“Su internet quando uno dice una stronzata chiunque lo può sputtanare”: è una delle tante sentenze di Beppe Grillo. Perché il personaggio è così, un comico abituato a recitare a copione su di un palco, come quando nei suoi spettacoli ultramilionari – è storia di pochi anni fa – Antonio Ricci scriveva per lui, e la folla, quella stessa imbonita ogni sera da Striscia la notizia, dalle sue veline e dalla sua satira al servizio del potere, applaudiva beata, convinta di avere trovato uno che irrideva e combatteva il potere.
Ecco, Beppe Grillo in questi giorni di stronzate ne ha dette molte. L’ultima è un attacco gratuito e volgare al nostro sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, definito “Pisapippa”, uno che – secondo Grillo – rappresenterebbe il “Sistema”, niente più che una marionetta.
Ma se il problema fossero solo le stronzate dette, ce la caveremmo con un semplice, benché penoso, elenco. Dalle battute infelici sull’Aids (“ci sono seri sospetti che sia una bufala”) e sulla cura Di Bella contro il cancro, alle recenti crociate contro i calabresi (“abituati al voto di scambio”) e gli “zingari” (“un pericolo per i nostri anziani”), fino al saluto a Vendola “busone” in nulla dissimile dalle spacconate machiste di Berlusconi.
Il problema vero però è un altro, e riguarda il modello che Grillo rappresenta, il significato del consenso che raccoglie, i valori che veicola, il modo con cui si inserisce (e aggrava) la crisi della politica e dei soggetti organizzati.
La mia opinione è semplice: Grillo è un fenomeno del berlusconismo decadente, intriso della stessa cultura demagogica e populista. Un giullare che dalla grande ribalta mediatica degli spettacoli commerciali si è riciclato nel tentativo di dare una sponda e uno sfogo agli istinti bassi, volgari e viscerali di un Paese a questo già ampiamente abituato. Il razzismo e l’omofobia che traspaiono sono la prova che la sua crociata contro il “Sistema” è una variante del sistema stesso, un diversivo assolutamente compatibile con la sua essenza.
Un fenomeno del berlusconismo decadente. Non è un caso che la sua stella sia esplosa in concomitanza con la fase del Basso Impero: perché Grillo è la controfigura di Berlusconi. Anzi: è la controfigura di Berlusconi e Bossi, di quel contro-potere che si presenta come eversivo e per questo “popolare”, in sintonia con i desideri profondi.
Grillo è il guru che parla direttamente al popolo, scavalca le gerarchie, le burocrazie di partito, vive con fastidio ed esplicita antipatia il rapporto con la politica e con la democrazia. E, quel che è peggio, non contrappone alle storture della politica e alle malattie della democrazia la cura della partecipazione, del protagonismo del popolo e al suo interno di quei soggetti sociali che subiscono il Basso Impero. Al contrario, chiede al popolo di seguirlo, di identificarsi in lui e attraverso il suo corpo e la sua voce di sfogare la propria frustrazione. Un “vaffanculo” salverà il mondo. E cosa pensa della crisi economica? Dei lavoratori che non arrivano a fine mese e dei padroni che lucrano sulle nostre fatiche? Dei giovani senza lavoro e degli affitti che strozzano le famiglie? E della guerra alla Libia?
Ma un giudizio così severo da solo non può bastare. Come in ogni cosa bisogna chiedersi il perché, quale sia la sua base materiale, la sua verità interna.
E allora il tema è quello della crisi della politica e del rapporto tra i partiti e la società, tra i partiti e i giovani e del modo con cui i corpi collettivi organizzati comunicano con l’esterno.
Le ragioni sono remote, appunto: la scelta del capitalismo occidentale di ristrutturare se stesso con la grande rivoluzione passiva della seconda metà degli anni Settanta (le politiche neo-liberiste e la cultura individualistica che ha accompagnato questo processo), il crollo del socialismo reale e il suicidio dei partiti comunisti d’Occidente (il caso italiano è il più fragoroso).
Dentro questa crisi della rappresentanza (e precisamente dell’idea che i soggetti sociali deboli potessero organizzarsi in forma collettiva e all’interno di queste forme collettive costruire una propria visione del mondo, propri valori, scegliendo – orgogliosi della propria diversità e per questo tra loro solidali – le proprie battaglie e le proprie parole d’ordine) è riemerso il populismo.
È tornato a galla uno dei caratteri profondi del nostro Paese, quello che ha reso possibile il fascismo e il sostegno ventennale ad esso, le varie “maggioranze silenziose” e i fenomeni mafiosi e criminosi in vastissimi settori del Paese.
Ma il punto è che da questa crisi della politica – anche se Grillo non è la soluzione – bisogna comunque uscire. E bisogna farlo (ed è questa l’unica intuizione veramente feconda di Grillo) cambiando radicalmente le forme della comunicazione politica e del coinvolgimento.
