buona cosa. Meno buono è invece il suo atteggiamento nei confronti di chi la pensa diversamente da lui o esercita il diritto di cronaca e di critica.
Ma al di là dei giudizi sulle singole iniziative e prese di posizione, resta un fatto. Il Movimento 5 stelle è vivo e vuole crescere. E questo oggi, in un mondo popolato da partiti e leader ormai (politicamente) morti, è già tanto.
Se poi sia abbastanza non dipenderà da Grillo. Ma dalla qualità, le capacità e la volontà, dei cittadini che corrono con lui.
Letto. Molto bello. Concordo pienamente. MR L.
Nessuno uscira’ di qui
Ehi! Non pensate di cavarvela così. Con qualche comparsata televisiva e un Rigor Montis radiocomandato, mantenendovi a distanza di sicurezza dai cittadini sparando frasi fatte sull’antipolitica. Lo so che confidate nella memoria breve degli italiani. Vi volete ripresentare, riverginati dai media, alle elezioni 2013. Avete il terrore di perdere il controllo delle operazioni. Sapete bene cosa vuol dire non disporre più di giornali e televisioni infarciti di servi e senza le forze dell’Ordine ai vostri comandi. Vuol dire essere messi sotto processo dalla Nazione che avete distrutto.
Nessuno uscirà di qui, parafrasando Jim Morrison, senza un pubblico dibattimento. Senza una pena esemplare. L’Italia ha un debito spaventoso creato dalla corruzione, dalla dilapidazione di soldi pubblici in Grandi Opere Inutili, dalla contiguità omertosa con le mafie che fatturano 130 miliardi all’anno e anche dell’evasione, naturalmente, ma i grandi evasori protetti dallo Scudo Fiscale sono stati premiati con il 5% di tassazione, mentre ai pensionati e ai disoccupati per qualche centinaia di euro viene pignorata la casa.
Io vi accuso di aver sottratto il futuro a due generazioni, vi accuso di collusione con le mafie, di furto ai danni dello Stato con i finanziamenti pubblici ai partiti aboliti da un referendum. Vi accuso di aver dichiarato guerra alla Libia rinnegando la Costituzione. Vi accuso di occupare senza alcuna ragione l’Afghanistan, di dilapidare miliardi di euro in cacciabombardieri mentre gli operai muoiono per mancanza di controlli e di sicurezza nei cantieri e gli imprenditori si suicidano perché non riescono a pagare le rate a Equitalia. Vi accuso di aver cancellato l’innovazione, la ricerca, di aver trasformato le nostre migliori scuole in diplomifici inutili. Vi accuso di aver nascosto la verità mentre sperperavate mille miliardi di euro in dodici anni finiti nell’attuale voragine del debito pubblico. Vi accuso di aver condannato un popolo alla miseria per decenni per onorare 100 miliardi di euro di interessi annui sui titoli di Stato, soldi sottratti alle spese sociali, ai diritti primari di ogni cittadino. Vi accuso di aver rinnegato la Costituzione ogni volta che vi è stato possibile. Vi accuso di aver occupato ogni spazio della società con la vostra voracità, le vostre mandibole, le vostre tangenti. Insaziabili come una metastasi. Vi accuso di essere dei mentecatti, dei dilettanti, dei signor nessuno che hanno vinto il biglietto della lotteria in Parlamento, gente che solo un anno fa negava la crisi. La carica pubblica per voi è l’unica risorsa possibile. Fareste qualunque cosa, come avete già fatto in passato durante l’oscura Storia della Repubblica, per non perderla.
Vi do un consiglio. Cercatevi un avvocato, magari Ghedini, che mi sembra abbastanza libero in questo momento. Forse vi verranno concesse le attenuanti e vi saranno inflitti solo il sequestro dei beni accumulati durante la vostra carriera politica e l’assegnazione ai lavori socialmente utili. Cosa farete in futuro lo deciderà una giuria di cittadini incensurati estratti a sorte. In fondo gli italiani sono brava gente. Non preoccupatevi troppo quando vi sarà sequestrato il passaporto.
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2012/04/17/grillo-supercazzola-vendola-pensi-alla-marcegaglia/194854/
guardate qui che schifo!!!
grande Oggionni, avanti così per l’unità della sinistra!
I veri antipolitici sono quelli come Monti-Bersani e Alfano che pensano di poter continuare a viaggiare sulla mercedes del privilegio costruita con il motore dei poveri cristi e la benzina dei loro risparmi.
