Scriviamo questa lettera aperta alle nostre compagne e ai nostri compagni, sollecitati dalle reazioni che ha suscitato il lancio della campagna sul tesseramento 2012.
Una marea di apprezzamenti, che condividiamo con coloro i quali hanno elaborato il progetto e lavorato graficamente alla sua realizzazione, e qualche critica, talmente densa di implicazioni politiche e ideologiche da indurci ad una riflessione. Perché – sia chiaro – delle critiche (anche quando sono poste in maniera così rozza e grottesca) rispondiamo politicamente, in prima persona, insieme agli altri compagni dell’esecutivo nazionale.
La nostra riflessione ruota intorno ad una domanda: ma noi vogliamo bene alla nostra organizzazione, al nostro partito, oppure no? Il nostro agire politico, la nostra elaborazione, le nostre forme di organizzazione sono mirate al nostro rafforzamento, alla crescita nostra e della nostra efficacia, oppure no?
A volte, spesso, prevale l’impressione che si utilizzino il partito e la giovanile (e direttamente gli spazi di confronto che si aprono, in primo luogo sulla rete) per esercitarsi in un tiro al piccione esasperante, una continua e autodistruttiva caccia all’untore buona soltanto per sfogare, in parte o in tutto, le nostre frustrazioni.
Forse questo è il punto. Che il capitalismo fa talmente schifo che genera mostri e frustrazione ovunque, a qualsiasi livello.
L’abbiamo scritto anche a commento dell’omicidio di Stefania Noce: non c’è più un dentro e un fuori dal sistema, e una linea di demarcazione (nitida e quindi rassicurante) che divide i buoni dai cattivi. Esiste un sistema talmente totalitario che produce anche in chi lo combatte volgarità e alienazione. E allora, tra noi, c’è chi crede di vivere in Corea del Nord o di essere nell’Unione Sovietica degli anni Trenta. E considera l’omaggio a Lucio Magri, comunista e uomo libero, «raccapricciante». E considera le lotte degli studenti cileni, guidati nei mesi scorsi dalla comunista Camila Vallejo e a cui abbiamo dedicato il “fronte” della tessera, come il gioco di una «massa di ragazzini viziati della ricca borghesia celebrati come se fossero dei rivoluzionari».
Qui c’è qualcosa che non va, e se c’è qualcosa che dobbiamo imputarci autocriticamente non è l’aver pensato e prodotto una tessera dissimile da quella che questi “compagni” probabilmente avevano in testa. Piuttosto, è il non aver affrontato prima, e prepotentemente, questioni di cultura politica che ciclicamente riemergono, con altrettanta prepotenza.
E non ci riferiamo a dettagli, o a sfumature, o a questioni su cui si può e si deve avviare una discussione! Parliamo dei fondamentali, riassunti plasticamente nelle due facce della tessera.
Il bisogno di esprimere la rabbia e di organizzarla politicamente, senza fare sconti alla durezza della realtà e delle nostre risposte, con intransigenza e vigore, perché, come scriviamo, «indignarsi non basta». E non basta perché è necessario trasformare la giusta indignazione in proposta politica, che dia risposte alle istanze sociali che emergono nella società. E’ la necessità di non perdere di vista, dentro la crisi, la rabbia e i bisogni di chi perde il posto di lavoro, di chi sta occupando la fabbrica, di chi non ha casa, o reddito.
Ma come possiamo credere che il più grande sogno di chi vive in condizioni precarie sia quello di dover sempre lottare per ottenere quel che gli spetta di diritto? Come possiamo non porci, da comuniste e comunisti, l’obiettivo di delineare un orizzonte, di felicità, benessere e passione? Qual è l’obiettivo delle nostre lotte: lottare ancora, e ancora e ancora, in una condizione perenne di subalternità e richiesta di diritti, oppure l’approdo ad una società di liberi e uguali?
Ma, contemporaneamente a questo, è il bisogno di non perdere la tenerezza, di appassionarsi al nostro essere comunisti, di amare la nostra comunità. E quindi di imparare a volare, e cioè di guardare in alto, l’orizzonte, non dimenticando che la lotta senza il sogno perde di qualsiasi valore e, soprattutto, è persa in partenza. Una manifestazione di giovani spagnoli, una manifestazione di giovani cileni. E con noi loro, dentro le lotte e non fuori, giudicandole con in mano letture dogmatiche e di terza mano dei Testi Sacri. Chiusi nell’esaltazione metafisica dell’ideologia o nel godimento anacronistico di sistemi sconfitti.
Questi sono le/i Giovani Comuniste/i. Questa è l’organizzazione giovanile di Rifondazione Comunista, con i suoi limiti, con i suoi tanti errori, ma anche con la sua incomprimibile volontà di coniugare radici e futuro, teoria e pratica del conflitto. Se un domani regredisse, e diventasse più simile ad un Museo delle Cere, perderebbe la capacità di attrarre a sé giovani compagne e compagni ricchi della grande ambizione di essere, in questa società ingiusta e corrotta, giovani donne e giovani uomini normali ma diversi. Un Paese nel Paese, il Paese migliore nel Paese e nel mondo che non ci piace.
E torniamo allora alla domanda iniziale, e al sentimento che dobbiamo nutrire nei confronti dell’organizzazione. Volerle bene vuol dire non polemizzare su ogni cosa, ma valorizzare le cose che si fanno, con atteggiamento propositivo. E quando le cose fatte non ci convincono, prima si valorizza il fatto che le si sia fatte e poi si introduce, nei luoghi e nei tempi opportuni, la propria critica costruttiva, finalizzata a migliorare il lavoro collettivo. Con un minimo di correttezza e di auto-pedagogia, in assenza della quale non si potrà mai costruire nessun partito comunista.
Riflettiamoci, care compagne e cari compagni. E prima di battere sulla tastiera un commento, uno qualsiasi, contiamo fino a dieci, pensando per una volta anche a chi è fuori da noi e magari vorrebbe avvicinarsi. Alla gente “normale”, alle persone che dobbiamo ancora convincere.