Internet da questo punto di vista è uno strumento semplicemente imprescindibile. Mentre Grillo macina centinaia di migliaia di contatti ogni giorno sul proprio blog, e avvicina – tramite la Rete – migliaia di giovani, spesso alla prima esperienza politica, la sinistra arranca. E noi peggio degli altri. Fatichiamo ad avere un sito internet decente e demonizziamo i social network, i blog, gli strumenti di confronto e discussione. Rimaniamo schiavi delle nostre liturgie e nel frattempo, fuori dalle nostre stanze, la gente si mobilita, si organizza, scende in piazza. E nella nostra fragilità, nella nostra arretratezza, incontra altri soggetti (politicamente reazionari, come Grillo appunto) che mostrano – altro tema centrale – una radicalità e un antagonismo che noi al massimo enunciamo.
Quindi: denunciamo Grillo e il grillismo per quello che è, combattiamolo. Ma conquistiamo la sua gente, quelle decine di migliaia di persone (tantissimi giovani) che lo hanno votato e che evidentemente chiedono alla politica radicalità, rinnovamento, discontinuità, innovazione. Tutti valori e pratiche che sono nostri, che devono essere nostri. Non perdiamo il treno.
Ciao Simone, chiaramente concordo con ogni forma di rifiuto del populismo fascista di Beppe Grillo, attenzione però a sottovalutarlo a fenomeno decadente del berlusconismo (di un’epoca cioè in disfacimento, storicamente non più in atto, quella dell’omologazione televisiva). Forse dovremo invece cercare di prevedere proprio le insidie del “nuovo”. E’ vero che Grillo entra nel nuovo con la gamba tesa del vecchio, cioè linguisticamente è Antonio Ricci che sperimenta il web, ma appunto, è questo il punto da approfondire, chi sta sperimentando e cosa, quali nuove aree di egemonia d’opinione sul Web stanno facendo i primi passi. Il nazi-obamismo di Casaleggio ad esempio è follia, il Web come spirito dell’epoca dell’Occidente in guerra contro Asia, Russia e Sud del mondo, praticamente le teorie sociologiche più folli della “Fine della storia” e dello “Scontro di civiltà” impastate di twitterismo.Saranno solo farneticazioni retoriche ma resta il background culturale piuttosto pericoloso.
Un caro saluto e a presto.Davide
Oddio i grillini!!Ragaz zi mi dispiace ma non avete capito proprio un cavolo,ossia…avete capito che la classe politica borghese fa schifo..ok!!bravi..ma candidandovi alle elezioni non risolvete nulla..perchè comunque non volete cambiare il sistema economico di cui è espressione la stessa politica che vi fa tanto schifo!!i cambiamenti che tanto auspicate non verranno mai e poi mai senza il cambiamento del modo di produzione x via rivoluzionaria! !!ma lo capirete qnd sbatterete la testa più volte sul muro..
ps bergamoalta..il comunismo avrà 120 anni ma le idee alla base del libero mercato risalgono al 1700!!rendo l’idea?
Chi rifiuta e disprezza la storia rifiuta il futuro e non può capire dove si trova e perchè si trova li e in quelle condizioni e non saprà mai come fare a cambiare quelle condizioni. Chi poi non sa vedere cose che riempiono il mondo e ci condizionano la vita è veramente un povero di spirito. L’imperialismo è nato nell’ottocento ma continua ancora oggi a strappare la vita dei popoli. Auguri ai questuanti di grillo. Non su grillo ma sui grillini avrei anche qualche commento positivo in sede locale, ma lo riservo alle persone assennate, altri potrebbero interpretarle in modo sbagliato.
Giuseppe
da rifondazione.it
Io voto e voterò grillo in quanto sono contrario a tutto questo marciume corrotto di politicanti, ma ho provato a leggere gli articoli vostri e fanno ridere. Non parliamo poi dei vostri post:lenin, gramsci, anticapitalismo , imperialismo yankye, conflitti di classe…
Ma di che parlate,OHI siamo nel 2011 mi sa che avete sbagliato secolo.
Che me ne frega a me di quello che diceva un povero mentecatto 120 anni fa.
Che ne poteva sepere dei pensionati, dei precari dei disoccupati se nemmeno esistevano i ccnl, internet, la leganord le cooperative ecc ecc.
E poi….partito comunista! Ma vi rendete conto. Perchè non Partito giacobino..o sanculotto, basta.
Noi ragazzi non ne vogliamo più sapere di ideologie ottocentesche trite e ritrite, fallite e seppellite dalla storia e voi con la vanga a cercare di tirarle fuori. ee bastaaa
Nazisti fascisti comunisti fate un bel cartoccio e buttate a rifiuti speciali.
GRILLO MI PIACE ed E’ MODERNO e PARLA AI GIOVANI
bergamoalta, il mentecatto di cui tu parli, affermava che la crisi farà entrare la necessità della rivoluzione anche nelle teste di legno, e tu con la supponenza cialtronesca con la quale ti esprimi, sei una testa di legno, ma di un legno pessimo, come il carrubo, buon solo per fare fumo; sei un ottimo allievo del razzista imbonitore, il quale come tutti i ciarlatani ben presto finirà nel cimitero degli elefanti; non sprecare la tua gioventù, e studia i classici dei rivoluzionari, ti faranno soltanto del bene, e potrai affrontare i tempi cupi della crisi galoppante che travolgerà anche te.