Bisogna riempire la politica di parole cristiane vere come DIFESA DELLA DIGNITA’ DEI CITTADINI, SOLIDARIETA’ CON I PIU’ BISOGNOSI (anche se questo significa un imprenditore che ha dei debiti), CURA DELLA PERSONA E DEL SUO SVILUPPO INTELLETTUALE, GIUSTIZIA PIU’ MODERNA. Spendere i soldi per una buona causa in modo inefficiente e personalistico deve essere considerato REATO! La vera antipolitica è quella del Palazzo, di questi ladri che approfittano del ritardo con cui le nostre leggi si aggiornano alla sofisticazione del loro furto. Quando arriviamo a capire come ci hanno derubati è tardi e loro la fanno franca per prescrizione!
tutti in miniera a lavorare dovete andare, siete tutti uguali.
mangiate alla stessa greppia di bersani e compagnia bella.
la gente è stufa ? un sentimento antipolitico percorre la nazione ???
ma dai , davvero? e ve ne siete accorti solo adesso ???
ci dovevate pensare prima a sconfessare i vostri pigmalioni.
adesso invece vi brucia eh che dalle giovanili di partito non potrete fare il salto a rubare anche voi al piano di sopra .
cari signori, e’ finita.
il cittadino comune a crepare di fame guardando il cielo od a crepare di fame guardando alcuni dei responsabili appesi per i piedi, preferisce senz’altro la seconda ipotesi.
meglio la guerra civile che voialtri
Ooh ragassi ma porco boia ! Ma non volete mica votare quello li eee? Ma non vorrete mica lasciare me con le maniche rimboccate che voglio ancora mettermi a tavola eh… alora. Dai. Siamo seri su. Dai Dai. Alora. Guardate che quello li è di Genova e le piadine con il pesto non le ha ancora inventate nesuno eh o no ? Alora.
[Pierluigi Bersani]
Beppe Grillo è il rifleffo condizionato della cattiva cofcienza con la quale quefta focietà malata rende fuccube l’individuo umano contorcendofi contro il fuo lettimo afpirare catartico a una focietà multi partecipata e partecipante in un ottica di disfatomizzazione della democrazia. La marcegaglizzazione della Puglia è una concettualizzazione aftrattamente incomprefa che ricade riluce e trae origine dai B movie chiappe al vento dei film di Lino Banfi. Infomma è antipolitica di ficuro.
[Nicky Vendola]
Beppe Grillo è figlio del peggiorismo cialtrone e demagooglico di questo paese. E’ il peggio del peggio del peggio. Chi è peggio Hitler, Pol Pot, Ted Bundy ? Ve lo dico io: Beppe Grillo. Eppoi con questa barba bianca e la faccia seria posso sparare tutte le fesserie che voglio perchè sono il fondatore del giornale più figo di tutti (e pagato da tutti ). Barboni.
[Eugenio Scalfari]
offtopic?
http://www.notizieinternazionali.net/index.php?pagina=news&id=1060
Ieri sera mi è capitato di sentire Errani alla presentazione della lista per le elezioni di Castrocaro, dove corriamo con il centro sinistra. Bel gruppo ma questa è altra storia.. Alcuni suoi passaggi sull’anti politica sono stati simili a quanto hai scritto. Per quanto riguarda la diaz e alla brutalità di quei giorni, io penso che purtroppo la diaz abbia tracciato un solco. Tra il più grande movimento che abbia mosso anche qui in Italia milioni di persone e quello che siamo oggi. Un popolo capace di indignarsi solo davanti a uno schermo del pc
Condivido dalla prima all’ultima parola!
Grillo dice che i partiti sono morti. Io sinceramente non vedo il suo movimento in cosa differisce dai partiti: si candida alle elezioni, sta nei consigli comunali, provinciali, regionali, fa banchetti, ha problemi interni, urla e manda a fanculo come il peggior fascista. La verità è che dietro Grillo si nasconde il pericolo numero 1 per la razionalità umana: coloro che con la maschera dell’antipolitica fanno politica e prendono consensi dalla sfiducia generale delle masse. Per me dunque Grillo non è altro che un comico un pò furbo, un pò fanfarone ed anche un fascista.
differenze da un partito per Nicola: alle provinciali non ci candidiamo, i rimborsi elettorali fino ad oggi rispediti al mittente, disincentiviamo la democrazia rappresentativa a favore di quella partecipativa… vado avanti? ma tanto Grillo che guadagnava bene anche a starsene a casa sua e senza essersi ancora fatto nessuna legge ad personam si prende degli insulti perchè ti sta antipatico… vabbè continuiamo così. L’intelligenza non si insegna…
ho 46 anni, sono comunista da una vita, la mia tessera della fgci risale al 1980.