Simone Oggionni e Anna Belligero, portavoce nazionali Giovani Comuniste/i
Che tistezza leggere questi commenti dopo alcuni anni e vedere non solo la deriva sempre più socialdemocratica di Simone Oggionni, d’altra parte un sionista già da tempo, e quella molto, ma molto più destrista di gente come Simone Gimona, sentinella in lotta contro la fantomatica “lobby gay” ( http://www.prcbologna.it/2016/06/13/viale-del-tramonto/ ), e membro del gruppo dei contributori alla pagina di Fronte del Popolo ( https://www.facebook.com/groups/1076551472426687/?ref=group_cover&order=&member_query=Gimona&view=members ), nonostante sembri perfettamente cosciente che si tratta di un gruppo terzaposizionista di ispirazione previana ( https://www.facebook.com/frontelpopolo/photos/a.255565634811119.1073741828.255505811483768/391679411199740/?type=3&comment_id=391700004531014&reply_comment_id=391738957860452&comment_tracking=%7B%22tn%22%3A%22R4%22%7D alcuni commenti ostili a Fronte del Popolo e alle loro posizioni contro i “migranti economici” sono stati cancellati ), anche perché la ricchezza di post xenofobi e di accostamenti tra Farage e grandi rivoluzionari come Chávez sulla loro pagina lascia pochi dubbi sulla loro ideologia trasformista, ben evidenziata da un post in cui si esaltano contemporaneamente (!) il Terzo Reich e la DDR nel gruppo dei contributi ( https://www.facebook.com/groups/1076551472426687/permalink/1238075026274330/ ). Anzi, pare anche grato ( https://www.facebook.com/simone.gimona/posts/10212392603873101?comment_id=10212392669634745&reply_comment_id=10212392672434815&comment_tracking=%7B%22tn%22%3A%22R1%22%7D&__mref=message_bubble ) al proprio quasi-concittadino sanlazzarese Dario Giovetti, per lui “Darione”, amministratore della pagina di Fronte del Popolo, per aver pubblicato un suo post, cui ovviamente la cricca di Giovetti dà un’interpretazione Yes Borders contro il proletariato del Terzo Mondo vittima di quel capitale imperialista che dissangua là e chiude le frontiere a difesa del proprio privilegio qua.
Ora, per chi non conoscesse Fronte del Popolo e Dario Giovetti, basti notare come questi lavori per Il Mondo Nuovo, una delle tante pagine con l’effigie di Giano che guarda a… destra e a sinistra tra i “likes” della pagina di Fronte del Popolo. Ora, Il Mondo Nuovo @azionecult è, insieme a La Via Culturale, Giano Bifronte, Oltre la Linea, una delle tante reincarnazioni e preincarnazioni di Azione Culturale, un’associazione dedita alla rielaborazione “delle grandi ideologie del Novecento” ( http://ilribelle-iperblog.rhcloud.com/azione-culturale-news/ :è chiaro quale sia l’altra di queste ideologie) fondata ( http://www.lultimaribattuta.it/43295_azione-culturale ) da Alessandro Catto che scrive per Il Giornale.
Ma, d’altra parte (vedere il suo “mi piace” qui: https://www.facebook.com/ugo.boghetta/posts/1008704035832830?comment_id=1009289979107569&comment_tracking=%7B%22tn%22%3A%22R9%22%7D ), Gimona o non conosce la sintassi italiana (e quindi è inadatto ad essere dirigente nazionale o locale di un partito in Italia) o considera la migrazione un delitto (e migrare non può essere da parte di nessun altro che di chi migra), da buon discepolo del suo guru Boghetta (questo Boghetta: http://frontierenews.it/2017/01/di-come-la-sinistra-italiana-ha-abbracciato-rossobruni-e-xenofobi/ , Boghetta che arriva a criticare la politica di regolamentazione dello spostamento delle persone dell’UE della genocida Frontex da destra: http://www.socialismo2017.it/2017/04/28/un-patriottismo-costituzionale/ )
I terzaposizionisti previani di Fronte del Popolo, Gimona li invita persino alla festa di Rifondazione a Bologna ( https://www.facebook.com/groups/1076551472426687/permalink/1329957477086084/?comment_id=1330281297053702&comment_tracking=%7B%22tn%22%3A%22R0%22%7D )!
Ma dargli un seguito? ciao, Marco.
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E’ l’ora dell’opposizione di sinistra al governo Monti
di Fabio Nobile
La crisi sta accelerando tutti i processi a livello internazionale e nazionale. Soffiano di nuovo dopo la Libia i venti di guerra assieme alle politiche economiche che, in particolar modo in Europa, hanno natura antipopolare e recessiva.
In tale quadro i provvedimenti e gli annunci della cosiddetta fase due tolgono ogni dubbio, per chi ne avesse avuti, sulla natura e gli obbiettivi del Governo Monti.
Dopo i tagli devastanti e la riforma delle pensioni, infatti, le liberalizzazioni insieme all’attacco agli ultimi livelli di difesa dei lavoratori, sono l’espressione della famelica volontà del Capitale italiano ed Europeo di continuare ad affrontare la crisi con le ricette neoliberiste che l’hanno aggravata. La cancellazione della democrazia, per come l’abbiamo conosciuta sino ad oggi, è la cornice politica dentro cui si dipinge la nuova Italia. Lo conferma la stessa ammissione di Monti quando afferma che può fare un buon lavoro in quanto “non deve rispondere a nessun consenso democratico”.
La stesso inserimento del pareggio di bilancio toglie alla politica la possibilità di svincolarsi dalle scelte imposte dal mercato. Accanto alla democrazia cancellata si producono fenomeni reazionari che, dalla pancia del tessuto sociale colpito dalla crisi, trovano linfa e nuovo vigore. Il blocco sociale berlusconiano, sulle cui contraddizioni è caduto il precedente governo e seppure ancora in forme frammentate e apparentemente isolate, rischia di esplodere in una collera diffusa che può divenire base di massa per un ulteriore spostamento a destra del Paese. In particolar modo le liberalizzazioni sono un detonatore mobilitante per una parte importante dei ceti medi(commercianti, tassisti, mondo delle professioni). I processi di proletarizzazione e impoverimento che innescano sono pericolosissimi e rischiano di rivolgersi contro la classe lavoratrice se non si pratica un’accorta politica di alleanze sociali.
E’ chiaro che il tentativo di Monti è quello di mettere a disposizione del mercato i più ampi settori economici ancora in mano pubblica, insieme all’ulteriore ridimensionamento dei diritti e del salario diretto, indiretto e differito dei lavoratori. Un tentativo che avviene nel quadro della spinta dei settori dominati tedeschi orientati a far pagare la crisi e l’eccedenza di capacità produttiva ad essa connessa ai Paesi del sud Europa.
L’altro obiettivo del Governo dei professori è ricostruire gli assetti politici e istituzionali del Paese, più funzionali alla gestione della situazione. Lo stesso quadro politico nel 2013 si presenterà probabilmente in maniera fortemente mutata. La spinta del Presidente Napolitano per cambiare la legge elettorale sta aprendo a scenari che, probabilmente, rischiano di rendere tante discussioni sulle alleanze o primarie roba da archeologia politica.