Simone hai ragione
un abbraccio marcella
Caro Grillo, hai perso un’occasione per tacere – di Claudio Grassi su Liberazione
Il titolo è ad effetto in quanto di Grillo si parla solo nel passaggio che trascrivo di seguito – il resto è solo generico ed enfatico trionfalismo ( «Il Paese sta voltando davvero pagina … in questa nuova primavera italiana … La sveglia suonata due settimane fa ha suonato questa volta ancora più forte … una nuova Italia che ha ripreso in mano il proprio destino …» ).
… Dovrebbe farsene una ragione – lo diciamo per inciso – Beppe Grillo, che ha perso un’altra occasione per tacere. Ha insultato, con la consueta volgarità, Giuliano Pisapia (“Pisapippa”) e tutti noi, non riconoscendo che quello che oggi è in campo è un progetto di cambiamento della società italiana che passa per il coinvolgimento e la partecipazione, e non per la demagogia e la delega al guru, che passa per la politica (la riscoperta della politica vera, quella che dà e restituisce passione) e non per la vittoria della frustrazione dell’antipolitica.
Dentro questa vittoria il ruolo della Federazione della Sinistra è stato importante. Nonostante l’oscuramento, che prosegue anche dopo i ballottaggi (nessuna televisione ha ricordato che a Napoli la Fds ottiene sei consiglieri comunali, per fare solo un esempio), abbiamo dato un contributo importante, a partire proprio dalle realtà (come Milano, Napoli e Cagliari) nelle quali il profilo complessivo della coalizione è stato chiaro, univoco e marcatamente di sinistra. …
Il pezzo di Grillo, apparso ieri sul suo sito, è: “L’Italia di Pisapippa” fa il titolo ed ha un paio di battute per Pisapia, ma se la prende anche con Fassino, Vendola e Confindustria.
Contro Grillo si scaglia anche, dal sito REBLAB, Simone Oggionni (anche lui di Rifondazione Comunista) in: “Grillo, non ti sopporto più”.
Passo ora a spiegare perché a questa segnalazione ho assegnato questo colore dorato (‘palegoldenrod’) che per me sta per ‘DEPRIMENTE’ – non senza aver premesso che non ho alcuna stima di Grillo e del ‘Movimento 5 stelle’, come appare chiaramente almeno da questa segnalazione del marzo 2010:
1. Grillo sarà un populista interessato solo ad accrescere il suo seguito, ma questo non esclude che possa di tanto in tanto, scientemente o casualmente, dire qualcosa di condivisibile. Scopro, ad esempio, che la considerazione iniziale sul fatto che il Sistema «trasforma gli elettori in tifosi» (cioè: privi di ogni senso critico) sia una grande verità su cui occorrerebbe riflettere e a cui ero arrivato indipendentemente da tempo.
2. Che Pisapia si l’avvocato di De Benedetti è un dato di fatto (l’avevo scritto, insieme a ben altro, l’estate scorsa in questa mia pagina: “MAMMA MIA! Pisapia”).
L’altro accenno è una sfida a fare qualcosa contro EXPO 2015 e City Life che dovrebbe trovare d’accordo sia Grassi che Oggionni.
3. Che con Pisapia abbiano vinto più i “poteri forti” che la sinistra l’avevo già scritto e provato a dimostrare il 30 maggio scorso (ad urne ancora chiuse) in: “il cavallo vincente Pisapia scatena il marasma nel Pdl”.
4. Il fatto che Grassi, leader di ‘essere comunisti’ con aspirazioni alla segreteria del PRC, e Oggionni reagiscano ad un “Pisapippa” di Beppe Grillo come ad un delitto di lesa maestà, ed anzi il fatto stesso che lo prendano in considerazione, non è incoraggiante per la causa comunista in Italia.
5. Aggiungo una considerazione di stile.
Il pezzo di Grillo è di poco più di 2500 battute, quello di Grassi di sulle 4700, quello di Oggionni di oltre 6000.
E penso al tormentone dell’assessore Palmiro Cangini, il personaggio di Paolo Cevoli: “Fatti, non pugnette”.
Ma quello che è più grave politicamente è la malafede di Grassi che sbandiera i sei consiglieri ottenuti a Napoli dalla FdS.
Dalla pagina sul sito di Repubblica “Elezioni Comunali 2011 – Napoli” si vede sì che la Federazione della Sinistra con 15.008 voti (3.66%) ha avuto 6 consiglieri; ma anche che il Popolo della Libertà con 97.752 (23.84%) ne ha ottenuti 7, cioè solo uno in più!
Una distorsione dovuta all’iniqua e antidemocratica legge elettorale per cui «Il 60% dei seggi del consiglio comunale va alle liste collegate al candidato sindaco vincitore» – una legge che un vero comunista dovrebbe deprecare sempre e ovunque e non utilizzare per illudere chi lo legge!
Chi veramente ha perso un’occasione di tacere mi pare sia proprio Claudio Grassi.
Analisi perfetta, condivido alla perfezione … vorrei anche aggiungere una critica al PRC. Ho lasciato la tessera del PRC il giorno della scissione dai Comunisti Italiani, ma già era avvenuta la scissione dei Comunisti Unitari e dopo la Sinistra Critica ed il Partito Comunista del Lavoratori … e chissà quanti partiti comunisti mi sono dimenticato. Mi ricordo ancora con emozione quando i Cossuttiani e DP si unirono per dare luce a RC, mi sembrava un buon inizio, non era semplicemente una battaglia di retroguardia. Ma come pensate di essere credibili, io personalmente ho continuato a lottare ma dentro il sindacato (per altro spesso attaccato proprio dal PRC) ma alla politica militante ho smesso di credere da un po’, continuo a votarvi perchè non c’è niente di meglio ma capisco un giovane che si rivolge a Grillo, è un populista ma parla appunto un linguaggio comprensibile. Bisogna essere credibili per riconquistare quei giovani. Buon lavoro compagni!