voterò per grillo, perchè lui e i movimenti sono gli unici a fare politica in questo paese.
di partiti che FANNO politica, cioè proposta e lotte, io non ne vedo proprio più.
l’antipolitica non è grillo. sono i partiti, tutti.
compreso quello che ormai è il mio ex-partito
PARTITI: FERRERO, NON ANNULLARE FINANZIAMENTO MA DIMEZZARLO (ANSA) – PALERMO, 17 APR – «Il finanziamento ai partiti deve essere reso trasparente. I partiti devono sottoporsi alla verifica alla Corte dei conti, solo così questi fondi possono essere controllati». Lo ha detto il segretario generale di Rifondazione comunista, Paolo Ferrero, a Palermo per sostenere la candidatura a sindaco di Leoluca Orlando. «Il finanziamento va comunque dimezzato, non eliminato – ha proseguito – se si tolgono i fondi pubblici allora vivono solo i partiti ricchi». «Inoltre, c’è il problema più vasto delle spese dell’attività politica diffusa – ha detto – che riguardano i partiti ma non solo. I Comuni per esempio potrebbero garantire gli spazi in modo che le formazioni politiche possano svolgere assemblee o incontri senza dover sborsare molti soldi». (ANSA). Y7P-FI/GIM 17-APR-12 11:16 NNN
Bravi, andiamo avanti così, tiriamoci la zappa sui piedi!!
Pubblico condivisibile e interessante articolo di Marco Sferini
Dal recupero del senso civico alla sconfitta del qualunquismo
Questo nostro Paese è ormai una società diseducata al civismo, priva di qualunque forma di legame tra le istituzioni repubblicane e l’insieme della popolazione più o meno attenta a quello che le accade intorno e alle dinamiche che si sviluppano a partire dalle trame economiche per finire sui banchi di Palazzo Chigi dove queste esigenze del mercato trovano la loro certificazione legale mediante le riforme del lavoro che Mario Monti ed Elsa Fornero vogliono far passare senza modifica alcuna.
Esiste una fibrillazione coronarica, di un cuore complessivo che batte ancora in molte persone che sentono l’espropriazione di diritti e l’aumentare del peso dei privilegi in seno ad una classe sociale di ricchi padroni e di poteri cosiddetti “forti” dove comunque regna il disagio e la scontentezza per via dell’eccessiva prudenza – a detta della signora Marcegaglia – nel voler trattare la flessibilità in uscita dopo aver trattato, negli anni passati, con grande pena per i lavoratori e le lavoratrici quella in entrata.
La fibrillazione, dunque, esiste e si fa sentire ogni volta che il sindacato, o parti di esso, si muovono per contestare un impianto di ristrutturazione capitalistica che colpisce i più deboli e consegna più forza ai già troppo forti grazie ai tanti aiuti di Stato avuti nei decenni passati.
Ma questo sommovimento cardiaco dell’operaismo, che non è affatto residuale come invece si affrettano a sottolineare sempre i pseudo-teorici di un nuovo keynesismo (e magari lo fosse davvero…) o i paladini del liberismo temperato come Pietro Ichino, e dell’insieme di un mondo del lavoro precarizzato, parcellizato e reso veramente atomico nella sua scissione continua tra livelli e tra mille forme contrattuali lontane anni luce dalla splendida teoria del “posto fisso”, questo sommovimento non ha una connessione tale da riuscire a produrre lotte efficaci.
E’ inquinato dal qualunquismo e dalla sfiducia di grandissima parte della cittadinanza che vede nei partiti politici ciò che le è stato fatto vedere dai fautori dell’annichilimento della forma stessa dell’aggregazione politica costituzionalmente prevista, e che vede nei partiti soprattutto ciò che emerge: corruzione, ambizione, individualismo, egocentrismo e carrierismo all’ennesima potenza.
Degli interessi sociali e della vera rappresentanza data dalla delega dei cittadini si rischia di smarrire completamente l’asse portante e di rimanere con in mano nemmeno più un pugno di mosche.
Tutto questo fa deperire la democrazia repubblicana e fa crescere l’indifferentismo, la incapacità e la non voglia a differenziare tra caso e caso, tra partito e partito, tra situazione e situazione. Si sprofonda nella faciloneria del qualunquismo e si plaude e si ride davanti al comico-politico che urla “basta partiti” e che fa un partito per dire no a quelli esistenti e che, in spregio alle regole dell’esercizio stesso della democrazia, rifiuta il finanziamento pubblico come elemento di chiarezza, di cristallina evidenza della propria verginità in tema di interessi privati in affari pubblici.