E’ chiaro, quindi, che siamo in un’altra fase e nulla sarà come prima dopo il Governo Monti.
Di fronte a tale probabile scenario, che ridisegna le stesse forze politiche, il primo compito dei comunisti e della sinistra è quello di indicare un orientamento nettamente distinto dalle politiche neo liberiste e con esso autodefinirsi sul piano locale e nazionale. Questo non significa indicare opzioni elettoralistiche, impossibili da definire senza la consapevolezza di quale sia la legge elettorale con la quale si affronteranno le prossime elezioni. Significa altresì definire un campo e aprire un dibattito su chi sta dove. Per rendere possibile questo è necessaria l’iniziativa. E questo riguarda direttamente noi del PdCI e della Federazione della sinistra. I ritardi nell’unificazione dei Partiti (PdCI e PRC) e la permanente competizione che li caratterizza rischia alla luce dei compiti immani di essere esiziale. Il patto di consultazione a sinistra proposto dalla fds è necessario ma non sufficiente, vista l’ostilità degli interlocutori. Recuperare il nostro protagonismo è centrale.
E’ necessario impostare una campagna di massa nazionale e locale della FDS, contro privatizzazioni, attacco al salario e ai diritti di tutti i lavoratori. Una campagna in grado di rendere intellegibile un’alternativa credibile che parli di democrazia, estensione dei diritti, di un nuovo e massiccio intervento pubblico economia e nei servizi. E’ importante essere nel corteo dell’11 febbraio della Fiom, altrettanto necessario è puntare all’indizione di una manifestazione politica contro Monti e l’Europa delle banche sollecitando tutta la sinistra a farlo. Se permane la difficoltà a realizzarla unitariamente promuoviamone una della FDS. Non offrire questo spazio e la netta distinzione della sinistra lascerebbe la CGIL, la FIOM e la stessa USB da soli, condannandoli alla capitolazione. Si rende necessario per la FDS interloquire con più forza con quanto è avvenuto a Napoli nel Forum dei comuni per i beni comuni dove, ricordiamocelo, l’esperimento si è reso possibile anche grazie alla FDS e al suo sostegno organico a De Magistris sin dalla prima ora. Alla nostra destra e alla nostra sinistra dobbiamo contribuire proporre un programma che attorno ai contenuti costruisca l’unità. Le stesse contraddizioni nel PD non possono essere lasciate inerti senza nessuna sollecitazione esterna, sul piano nazionale con il sindacato, su quello locale con i paletti programmatici a partire da quelli espressi nel Forum di Napoli. Questi sono mesi in cui il respiro strategico dell’iniziativa deve prevalere su quello tattico, lo è per la borghesia, lo deve essere anche per noi. Tracciare un sentiero chiaro è indispensabile, lo spazio per farlo è enorme, non coprirlo sarebbe un crimine.
(Fabio Nobile fa parte della segreteria nazionale del Partito dei Comunisti Italiani)
Fabio Nobile – pdci.it
compagni la tessera è davvero molto bella anzi direi una delle piu’ bella della storia di rifondazione!!!!!!!!!………..ma io dico come fate a criticarla? rifondazione comunista deve rappresentare proprio il mondo giovanile della sinistra progressista e libertaria……….e non certo il vecchio comunismo 900esco……..rifondazione comunista è un partito comunista moderno!!!!!
è assurdo che il dibattito tra noi si popoli solo quando ci sono polemiche! io sono stanco, voglio mollare la tessera.
Manifesto contro la precarietà. L’inizio di un percorso
martedì 17 gennaio 2012 | Massimiliano Smeriglio | 12 commenti
Un tempo era argomento per sociologi del lavoro, economisti, giuslavoristi. Discussione accademica per professori che predivano il futuro. Oggi la precarietà è la drammatica realtà quotidiana di tutti, giovani e non, donne, migranti, dei milioni di disoccupati, di chi ha contratti a tempo, o saltuari, di chi è “a scadenza” come cibo da supermercato.
In questi anni, in Italia e non solo, i diritti sociali e del lavoro sono stati progressivamente sacrificati sul piatto e nel nome della competizione globale e dell’abbattimento dei costi. Tutto questo ha determinato l’aumento della disuguaglianza, causa strutturale della crisi nella quale siamo immersi.
Il “Manifesto contro la precarietà”, che presenteremo sabato 21 gennaio a Roma, nasce dalla convinzione che la lotta alla precarietà in tutte le sue forme debba essere punto di partenza necessario e imprescindibile per la costruzione dell’alternativa, a partire da una riforma del mercato del lavoro e degli ammortizzatori sociali più inclusiva, che non contrapponga i diritti acquisti a quelli invisibili. Una riforma che ponga al centro il tema della giustizia sociale.
Un’alternativa che sappia coniugare le parole economia, ecologia e democrazia, rimettendo al centro il rapporto con gli altri e con l’ambiente, con un altro tipo di sviluppo, un’altra idea di società.
Ricomporre il puzzle dei diritti frammentati o assenti per sostenere l’autonomia delle persone, il valore del lavoro, la loro libertà. E’ questo il compito da cui ripartire, la sfida che ci siamo posti, agendo su più livelli.
Lotta alla precarietà nell’accesso al lavoro: oggi esistono oltre 40 forme contrattuali. L’85% delle assunzioni avviene con contratti precari e il tasso di disoccupazione giovanile è al 30%. Bisogna ridurre all’osso le tipologie di contratti possibili, ripristinando la normalità del rapporto di lavoro a tempo indeterminato e facendo costare di più i contratti atipici.
Lotta alla precarietà nel lavoro: leggi diverse (dal collegato al lavoro fino alle ultime finanziarie Berlusconi) hanno modificato ciò che il diritto del lavoro e la Costituzione avevano garantito, ossia che leggi e contratti potessero riequilibrare i rapporti di forza tra lavoratrici, lavoratori e impresa. Bisogna tornare alla certezza dei diritti, a partire da due strumenti fondamentali: l’abrogazione dell’art. 8 che consente la deroga a leggi e contratti sulla base di accordi siglati a livello locale e quindi determina lo svuotamento del contratto nazionale, dello statuto dei lavoratori ecc e il ripristino della legge contro le dimissioni in bianco. Così come il tema dei tempi e degli orari, in un mercato del lavoro dove la piena occupazione è di là da venire, torna ad essere centrale insieme ad una discussione vera ,di cui non si vede traccia, su cosa e come produrre.