Credo sia interessante leggere i commenti sul blog di grillo alla sua sparata l’italia di pisapippa. http://www.beppegrillo.it/2011/05/litalia_di_pisa.html#comments
c’è un mondo la fuori
Non mi sono mai fidata di Grillo e dei suoi vfday, sempre più vedo confermati i miei dubbi e sospetti. Il modo di far politica dei grillini si avvicina pericolosamente ai toni e alle modalità volgari del pdl;tenendo in basso conto l’intelligenza degli italiani. Vilma
ma sei proprio convinto di ciò che sostieni con tante argomentazioni. Vuoi sapere quanta gente ha fatto entrare il nostro stare al governo con prodi, nei ministeri a roma, alla faccia della politica consociativa che critichiamo agli altri? chissà lo puoi chiedere a russo spena Sarà forse di questo che allude grillo quando ci critica, oppure sarà che ancora a danno delle tasse dei cittadini, rifondazione prende ancora i rimborsi elettorali pur avendo perso le elezioni e usciti dal parlamento??? chissà se piciono queste cosealla base operaia di riferimento che tanto cerchiamo…
Grazie Compagno Simone. Grillo è solo un cialtrone giullare dello
stesso potere che pretenderebbe di abbattere.
Marco Piattelli
siamo in tempi dell’incultura che si fa politica, con la risata che si sostituisce al ragionamento. Grillo, che per molti è diventato Beppe Grullo, occupa uno spazio che in tempi più civiliera quello di Pannella, che purtroppo si ostina a restare in scena quando ormai nessuno è più in grado di capire cosa dice.
Concordo in larghissima parte sui giudizi espressi su Grillo. Aggiungo pure che questo rivoluzionario solo a parole ha coinsegnato, di fatto, il Piemonte alla Lega nord e a Cota.
ah dimenticavo Dalema affetto dal morbo delle privatizzazioni che hanno aumentato i costi dei servizi e nello stesso tempo rendendoli pessimi, creando migliia di bei posti dirigenziali inutili, Dalema è il nostro nemico no Grillo che è la controprova che il popolo aspetta una opposizioone reale al centrosinostra e al centrodestra.
Ma aimè non interessa a chi cerca posti di sottogoverno e cadreghini!
facciamo le alleanze con quelli che hanno confermato l’eliminazione delle pensioni da lavoro, che hanno sempre detto per anni che berlusconi deve governare pechè a vinto le elezioni, che hanno rifiutato di introdurre le preferenze, hanno bloccato le rivendicazioni operaie sono nella miglior tradizione consociativa del fu PCI da cui provengono.Un partito in cui i comunisti erano una piccola minoranza senza potere.
Sottoscrivo dalla prima all’ultima parola la lucida analisi sull’epifenomeno populista di Beppe Grillo…una grande delusione perché una volta, seppur sempre in maniera violenta e volgare, diceva anche delle cose intelligenti, ora si è ridotto al Pisapippa..poveretto…
Ieri sera ho assistito ad un comizio di Oggionni in provincia di Reggio Emilia. Il ragazzo è proprio bravo e, soprattutto ha delle proposte in mano….. non fa battute come Beppe Grillo ma ragiona di politica e lo fa’ insieme agli altri perché è evidentemente non un discorso personale ma un discorso collettivo…. questa è la politica per come deve essere!!! Altro che adunate fasciste con il guru!
M.
Caro Simone, leggo con curiosa attenzione il tuo Blog da quando probabilmente grazie a tuo padre mi viene inviato per mail, in questa occasione voglio fare solo un brevissimo inciso:
come si responsabilizzano oggi le persone nella politica? Inglobandole in un’organizzazione che possiede ideologie e obiettivi o richiamandone l’attenzione con una attuale e buona informazione e comunicazione e di conseguenza indurre a decidere con competenza ed orientamento personale? No ho dubbi sulla validità della seconda ipotesi, ho dubbi sul che sia la Sinistra a praticarla.
Inoltre si è proprio sicuri che la Sinistra si circoscriva a chi tratta di Lavoro e chi tratta di Capitale ne sia escluso? E chi svela entrambi (i poteri) con la satira e la provocazione sia solo un giullare?
In un momento in cui i Grandi Poteri, quelli al di sopra dei Capitali e Lavori Locali, impongono la loro egemonia semplicemente “convincendo” tutti con il ricatto del fallimento al di fuori delle loro regole, le piccole sinistre italiane sputacchiano da marciapiede a marciapiede e si fanno prendere in giro dalle piazze spagnole che si impongono di urlare più piano per non svegliare gli italiani.
Di questo chi ne parla se non Grillo o Guido Rossi che continuano a non essere di sinistra.