L’applauso popolare diventa sempre più scrosciante e salgono le percentuali di quelle cinque stelle che, lo ripeto, non ne valgono nemmeno una per quel che ne viene fuori dalla bocca del suo fondatore e che, in larga parte in buona fede, attraggono ed esorcizzano le paure, la sfiducia e il declino di stima della popolazione per la comunità politica che può e deve cambiare la società italiana e il Paese.
Basterebbe ricordarsi che non viviamo in una politica di plastica, proprio perché la politica è affare quotidiano che riguarda tutto ciò che ci circonda e che influenza le nostre vite in ogni dove, in ogni come e in ogni tempo. Non si sfugge a questa complessità, a questo unicismo, a questa simbiosi tra individuo e “polis”, tra res publica e vita privata.
Ma il difetto più evidente che emerge dalla storia dell’Italia moderna è la immaturità politica e sociale che era venuta meno subito dopo la Seconda guerra mondiale quando proprio i grandi partiti avevano creato dei modi di vita e di interpretazione della felicità stessa su sponde differenti: l’alternativa anticapitalista da un lato e la conservazione del sistema dall’altro. Ma il tutto dentro rigorose regole democratiche che sono state, successivamente, tradite proprio dall’inizio dei giochi di potere.
Il potere è forse l’elemento più corruttibile della vita di un individuo: è quello più soggetto a cambiamenti, anche repentini. Il senatore Di Gregorio ne è un esempio lampante, a detta dei magistrati… Non c’è forza politica che abbia avuto un rapporto con il potere così sereno da uscire indenne dalle sue stanze, senza vizi private coperti da pubbliche virtù.
Ma l’operazione revisionistica dei qualunquisti come Beppe Grillo sta proprio nel mostrare l’omogeneità dove non c’è e nel convincere le persone che è meglio un “vaffanculo” piuttosto che una analisi sociale di ciò che ci avviene intorno, di ciò che ci succede e soprattutto di ciò che non capiamo.
Si vuole fare una riforma seria, veramente rivoluzionaria? Riconfermo che partire dalla legge elettorale è un punto importante e che il proporzionalismo puro sarebbe devastante per questo corpo politico incancrenito e incapace di risollevarsi con le sue forze ormai decrepite. Ma è altrettanto vero e incontestabile che la sola riforma elettorale sarebbe una toppa su un buco, una precaria misura di superamento temporaneo di determinate difficoltà. E di precarietà ce n’è già troppa.
Per cui è necessario disimparare senza dimentare: è necessario farla finita con il leaderismo e lasciare che, se ci saranno persone capaci di attrarre del consenso, questo avvenga anche per il loro personale carisma, ma che si fondi essenzialmente su una visione della società e su un recuperato senso della dignità civica di ciascuno di noi. Come degli attori su un palcoscenico, dove si può anche recitare a soggetto ma dove ciascuno mantiene fede al canovaccio, altrimenti salta la commedia.
Sarebbe sufficiente questo per recuperare il senso civico e per allontanare le tentazioni qualunquistiche dal nostro ventre e far tornare a ragionare la mente. Per capire, con profondità, le differenze. Tutte le differenze. Che sono sempre valore e mai un disonore o una sciagura che ci capita tra capo e collo.
MARCO SFERINI
17 aprile 2012
http://www.lanternerosse.it
Posto qui info su una proposta della Commissione per un salario minimo a livello europeo che dovrebbe uscire domani: http://www.euractiv.com/socialeurope/brussels-push-eu-wide-minimum-wage-news-512189?utm_source=EurActiv%20Newsletter&utm_campaign=c4cb7da5c0-newsletter_daily_update&utm_medium=email
Cosa ne pensa Beppe Grillo? A proposito di programmi… entriamo nel merito, amici grillino…
ahi, ahi: toccati nel vivo i grillini… cosa sono queste risposte scomposte? su, amici, usate argomenti un po’ migliori, potete fare meglio…
E come sempre quando si toccano certi argomenti…. ecco la rivolta dei grillini! Bravo Simone, avanti così….
Voglio ringraziare il compagno Oggionni perché finalmente dice cose che tutti pensiamo. Non se ne può più di questa aggressione quotidiana contro chi fa politica, contro i militanti. Difendiamo tutto quello che abbiamo, tutto quello che siamo. un abbraccio comunista, Oscar Lt
Mi avete rotto, siete tutti uguali! Altro che!!!