Lotta alla precarietà nell’uscita dal lavoro: di fronte alla perdita temporanea o peggio ancora definitiva del lavoro solo la metà dei disoccupati usufruisce di forme di sostegno al reddito. Dobbiamo rivedere radicalmente il sistema di ammortizzatori sociali, da estendere a tutte le tipologie di rapporti di lavoro.
Restituire autonomia e libertà alle persone: la precarietà diffusa è il risultato di processi di deregolamentazione del mercato del lavoro sempre più incontrollati e di uno Stato sociale che lascia sole le persone, scarica sulle donne il peso dell’assenza dei servizi, non riconosce diritti di cittadinanza. La negazione dell’autonomia delle persone è determinata dal non poter accedere a prestazioni fondamentali quali servizi, mobilità, formazione, cultura, e diritto all’abitare. Tutto questo si traduce in assenza di prospettive e di possibilità di costruzione autonoma del proprio futuro per milioni di ragazze e ragazzi. Per combattere questo stato di cose pensiamo che sia necessario introdurre misure fondamentali in grado di restituire dignità, autonomia e libertà di scelta ai giovani, come ad esempio il reddito minimo, lo sviluppo di politiche di housing sociale, di investimenti pubblici per il recupero di aree dismesse a fini abitativi e imprenditoriali, e lotta al caro affitti.
Quattro obiettivi da cui ripartire per cambiare la rotta della crisi drammatica in cui siamo immersi e che rischia di inghiottire un’intera generazione e il futuro del Paese. Quattro obiettivi declinati in un manifesto che è solo l’inizio di un percorso che vogliamo intraprendere e che ci porterà nei prossimi mesi ad attivare momenti di ascolto e confronto con soggetti diversi, con i sindacati, le associazioni, i lavoratori, con chi vorrà partecipare e dire la propria.
Massimiliano Smeriglio
Secondo me si potevano scegliere delle immagini e parole più adeguate al periodo, che come ben descritto nell’articolo, stiamo vivendo.
Ma in fondo la tessera, come dice sotto Max, è solo un pezzo di cartone, e ovviamente non influirà nella quantità di tesserati 2012.
caro AndreaP, ma tu non eri stalinista? E in un partito stalinista, o anche solo in un partito comunista, ti permetti di dire queste cose? Ti fa “cacare” la tessera del tuo partito? Cercatene un altro, in Nord Corea o in Russia. O anche in Italia, se ne trovi uno migliore. Ciao.
AndreaP si dovrebbe solo vergognare, vogliamo vivere o no una gioventù spensierata che ci permetta di riappropriarci dei nostri sogni in un mondo di oppressori e fascisti?
Sono un universitario e spero che “compagni” come AndreaP vengano sbattuti fuori, si facciano la tessera in Siria assieme a tutti i rossobruni che firmano gli appelli a favore di Siria e Iran, posti dove spero presto i giovani possano vivere lo stesso sogno che ha reso protagonisti i giovani egiziani, libici e tunisini.
Qualsiasi immagine che esprime libertà non può essere mai in nessun momento criticata!
A me non piace, non capisco il senso, voglio vedere a chi faccio una tessera cosi, la tessera deve parlare di lotta, di luoghi di studio e di lavoro, di gente che resiste. boh come al solito si fa di tutto per celare la nostra identità più bella e più importante. Andrebbe benissimo però come tessera dell’arci, quello di sicuro.
e’ molto piu bello il retro del fronte! XD
A me sinceramente fa proprio cacare.
Sarà che anzichè stare in università faccio parte del mondo del lavoro, ma a me non rappresenta proprio per un cazzaccio niente.
cordiali saluti
ap
La tessera è veramente molto bella. In questi casi il giudizio soggettivo si mescola anche al sentimento politico. Quindi, come ogni anno, ci saranno critiche ed elogi. L’importante è cogliere il messaggio della tessera e portarlo avanti: come hai detto tu, via al tesseramento per fare grande e più forte l’organizzazione giovanile del PRC.
Marco Sferini
Una tessera davvero orrenda, seconda solo a quella con il crollo del muro di berlino, un immaginario perdente, un’immaggine che poco c’entra con la nostra storia. Mi sembra di essere tornati al movimentismo a tutti i costi del bertinottismo che ha annaquato la nostra identità. Decisamente un passo indietro. Una tessera del PRC dopo 11 anni non entrerà nel mio portafoglio.
Secondo me si potevano scegliere delle immagini e parole più adeguate al periodo, che come ben descritto nell’articolo, stiamo vivendo.
Ma in fondo la tessera, come dice sotto Max, è solo un pezzo di cartone, e ovviamente non influirà nella quantità di tesserati 2012.
Neanche a me la tessera piace. O meglio non piace il fronte, mentre il dentro lo trovo molto bello.
Non capisco il senso dell’immagine né dello “slogan”. Avrei preferito, considerato che il 2012 sarà un anno gravissimo di crisi, qualcosa che facesse riferimento alle lotte a fianco dei più deboli di cui siamo protagonisti e per l’ottenimento di diritti fondamentali e costituzionali, ormai dimenticati da tutti i governi. Oppure, considerato il sentimento antipolitico che purtroppo per ora domina (Grillo e “Forconi” siciliani docent!), qualcosa che facesse riferimento alla nostra concezione vera e non contaminata di politica.
Detto questo, io la tessera, come ogni anno, la terrò nel mio portafoglio.
E certi commenti di compagni o compagne che addirittura dichiarano di pensare di non iscriversi per un cartoncino mi sembrano ragionamenti stupidi e non da Giovani Comunisti/e.
Pensiamo ad altro più che a commentare una tessera. Anzi lancio una provocazione: come mai questo sito si popola e si riempe di commenti solo in queste occasioni?
Bene compagni, cerchiamo di utilizzare questo spazio come luogo di discussione e confronto per costruire iniziative e rilanciare la nostra organizzazione…
Un saluto a tutti e buon lavoro.
Gianluca – Gc Partinico
Compagni a me personalmente la tessera non piace, ma è mai possibile che in questa cavolo di organizzazione qualsiasi occasione è buona per fare polemiche??? Pensiamo piuttosto a sviluppare una campagna poderosa di adesioni ai Giovani Comunisti per portare i dati del tesseramento ad un numero decente. Ho l’impressione che complessivamente come Partito ci piace polemizzare su qualsiasi cosa,anche su vicende sterili come quella della grafica della tessera.
Andrea Arcuri (GC PALERMO)
e anche questo è interessante, da Contropiano
Sicilia. Dietro i ‘forconi’ c’è Forza Nuova?