La voce di Grillo già la conosci, quella di G.R. non lo so, per esserne certi ti invito a leggere un suo intervento sul Il Sole 24 ore del 22 maggio scorso, se non lo trovi dimmelo che te lo mando per email.
Ohops! Ho mimenticato Di Pietro.
cari saluti,
Innanzitutto davvero grazie per la curiosità, l’interesse e l’attenzione, che apprezzo moltissimo.
Entrando nel merito: dissento parzialmente già dalle premesse. Non penso che l’organizzazione politica (con suoi obiettivi, una sua ideologia, un suo programma) sia in contraddizione con la crescita e la formazione di opinioni personali e di una capacità critica. Se ci pensi, il fatto stesso che tra noi si discuta e non ci si limiti a replicare con i deliberati dei comitati centrali indica che esiste, dentro la politica, una dinamicità e una dialettica che non viene repressa dalla forma “organizzata” della politica tradizionale. Al contrario, penso che la organizzazione classica della politica (dei partiti, dei movimenti, dei sindacati) consenta di inserire l’orientamento individuale e le competenze individuali all’interno di una cornice di senso più “organica” (se mi permetti il termine), dentro una “narrazione” (direbbe Vendola) complessiva.
Detto questo, purtroppo hai ragione quando dici che la sinistra non fa (quasi) nulla di tutto questo. Non “ingloba” e non “informa”. Ed è questo uno dei nostri problemi, che rischia di trasformare le belle vittorie di questi giorni in vittorie di Pirro.
Sui confini della Sinistra invece penso proprio che sia così. La politica serve nella misura in cui rappresenta interessi sociali e li inserisce in un sistema di mediazione e di confronto con interessi sociali opposti. Lavoro e Capitale sono strutturalmente antagonistici e implicano una rappresentanza politica opposta.
Per rimanere alla dicotomia, prendere in giro il Lavoro non è satira ma è esercizio del potere. A me piace la satira che irride il Potere (il grande padrone, il capo di un governo), non quella che sfotte i rom, gli extracomunitari, i meridionali e i lavoratori.
Quanto a Guido Rossi, persona molto seria e molto autorevole, sono curioso di leggere l’intervento che citi e mi farebbe piacere che tu lo postassi o me lo mandassi per mail ([email protected]). Posso soltanto dirti che Rossi mi sta simpaticissimo, perché se abbiamo uno scudetto in più in bacheca è anche merito suo.
Un caro saluto a te e a tua figlia Matilde.
Simone
Ciao
ti condivido su questa tua replica.Ora basta!!! Oltre tutto ha i suoi
scheletrini nell’armadio.Ora una polemica così non mi interessa perchè è il
rapporto con l’area che rappresenta che mi interessa per interloquire con essa
in un confronto serrato senza preclusioni su argomenti e programmi e per far
capire che la politica ha passaggi intermedi ineludibili.Saluti Gino
Pubblicato qui: http://www.romaregione.net
in emilia c’è chi, eletto 5stelle, è passato alla LEGA… questo sì un bel cambiamento…
In gran parte della “sinistra” si trova fatalmente qualcuno che poi è passato a destra.
L’ultimo significativo – in fase peraltro di destra discendente – è Carlo Vulpio, opinionista in area dipietrista che ora scrive su “Libero” e che era coautore della trasmissione di Sgarbi poi fortunatamente saltata per mancanza di telespettatori …
Vogliamo poi parlare di Umberto Croppi, già verde, poi tra i fondatori del Pd a Roma e poi assessore alla cultura della giunta Alemanno ? In seguito, passato con Fli, è stato esautorato dall’incarico, ma insomma ….
Non credo quindi sia questo l’elemento decisivo per dare un giudizio su Grillo e c.
Piuttosto direi un’altra cosa …. quando la “sinistra” prova a fare un tantino, nemmeno poi molto, la sinistra senza virgolette …. è il caso delle elezioni di Milano, Napoli e Cagliari …. gli spazi per demagoghi tardo/qualunquisti si assottigliano significativamente …
Ma il problema è appunto la “sinistra”, non Grillo …
E comunque non butterei a mare, regalandola alla destra, la base del “grillismo” …. che infatti ha in larga parte disobbedito al “guru” votando ai ballottaggi i candidati di sinistra …
Sarebbe un’operazione politicamente suicida ….
K.
Insopportabile è questa campagna anti-grillo che state facendo. Non sono un iscritto del M5S, ma trovo che alcune critiche ed analisi che fanno siano assolutamente condivisibili, di per sé. Anzi, potrebbero essere critiche costruttive. Come verrano gestiti gli appalti a Milano? L’EXPO si farà, e se sì, come? Cambierà davvero qualcosa nel rapporto tra politica e poteri forti con l’avvento della sinistra illumininata, o non sarà altro che una riproposizione storica del vecchio adagio “cambiare tutto per non cambiare niente”?
GRILLO CONTROFIGURA DI BERLUSCONI
Simone Oggionni, primo a sinistra
In difesa di Pisapia
di Simone Oggionni*
riceviamo e pubblichiamo
Condividiamo buona parte della critica a Beppe Grillo, non l’attacco su tutta la linea al “grillismo” come movimento antipolitico a antidemocratico. Per non dire che il “problema” della sinistra, che l’autore si ostina a difendere, è di ben altra natura e ha ben altre cause che non le “difficoltà comunicative”.
Bravo Simone!
Il Paese ha bisogno di uscire fuori dal qualunquismo, che è l’anticamera di ogni regime. Abbiamo di fronte una sfida culturale molto importante, e credo che la generazione dei ventenni lo stia capendo.
Grazie Ariel. Lo penso anche io! E l’esperienza della settimana scorsa a Madrid mi conforta nella convinzione che, anche a livello europeo, c’è lo spazio per una critica condivisa e per un forte movimento giovanile. Un abbraccio, Simone
Grazie a te.
Puoi leggermi sulla rivista esserecomunisti (cfr. N.23).
Buon lavoro! A.
da facebook di Simone Oggionni, rispecchia esattamente il mio pensiero!
Beppe Grillo (che anche oggi insulta Pisapia e tutti noi) è un fenomeno decadente del berlusconismo: demagogo, populista, razzista, omofobo. Tutto quello contro cui abbiamo vinto. Il prossimo da spazzare via è lui.
Io a Beppe Grillo non lo ho mai sopportato! Lui non é altro che uno
squallido provocatore.
Invece di combattere Grillo, vai sul suo blog, scarica video e libri, leggi, informati, approfondisci (informazione, approfondimento, interviste a specialisti: tipici esempi di politica berlusconiana e leghista!). Poi, quando hai letto e studiato, torna qui a scrivere e criticare le sue forme, alcuni suoi accenti, e il mancato rispetto dell’etichetta. Te lo dice un comunista (o almeno mi ritengo tale, e proprio per questo lontano anni-luce da Grillo su alcuni fondamentali) che, senza il blog del comico, non avrebbe mai sentito parlare di signoraggio e argomenti affini. E dire che di siti “comunisti” ne visitavo…mi fermo qui per carità di patria.
Lunga vita a Grillo, sia che dica cose che condivido, sia che non le dica.
Amen.
Caro Stefano,
permettimi una replica sincera, che spero non ti apparirà spocchiosa. Appartengo ad una generazione che per fortuna ha avuto la fortuna di studiare a scuola e all’Università, nelle biblioteche e sui libri. E, ti dirò, anche parlando con nonni e padri che hanno combattuto battaglie, dando al nostro Paese grandi lezioni di libertà e di democrazia.
Scuola, Università, biblioteche, libri, cinema, musei, mostre (non Wikipedia e beppegrillo.it.). E li ho affrontati con una formazione e una cultura politica (che dovrebbe essere anche la tua) che mi mette in guardia dal qualunquismo, dal populismo e dal modello del tele-predicatore o del santone (a cui anche il tuo “Amen” finale mi conferma che tu sei affezionato).
Simone
Io su Grillo è tanto che la penso così, se vogliamo misurare la sua democrazia si fa in fretta… basta prendere atto che non esiste un sito nazionale del Movimento Cinque Stelle… l’unico sito di riferimento nazionale è http://www.beppegrillo.it/movimento credo sia una cosa UNICA in ITALIA, forse in EUROPA, che un partito sia talmente legata ad un personaggio, sia DIPENDENTE da questa persona al punto di non aver neanche un sito internet nazionale scisso dal blog di queste persona.
Il resto son discorsi.
Sarò felice quando il movimento cinque stelle almeno una volta non sarà daccordo con Grillo o sarà critico su un’affermazione di Grillo, al momento checchès se ne dica, è meno democratico di un qualsiasi partito politico strutturato (dove esistono strumenti come i congressi, ruoli e responsabilità che certo determinano potere ma anche possibilità di critica e di censura) ed dipendente dal suo leader forse ancor più qualsiasi altro partito in Italia.
Poi fare come a Milano, cioè buttare nel TRITACARNE un ragazzo di vent’anni equivale a strumentalizzare lui e voler candidare una persona che certamente ha un passato politico trasparentissimo (cazzo ha vent’anni!) ma anche mettere sul piatto una persona che mai potrà in nessun modo infastidire il “grande capotribù Grillo”.
Carissimo, condivido il tuo scritto!
Marco Barone
http://baronemarco.blogspot.com
Beppe Grillo ha ragione, cazzo!!!
…..ma per una volta che grillo aveva detto una cosa carina!
grazie, mi associo, già da tempo gira in internet ( http://www.meltingpot.org)
un mio scritto contro Grillo dopo le sue sparate contro i rom…
un
caro saluto
Fulvio
Grazie a te!
Colgo l’occasione per riprendere anche il tuo e farlo girare in rete.
Un abbraccio,
Simone
L’antipolitica di Grillo, una “bomba a tempo”
di Fulvio Vassallo Paleologo – Università di Palermo
Beppe Grillo ha gettato la maschera. I rom che arrivano dalla Romana sarebbero una “bomba a tempo”.
Non si distingue neppure tra criminalità romena che non proviene dai rom e rom rumeni che sono arrivati in Italia perchè nel loro paese sono vittima di ogni sorta di soprusi e privati dei più elementari diritti civili. Si dimentica che sono proprio le politiche espulsive, praticate fino allo scorso anno dall’Italia verso la Romania, attraverso i famigerati centri di permanenza temporanea, che hanno fatto lievitare la criminalità rumena, sottraendo all’esecuzione della pena in carcere centinaia di rumeni che avevano commesso reati e che fino al dicembre del 2006 sono stati semplicemente espulsi verso il loro paese, piuttosto di scontare in Italia il loro debito con la giustizia. Tra questi romeni appartenenti ad organizzazioni criminali non c’erano rom. I rom rumeni sono vittime e non compartecipi di quel clima diffuso di illegalità che conviene tanto ai nuovi partner commerciali ( europei) della Romania.