In evidenza
di Redazione Contropiano
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Il Governo Monti e la sua macelleria sociale, appoggiata da un arco di forze politiche che va dal centrodestra al centrosinistra, lasciano parecchio spazio alla demagogia e al populismo dell’estrema destra. E’ il caso dell’ambiguo “movimento dei forconi” siciliano…
La crisi macina economia ed esistenza a ritmi vertiginosi e non accenna a concedere una tregua. Il governo Monti va avanti per la sua strada in nome di una modernizzazione che malgrado le apparenze lascia intatto il potere delle grandi lobby colpendo poco più che simbolicamente qualche piccolo e limitato privilegio in maniera da suscitare simpatie e consensi da rispendere nell’assalto finale ai diritti sociali, al welfare e ai salari. D’altronde i ‘banchieri di dio’ hanno un appoggio parlamentare e mediatico che nessun governo si è potuto finora neanche sognare. Nel paese il disagio e la rabbia crescono, e a volte trovano sbocchi nelle piazze e nelle strade. In assenza di una sinistra sufficientemente militante e organizzata, è sempre più la destra estrema nelle sue varie sfaccettature a infiltrarsi in mobilitazioni e proteste sacrosante di lavoratori, disoccupati, senza casa o commercianti strozzati dallo strapotere del sistema finanziario e della distruzione sistematica di ogni freno agli appetiti voraci del mercato.
Le città italiane sono tappezzate di manifesti dei vari gruppuscoli neofascisti che se la prendono con banche, politici corrotti e feroci poteri sovranazionali. Spesso parole d’ordine condivisibili e giustificate utilizzate però in maniera strumentale da un’estrema destra che da una parte si dipinge come antisistema ma che dall’altra rimane contigua o pienamente interna al Pdl e alla Lega, al riparo dell’ombrello delle grandi organizzazioni che quelle politiche liberiste le hanno sempre sostenute e applicate.
Il rischio che il dilagare della crisi economiche e dei suoi effetti porti ad un radicamento popolare delle destre razziste ed eversive è più che serio. Nelle prossime settimane l’agenda delle manifestazioni e delle assemblee convocate dalla destra autoritaria o neofascista è fittissima. Dal corteo leghista del 22 gennaio – in forse solo a causa della spaccatura interna al movimento di Bossi – a quello de La Destra di Roma del 4 febbraio contro il ‘governo delle banche’, dai tentativi di Forza Nuova e Casa Pound di aprire nuove sedi alle campagne contro la politica e i partiti che vede protagoniste sigle finora sconosciute e formalmente appartenenti al cosiddetto mondo dell’antipolitica dietro le quali si celano vecchi e spregiudicati arnesi dell’estremismo di destra. E’ il caso ad esempio di un movimento dei ‘forconi’ siciliano che vede tra i suoi protagonisti, oltre a ingenui e arrabbiati cittadini alle prese con problemi di sopravvivenza, soprattutto militanti di Forza Nuova e di una destra berlusconiana ora alla ricerca di nuovi approdi e nuove strade.
In un contesto di stagnazione colpevole dell’iniziativa politica della sinistra e dei sindacati concertativi, le organizzazioni neofasciste rispolverano vecchi slogan ‘terzisti’ e li affiancono a nuove parole d’ordine contro i partiti, l’Unione Europea, il mondialismo e le banche. Facendo proseliti anche tra chi, investito dalla crisi, non si preoccupa più di tanto della matrice ideologica dei nuovi movimenti ‘apartitici’ e delle loro vere finalità. Se la rete – e i social network in particolare – sono pieni di appelli a sostenere il ‘movimento dei forconi’ anche di ingenui cittadini progressisti, i rimbrotti moralistici contro le infiltrazioni fasciste che provengono da chi questa crisi l’ha provocata rischiano di non avere nessun effetto ed anzi di concedere ancora più credibilità e agibilità politica e sociale all’estrema destra.
Il problema è che, accanto alla denuncia circostanziata di ogni tentativo di infiltrazione neofascista nei movimenti popolari e di protesta, occorrerebbe abbinare anche indicazioni di lotta e di mobilitazione in grado di convogliare la rabbia sociale crescente verso obiettivi realmente di rottura con il ‘governo unico delle banche’.
Ma non è che dietro ai forconi si nascondono i saluti romani?
Dario Ronzoni – http://www.linkiesta.it
Sono giorni agitati perla Sicilia. Daun lato, il sindaco di Palermo Diego Cammarata lascia l’incarico (dopo dieci anni e un’amministrazione che ha deluso molti cittadini), dall’altro, nel silenzio dei media, scoppia la protesta del Movimento dei Forconi, un gruppo di contadini e allevatori, nato l’anno scorso e già protagonista di proteste e manifestazioni. Stavolta sembra diverso. Insieme alle associazioni di autotrasportatori Aias camionisti, pescatori sono confluiti nel movimento “Forza d’Urto” e vogliono paralizzarela Siciliafino a venerdì 20. Indignados italiani?
No, siciliani. Al centro di tutto la difesa dei propri interessi. Le esportazioni sono in calo, il prezzo dei prodotti agricoli sono crollati. La globalizzazione li divora, le tasse li opprimono. E il costo dei carburanti e dell’energia è diventano proibitivo. Meglio allora scendere in piazza e protestare, bloccando le strade della regione. Le richieste spaziano dalla diminuzione delle tasse sui carburanti a misure per contrastare la crisi agricola. Oltre che il blocco delle procedure della Serit,la Equitaliasiciliana. Nulla di originale, comunque.
Al momento i nuovi vespri anti-globalizzazione stanno colpendo le strade: blocchi al porto di Palermo, ferma il primo tratto della A19 fino a Villabate. Ma anche a Gela, dove sono scesi in strada in cinquecento. Così sulla Agrigento-Caltanissetta, hanno preso la “Rotonda Giunone”, e si fanno vedere anche tra Catania e Siracusa. Il movimento, che riunisce persone come Rossella Accardo, che nel2008 ha visto scomparire il figlio e il marito Stefano Martorana, si dichiara «determinato ma pacifico» e soprattutto «apolitico», tanto da vedere scritto sulla loro pagina facebook, uno slogan come «né bianchi né neri, ma siculi pensieri». Sicuri?