Ancora una volta i rom definiti un pericolo per la convivenza e la sicurezza degli Italiani. Il discorso vale per i rom rumeni, che sono cittadini comunitari ma nella sua logica sottesa costituisce il pretesto per un ennesimo attacco agli altri rom, che non sono cittadini comunitari, e a tutti gli immigrati, dopo le campagne estive contro i lavavetri ed i venditori ambulanti.
Si dimentica, ancora una volta, che nella Costituzione italiana, come in ogni stato di diritto, la responsabilità penale è individuale e che il contrasto della criminalità su base etnica, riproduce solo pregiudizi che non giovano né alle indagini né alla punizione dei veri -e non dei presunti- colpevoli. Nessuna parola per gli imprenditori italiani che in Romania fanno accordi con le mafie e speculano sul lavoro schiavistico di uomini e donne pagati con una elemosina, nessuna riflessione sul fatto che la popolazione Rumena tutta sta risentendo della liberalizzazione selvaggia conseguenza di un ingresso accelerato in Europa imposto dalle ragioni del mercato globale. Nessuna parola per le donne e le bambine rumene vendute sui marciapiedi agli italiani benpensanti, così attenti alla (loro) famiglia, alla (loro) sicurezza ed alle (loro)case.
Complimenti, ecco dove porta l’antipolitica che cavalca la marea montante della xenofobia e del razzismo e cerca facili consensi tra i settori più egoisti e moderati della popolazione italiana. Certo, anche Prodi, attaccato, questa volta a ragione da Grillo, porta le sue responsabilità per una politica su immigrazione ed asilo che a livello europeo si esprime in piena continuità con il governo precedente, grazie all’asse Frattini-Amato, ed a livello interno è succube dei vertici delle forze dell’ordine, ben rappresentati al ministero dell’interno, e dei loro portavoce politici che stanno bloccando in Parlamento qualunque tentativo di riforma delle leggi sull’immigrazione. Ma la indignazione verso i ritardi del governo non può prendere di mira persone che sono già state vittime, nel loro paese, di persecuzioni di ogni genere.
E poi, cosa ha fatto nei cinque anni di governo Berlusconi, se non promuovere ed applicare una legge sull’immigrazione che ha moltiplicato la clandestinità e la devianza senza offrire protezione umanitaria e senza garantire un’ effettiva possibilità di ingresso legale per lavoro
Il numero dei rom rumeni arrivato in Italia non è tanto più elevato del numero dei rom arrivati in altri paesi europei, che stanno affrontando comunque questa emergenza. Nei campi rom italiani, anche in questi giorni, piuttosto che interventi di integrazione e di avvio al lavoro ed alla scuola, per i quali si tagliano i fondi, si assiste a continue incursioni della polizia e dei carabinieri, sollecitate anche da qualche sindaco sceriffo, all’insegna del motto tolleranza zero, per rassicurare i cittadini preoccupati, per rendere concreta la minaccia di una deportazione al di fuori dei quartieri urbani. Vorremmo proprio sapere cosa hanno fatto i sindaci per individuare nei loro territori spazi attrezzati per accogliere i Rom. E i consigli territoriali per l’immigrazione, che dovrebbero riunirsi presso le Prefetture per affrontare questi problemi dove sono nascosti ?
In qualche città, come in Sicilia, non si riuniscono neppure. Ci penseranno i prefetti o si dovranno nominare commissari ad acta ? Adesso che il capopopolo del “vaffanculo” se la prende anche con i Rom rumeni, siamo ancora più convinti che occorre fare quadrato attorno agli immigrati, ed ai Rom in particolare, articolando come associazioni sul territorio tutte le iniziative di difesa fisica e legale dei campi, perchè non si ripetano più i raid assassini di Livorno e di Brescia, sollecitando politiche locali capaci di inclusione e di tutela dei soggetti più vulnerabili, come donne e bambini, esposti agli attacchi incendiari ed alle facili denunce dei professionisti della comunicazione.
Ed anche Beppe Grillo, come Alberto Ronchey, fa parte di questa casta. Non risponderemo a Grillo con gli stessi termini che lui usa per i politici che attacca, strumentalizzando un malcontento del tutto giustificato, ma distogliendo la protesta dall’unico sbocco che potrebbe avere in un sistema democratico, quello politico e partecipativo.
Il populismo di Grillo, che si scaglia adesso contro i rom costituisce una vera e propria bomba a tempo per la democrazia italiana. Sarebbe tempo che i cittadini che non vogliono farsi abbindolare dalle battute di un comico riescano a trovare il senso dello stare assieme attorno ad un progetto politico di trasformazione della società e di difesa dei soggetti più deboli. La presenza dei Rom in Italia, lasciata proliferare per anni senza alcuna seria politica di intervento sociale, al punto che l’Italia è stata censurata anche dal Consiglio d’Europa, serve ancora una volta a distogliere l’attenzione dalle vere insicurezze che affliggono gli italiani, la insicurezza nel lavoro, la insicurezza nell’abitazione, la insicurezza nella fruizione del diritto alla salute e ad un ambiente sano. Le facili ricette di Grillo che si rivolgono contro gli ultimi arrivati solo in nome della sicurezza dei cittadini, favoriscono il perpetuarsi di quei rapporti di forza e di quello stato violento con i deboli e sempre flessibile con i poteri forti, che reprime il vero dissenso sociale, massacra l’ambiente e riduce la spesa sociale.
Non basta proprio prendersela con i singoli rappresentanti di un sistema di potere che si rinnova continuamente, sempre sulla pelle delle fasce più deboli della popolazione. Possiamo rispondere da subito a questi tentativi di autentico depistaggio politico, a partire da una critica serrata del liberismo che rimane elemento condizionante delle scelte di un governo, che non riesce neppure ad abrogare la legge Biagi e la legge Bossi-Fini. Quello stesso liberismo che avvelena l’Unione Europea ed ha imposto un abbattimento delle frontiere che va solo a vantaggio delle mafie, degli speculatori di ogni risma e dei grandi gruppi economici.
Mentre i muri di Schengen continuano ad uccidere i migranti. L’afflusso dei Rom rumeni in Italia, a partire dal gennaio del 2007, è solo un effetto collaterale del liberismo sul quale si vorrebbe costruire l’Europa dei mercati, senza aiutare le popolazioni più povere, ma spingendole a salari di fame o a continue migrazioni forzate.
Il 20 ottobre a Roma, risponderemo anche agli attacchi di Beppe Grillo, per una nuova sinistra europea, per i migranti e per i precari, per i pensionati e per quelli che un lavoro non lo cercano più, per la coesione sociale e l’inclusione degli immigrati, contro chi alimenta le paure sul tema sicurezza, con il risultato oggettivo di mantenere i migranti in condizioni di schiavitù e di praticare dumping salariale a danno di tutti i lavoratori.
Il 20 ottobre, a Roma, può costituire una occasione importante per esprimere una posizione di forte critica rispetto ai risultati del governo Prodi, senza affidare per questo il proprio destino al qualunquismo di chi cavalca le paure del momento per creare attorno a se un movimento d’opinione che – se si continuerà in questa direzione- alla fine gioverà solo alle forze più retrive e reazionarie del nostro paese.
E se qualcuno non vorrà partecipare ad una singola manifestazione, rimane comunque da seguire, prima e dopo, un percorso comune fatto di nuove solidarietà e di capacità di comunicazione autogestite e diffuse, affidate al lavoro quotidiano di una pluralità di reti e di soggetti diversi e non agli sberleffi di un attore.
[ lunedì 8 ottobre 2007 ]
hai ragione
Grillo si ricrederà se non è totalmente suonato:-)
Giuseppe Panella
Speriamo!
sono d accordo qualunquista e insopportabile,brutto esempio x i giovani
Condivido Aldo G.
caro Simone, sono d’accordo con te.
Grillo è il frutto della “crisi della politica”, cioè dei partiti.
Vogliamo dare il nostro contributo a sconfiggere il qualunquismo e il nichilismo che contraddistinguono i suoi comizi?
Cominciamo dal nostro partito. Ristabiliamo alcuni pincìpi etici che per un partito comunista sono irrinunciabili.
Facciamo in modo di non dare l’impressione di essere una organizzazione più attenta ai giochetti istituzionali, alla sistemazione lavorativa di questo o quel funzionario che alla presenza nei quartieri e nei posti di lavoro.
Sono convinto che se facessimo questo, se il Prc desse voce al malessere della società, il problema di Grillo sarebbe di molto ridimensionato.
Leo Di Paolo.
caro Leo,
sono d’accordissimo con quello che dici. Se c’è qualcosa che posso fare concretamente e nel caso specifico dimmelo: lo farei più che volentieri.
un abbraccio,
Simone
Caro Simone, condivido il senso del tuo intervento. Non consideriamo però Grillo il rovescio della medaglia di B. dato che sarebbe incomprensibile per i soggetti che aderiscono al 5 stelle e che proprio dobbiamo cercare di far nostri.
B. e Grillo non sono 2 facce della stessa medaglia proprio come “destra e sinistra” non sono uguali come dice Grillo.
Proseguiamo il nostro viaggio e cerchiamo di colmare quelle lacune che ci rendono “matusa” ai giovani e alla rete.
Saluti comunisti.
caro Andrea,
chi vota Grillo merita tutto il nostro rispetto e non è certo un nostro avversario. Anzi: tanta parte di quell’elettorato proviene (sfiduciato) proprio dalle nostre file.
Ma il punto è che – io credo – Grillo dà una risposta sbagliata a una domanda giusta di partecipazione, discontinuità e rinnovamento: sia in termini di contenuto (non mi pare abbia un programma coerentemente anticapitalista) sia in termini di metodo (la delega al guru con buona pace della partecipazione e del protagonismo dal basso).
Per questo dobbiamo tenere per buona la domanda (e l’intuizione degli strumenti: la rete, il web, la mobilitazione virale) e cambiare risposta. Da comunisti.
un abbraccio,
Simone