Non tanto: si chiamano Forza d’Urto, ma molto vicino a loro c’è sempre Forza Nuova. Sarà un’attrazione fisica, ma anche se il movimento dei Forconi dice di non caldeggiare particolari posizioni ideologiche, i forzanuovisti sono con loro da molto tempo. Le idee, del resto, non divergono molto. A capo del Movimento dei Forconi c’è Mariano Ferro, ex Mpa e molto vicino a Lombardo. Quindi idee anti-globali, autarchiche, tradizionali e, adesso, infastidite dall’impostazione tributaria di Serit. Se poi si va sulla pagina Facebook di FN la conferma c’è, chiarissima. I commenti di sostegno sono tanti, articolati ed entusiasti. «Forza Nuova da sempre a fianco del Movimento dei Forconi», recita un post, con tanto di filmato. E se non bastasse, c’è la benedizione di Roberto Fiore, il segretario nazionale, che pure siciliano non è: «Pieno sostegno al Movimento dei Forconi», ha dichiarato, sperando che sia con loro che possa partire «la rivolta popolare».
Insomma, checché se ne dica, dietro al forcone siciliano si nasconde il saluto romano. Ma i contadini, gli imprenditori, i camionisti e i pescatori, che adesso protestano (e molti di loro si dicono anti-fascisti) davvero non lo sanno?
Ecco chi sta dietro al movimento dei forconi (Fonte: violapost.wordpress.com)
Dicono di essere “apartitici” e avvertono: chiunque si presenti alle nostre manifestazioni con bandiere di partito o di movimento “verrà preso a calci nelle natiche”. Il cosiddetto movimento dei Forconi, (promotore del fermo di quattro giorni dei trasporti in Sicilia), capeggiato da Mariano Ferro ex mpa (ha partecipato anche all’assemblea regionale del partito di Raffaele Lombardo, video), e spalleggiato dal sindacato degli autotrasportatori siciliani di Giuseppe Richichi non usa mezzi termini: calci in culo per tutti. Peccato che alla manifestazione del 15 dicembre a Catania, a rivolgersi indisturbato ai manifestanti, fosse il leader della sezione etnea di Forza Nuova, Gaetano Bonanno. E non c’è stato uno che l’abbia preso a “calci nelle natiche”. E dunque, fuori tutti i partiti e movimenti tranne Forza Nuova. Ecco il video
Ma dietro l’operazione “Forza d’Urto” c’è un altro personaggio abbastanza tollerato, ossia il presidente del Palermo Calcio, leader del “Movimento per la gente” e uomo tra i più ricchi d’Italia, Maurizio Zamparini, invitato d’onore ad un incontro del movimento dei forconi e del sindacato autotrasportatori, lo scorso 10 gennaio, il video
Un altro leader del movimento dei Forconi, Martino Morsello è stato tra gli ospiti speciali del recente congresso di Forza Nuova tenutosi a dicembre a Tivoli (Roma).
Altri documenti: la benedizione del leader nazionale di Forza Nuova
L’immediata adesione alla protesta del partito di Scilipoti
Dibattito organizzato a Ragusa da Forza Nuova, interviene Martino Morsello, uno dei leader del Movimento dei Forconi
Corteo Forconi a Messina con delegazione Forza Nuova
Pagina Facebook Forza Nuova, tutti pazzi per i Forconi
Pagina “Italia Fascista”, tutti pazzi per i Forconi
Pagina “Fascisti d’Italia”, tutti pazzi per i Forconi
Forconi incontrano Partito Aziende capitanato da Riccardo Sindoca appartenente a La Destra
La prova delle commistioni fascisti-forconi: http://www.youtube.com/watch?desktop_uri=%2Fwatch%3Fv%3DTZwzYbFXHfc&v=TZwzYbFXHfc&gl=GB
CRONACA | di Giuseppe Pipitone | 19 gennaio 2012 Commenti (94)
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Più informazioni su: Cosa Nostra, Forconi, Forza Nuova, Lombardo, Sicilia “Cosa nostra nel movimento dei Forconi”
In Sicilia la protesta contro la politica La denuncia arriva dal presidente della confindustria locale Ivan Lo Bello. Al quale risponde il leader del movimento Martino Morsello: “Se è così faccia i nomi”. Manifestazioni sotto il palazzo della Regione “La mafia non lo sappiamo se c’è o non c’è. Per noi qui non esiste. Siamo solo gente che vuole lavorare. E cacciare questi politici traditori del popolo siciliano”. Davanti palazzo d’Orleans, sede del governo regionale siciliano, sono circa una cinquantina i manifestanti del Movimento dei Forconi che da quattro giorni sta mettendo in ginocchio tutta l’isola. Aspettano di capire gli esiti dell’incontro tra i loro leader e il governatore Raffaele Lombardo e nel frattempo cercano di convincere i poliziotti in tenuta antisommossa a scioperare con loro. Sono soprattutto agricoltori e autotrasportatori, ma tra di loro svetta anche qualche giovanissima testa rasata che, con la fascia del comitato “Forza d’urto” ben in vista al braccio, sottolinea come si voglia “fare passare il messaggio che tra i Forconi c’è la mafia, ma siamo in Sicilia. Questo è soprattutto un sollevamento corporativo unito.” Obbiettivo delle critiche dei manifestanti sono, manco a dirlo, i giornalisti: “Vi siete svegliati tutti ora – accusano alcuni ragazzotti in tenuta nera e occhialoni da sole – fino a ieri non esistevamo. Oggi scrivete queste scemenze. Ma chi ha scritto queste falsità dovrà renderne conto.”
A segnalare l’inquietante presenza di alcuni esponenti legati a vario titolo a Cosa Nostra tra i manifestanti è stato il presidente regionale di Confindustria Ivan Lo Bello. “Abbiamo evidenze che in molte manifestazioni nei blocchi che stanno creando tante difficoltà in Sicilia erano presenti esponenti riconducibili a Cosa Nostra – ha detto Lo Bello – questo non significa che la mafia sia dietro le manifestazioni, ma siamo preoccupati che un disagio reale della gente dell’Isola sia cavalcato da personaggi senza credibilità e dal dubbio passato, da infiltrazioni della criminalità organizzata e da altri fenomeni che finiranno solo per aumentare un ribellismo generico che non risolverà alcun problema”. Parole quelle di Lo Bello che sono state confermate dal capo della procura palermitana Francesco Messineo: “Troviamo giustificato l’allarme lanciato da Confindustria, la situazione è della massima serietà”.
Immediata è arrivata la risposta di Martino Morsello, leader carismatico dei Forconi, che proprio stamattina ha annunciato l’inizio dello sciopero della fame in segno di protesta per le accuse di Lo Bello. “Non siamo mafiosi, se lo dite fate i nomi. E’ proprio per rispondere a queste accusa se da oggi io inizierò lo sciopero della fame”. Morsello, ex allevatore ittico di Marsala ed ex assessore socialista negli anni ’80, è considerato vicinissimo a Forza Nuova, partito che ha appoggiato apertamente nello scorso maggio, quando ha partecipato come relatore a un convegno del partito di Roberto Fiore sull’usura bancaria. Oggi è di più larghe vedute: “Non m’interessa se chi viene a protestare è di destra o di sinistra. Se condividono le nostre ragioni sono con noi”
A condividere le ragioni dei Forconi, almeno a parole, finora sono stati in tanti. Oltre a Forza Nuova di Fiore, si è precipitato a dare il proprio appoggio ai manifestanti anche Grande Sud, il movimento di Gianfranco Miccichè. E anche Fabio Granata di Futuro e Libertà è a favore dei Forconi: “In campo possono anche esserci personaggi poco raccomandabili e metodi che non sono d’aiuto alla crisi siciliana- li giustifica il deputato di Fli – ma la protesta va capita e, oltre alla politica, dovrebbe essere l’impresa e la grande industria a fare autocritica e a comprendere le ragioni dei siciliani”. E sono parecchi anche i manifestanti vicini al Movimento per l’Autonomia di Raffaele Lombardo, il governatore a cui i Forconi chiedono le dimissioni immediate perché “ha tradito il popolo siciliano”.
A fianco dei Forconi anche il presidente dell’Accademia Italiana Alta Scuola Equestre, il duca Onofrio Carrubba Toscano, che ieri ha manifestato marciando a cavallo con alcuni compagni da Villabate a Palermo. Il duca si è detto pronto a cavalcare addirittura verso Roma per incontrare di persona il premier Mario Monti.
E al presidente del Consiglio si è appellato lo stesso governatore Lombardo. L’incontro di stamattina tra il presidente siciliano, i prefetti e i capi popolo della rivolta infatti non è andato bene. “Il latte deve essere trasportato subito dopo la produzione altrimenti si può buttare” ha sintetizzato ironicamente Lombardo che si è detto “fiducioso del fatto che i blocchi possano terminare domani”. Morsello però è meno sicuro: “Siamo autorizzati fino alla mezzanotte di venerdì. Dopo può succedere di tutto. Rispondiamo solo al volere del popolo. La riunione con Lombardo è stata avara. La guerra continua.”
Nel frattempo in tutta l’isola continuano i posti di blocco per tir e mezzi pesanti agli svincoli delle autostrade. Nel capoluogo siciliano ormai non c’è più carburante. E anche nei supermercati iniziano a scarseggiare i viveri. In tutta la Sicilia sono circa cento mila i manifestanti ai posti di blocco e ai sit – in: sono soprattutto giovanissimi e ultra cinquantenni. Quasi assente invece la generazione intermedia: quella che va dai 25 ai 40 anni di età. Che poi dovrebbe essere quella che accusa maggiormente i sintomi della crisi economica. In Sicilia come nel resto d’Italia.
a proposito dei forconi…
Questa è una bomba
Dietro ai forconi c’è anche il PDA, partito delle aziende, di estrema destra. Ma che è tra i fondatori del PDA? Un certo generale CC in congedo Sivori.
http://lituzzu.dontexist.org/blog/unitevi-alla-prostesa-sicilia-devi-svegliarti/
Carneade, chi era costui? Era, when he was young, il capitano Sivori, che sparò e uccise un fascista a via Acca larenzia.
Ufficialmente FN odia Sivori per Acca larenzia, cui rompe i coglioni a sangue quando si presenta pubblicamente, ma poi è suo alleato nei forconi: cosa strana molto strana che suscita profonde perplessità su cosa diavolo ci sia stato “dietro” Acca larenzia!
http://www.linkiesta.it/acca-larentia-recchioni-sivori-partito-delle-aziende
Compagni, l’immagine della tessera non piace nemmeno a me, ma non facciamone una questione dato che ci sono cose mooolto più importanti di cui occuparci…
bravi. concordo con la vostra riflessione. NON SE NE PUO’ PIU’ “DEI CUSTODI DELLA BANDIERA” quelli che qualsiasi cosa si fa in questo partito non va bene. La crtitica va bene ma il mantra continuo è solo utile a creare casini più che ad aiutare a superare limiti e errori. CONTIAMO FINO A DIECI, APPUNTO.
Gimona, indignati con questa verve anche per altro, altrimenti è tutta ipocrisia!
a me piace un sacco! bravi compagni!
Su facebook gira una foto con un piccione schiacciato a terra e la scritta liberi di volare. E’ opera di una ragazza iscritta a Rifondazione comunista. Non so più cosa pensare. Penso a Magri, al sarto di Ulm, all’organizzazione, ai nostri sogni, e poi a questo. Mi fa tanto male.
COMUNICATO STAMPA
FMI, RECESSIONE ITALIA, FERRERO: «RECESSIONE DISASTROSA: ECCO I PRIMI RISULTATI DELLA CURA BERLUSCONI – MONTI»
Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista – Federazione della Sinistra, dichiara:
«Questa recessione disastrosa è il frutto del governo Monti, che farà perdere centinaia di migliaia di posti di lavoro agli italiani. Le previsioni del Fmi sono la prova lampante che le ricette di Monti sono sbagliate: il professore va bocciato!
Le misure del governo “tecnico”, in assoluta continuità con i provvedimenti di Berlusconi, aggravano la crisi. Invece del taglio del welfare e delle liberalizzazioni/privatizzazioni occorrono intervento pubblico, politiche industriali e una decisa redistribuzione del reddito: altrimenti la crisi continuerà a peggiorare».
Roma, 19 gennaio 2012
Posto che l’omaggio a Magri su una tessera dei GC sa di necrologio, ma questo è soggettivo, la frase scelta l’avete pescata proprio nel baule dell’intellettualismo: “soggettività organizzata, autonoma, capace di autotrasformazione dei protagonisti di un mutamento possibile”. Non è di certo una frase che parla alla gente comune, come si vorrebbe sostenere nell’articolo di Belligero e Oggionni, ma è una frase diretta da un gruppetto all’interno dei GC a un altro gruppetto.
La predica by Oggionni & Belligero contro i compagni filonordcoreani o filostalinisti la dice lunga anch’essa. Sa di coda di paglia, di ripicca… Forse alcuni anzi molti compagni si guardano indietro, o stimano certi regimi o poteri socialisti, perché hanno messo e mettono in pratica quello noi non riusciamo neanche più a dire, preferendo autotrasformazioni di protagonisti di mutamenti possibili…
Grande Gemma, colpisci anche qui! Affonda il coltello, ti prego! Facce ride!
Ma anche qui vieni a fare il fenomeno? Vai nel blog di Grassi!
Per me sbagliate a contrapporre tematiche di analisi critica della storia del movimento operio allo stato attuale dell’arte ; le due cose in un partito che ha 20 anni dovrebbero trovare una sintesi politica orientata e non lanciate come grimaldello in discussioni che hanno molto poco di politico. Scusate non sono una giovane ma leggere queste cose ,da comunista, mi rompe abbastanza…
Leggete questo pezzo meraviglioso di Alessandro Fatigati sul suo blog (alessandrofatigati.wordpress.com) a proposito della tessera. Questa è la nostra organizzazione, questi sono i Giovani Comunisti!
Sono ancora una volta perfettamente d’accordo con Simone, l’unico che in questa organizzazione ci fa guardare oltre le nostre miserie quotidiane e la nostra tristezza… La politica è lotta ma è anche sogno, e io vorrei continuare a sognare come lui ci indica e.. con lui. La politica e la lotta sono amore e passione, non dimenticatelo mai. Elisa
Ma possibile che anche parte di questo dibattito registri tutta la volgarità e la bassezza che io e Anna denunciavamo? Sia qui sia su facebook circola, anche in commento a questo nostro pezzo, il peggio che si potesse immaginare. Chiedo scusa a Simone e agli altri compagni qui insultati gratuitamente da Andrea Di Lello e dall’anonimo. Noi continuiamo sulla nostra strada.
Uno che si firma “Anonimo” si qualifica per quel che è: coglione e codardo
Eccolo il capo dei falliti!
Susanna Simonetto, Luca Cerpelloni, Simone Gimona, Andrea Parti e sfigati simili: quanto fate pena!!! Mi fate pena, avete capito? Siete dei poveracci, sfigati e rancorosi e invidiosi!!!! Patetici, falliti nela vita!
Veramente quelli patetici, rancorosi, sfigati sono quelli che insultano gli altri e nemmeno hanno il coraggio di firmarsi e si nascondono dietro “l’anonimo”. che pena.
certo, Massimiliano, perché Massimiliano è un nome che fa capire esattamente chi sei e di dove, vero? Fammi il piacere! Siete un picolo manipolo di leoni da tastiera, capaci su facebook di scrivere le cose più grosse e rivoluzionarie e poi siete nella vita dei conigli falliti e frustrati, uno per uno. E non c’è nessun rancore in me, che vivo FELICEMENTE a Pescara e sono soddisfatto della mia vita e della mia attività politica. Fatevi un esamino di coscienza e soprattutto pensate, se ne siete capaci, al mondo che sta fuori dalle vostre piccole beghe e piccole frustrazioni!
Vedi Andrea Di Lello, qui l’unico leone da tastiera sei tu! Massimiliano ha addirittura messo il suo blog personale nel suo post qui sopra. Quello che senza alcuna spiegazione incorona “re dei falliti” il sottoscritto (ma ci conosciamo? e se si dove ho avuto l’onore della tua immensa e saggia compagnia?) e che da del leone da tastiera a Massimiliano sei proprio tu. Visto poi che vivi a Pescara felicemente, continua a viverci felicemente evitando di parlare e sputare sentenze su persone che non conosci, di cui probabilmente non hai la minima idea della loro opinione. Addio
Gimona, non fare la fighetta, che sei il primo leone su facebook e il primo opportunista… a Bologna i compagni (quelli veri, non i tuoi amici) lo sanno bene… ed è ridicolo che Oggionni ti chieda scusa per commenti che girano qui… i commenti sul tuo conto girano ovunque, e sono ovunque uguali!
e poi scusa, illuminaci, tu cosa pensi della tessera? tu che riesci ad essere contemporaneamente il dj e quello che fa i cori stalinisti? sei un po’ in crisi, vero? come ogni volta che si parla di politica… hai proprio poco da dire!
Rispondo a “Sandro”: ti invito a segnalarmi i comportamenti da “Leone da tastiera” che, visto il tuo anonimato, ti sembrano propri! Le voci sul mio conto? I compagni, quelli veri? I miei amici? Ma quante cose sai, e chi saresti? Quando ho avuto il piacere di conoscerti? Chi ti parla di me? I compagni “veri” di Bologna? Ti qualifichi nuovamente come “iena da tastiera”, nascondendoti dietro un account anonimo, parlando di argomenti assolutamente offtopic con accuse gratuite (e tra l’altro false…io non vivo alle spalle di nessuno)…credo che l’amministratore di questo blog dovrebbe censurare le accuse e questi atteggiamenti, sono contrari allo spirito dell’articolo. Io saró una fighetta, ma tu sei l’ultimo dei codardi. Palesati, di chiaramente le tue accuse, elenca i compagni veri e quelli falsi di Bologna…al contrario silenzia le tue frustrazioni. Addio Sandro o Andrea o chissà come ti chiami.
Carissimo Andrea, ti faccio presente che il sottoscrittto è quello più riconoscibile in questi commenti, perchè oltre il nome
ho anche il link al mio blog (in cui già mi presento, dico età cosa&dove studio) e dal mio blog puoi accedere ai miei profili FB, twitter, tumblr in cui farti una idea di chi sono se ti interessa.
se poi hai necessità di sapere il codice fiscale, numero di cellulare, tutto ciò che ho fatto, visto, le persone che conosco, e altro delle persone con cui parli via commento su un blog, vieni a Bologna, e ci incontriamo.
Oppure stattene a Pescara, ma non ti permettere di dire stronzate.
Ti ringrazio,
Massimiliano Dolciotti (06-07-1991. Bergamo)
Le stronzate le dici tu!
Ahiahahhiahi Gimona, cos’è tutta questa veemenza? Qui qualcuno ha la coda di paglia? Qui qualcuno ha colpito nel segno?
Caro Simone, se per censurare intendi deprecare, sì, l’ho fatto sopra e lo ribadisco. Se per censurare intendi cancellare, no, non l’ho mai fatto in questo blog e penso non lo farò, anche se mi fa tanto male che ci siano persone che – qui e altrove, oggi e ieri – non sappiano fare niente di più che insultare senza argomenti.
Ciao, Simone
oioi che par di palle, scusate se ve lo dico, ma per me sulla tessera ci può essere disegnato anche pikachu, la faccio lo stesso.
ste cose mi fanno veramente ridere…
Bravo condivido! M.
la voglio! la tessera è bellissima e… non ascoltate questi stronzi!