Sono giorni importanti per tutti noi. Molti di noi sono impegnati, nel proprio territorio, nella campagna elettorale per le elezioni amministrative. Molti stanno organizzando lo sciopero generale del 6 maggio e tutti, senza eccezione alcuna, stiamo lavorando per l’appuntamento referendario di metà giugno.
Sono quindi giorni importanti che precedono scadenze e appuntamenti decisivi. Pensiamo al fatto, per esempio, che se il partito di Berlusconi dovesse subire un arretramento significativo (e perdere la roccaforte Milano) si aprirebbero scenari che ad oggi sembrano chiusi. Così pure, se dai referendum e dallo sciopero del 6 dovessero giungere segnali di un Paese non pacificato e non omologato al pensiero unico, il lavoro politico delle sinistre riprenderebbe decisamente fiato.
Ma non possiamo vivere semplicemente in attesa. Ciascuno di noi, a mio avviso, dovrebbe provare a dare da subito un contributo per tracciare una linea che torni a renderci rapidamente protagonisti della politica italiana, almeno a sinistra.
Sostengo da tempo che gli obiettivi che dobbiamo porci sono sostanzialmente due.
Il primo è la costruzione non più differibile dell’unità della sinistra, di uno spazio politico a sinistra del Partito democratico, alternativo al bipolarismo e culturalmente autonomo da esso, dentro il quale i comunisti vivano fianco a fianco con altre esperienze politiche e altre culture. Non l’Arcobaleno (un cartello elettorale senza anima, costruito in pochi mesi e sulle ceneri della disfatta dell’esperienza del governo Prodi), non un partito nel quale i comunisti debbano abiurare la propria storia e la propria identità ma un luogo che finalmente sia il riferimento concreto di larghi strati della popolazione, che abbia un’ambizione egemonica e di massa, che rappresenti in maniera non minoritaria i lavoratori, le donne, i giovani, i migranti, le forze attive della società italiana.
È evidente che questo processo non può in alcun modo corrispondere al superamento delle nostre idee e dei nostri valori. Anzi, al suo interno si deve portare a compimento, in forme che vanno concordate e condivise, il processo di riunificazione dei due partiti comunisti. A patto però che ciò non si trasformi in un rinculo identitario, in un gesto di disperazione e di difesa che guarda al passato, alla nostalgia. A patto che sia, cioè, la risposta al bisogno di un soggetto comunista che, più forte e più organizzato, sappia muoversi con peso e consenso nuovi nelle pieghe della società e dei suoi conflitti.
Su queste premesse si fonda il nostro contributo.
I Giovani Comunisti sono tra i promotori di un grande appuntamento politico, organizzato per il fine settimana del 4 e 5 giugno prossimi, a Roma: l’assemblea di lancio di una nuova associazione unitaria dei comunisti e della sinistra a livello giovanile. Un soggetto che non scioglie le organizzazioni che la compongono (per parte nostra saremmo degli incoscienti se dichiarassimo conclusa l’esperienza della più grande – meno piccola, se preferite – organizzazione giovanile della sinistra, che tanto ha dato e ancora tanto dà al partito e ai movimenti di lotta nel nostro Paese) ma che guarda avanti, senza recinti.
Una sfida duplice, appunto. Perché unisce i comunisti, ricostruendo potenzialmente una struttura di oltre diecimila iscritti (pari a quello che i Giovani Comunisti sono stati nei loro anni migliori, ma con un partito che – parallelamente – aveva ben altre cifre e ben altro peso nella politica italiana), e perché si pone programmaticamente l’obiettivo di unire dal basso la sinistra, tutte le ragazze e i ragazzi che, a partire dalla propria lotta quotidiana, vogliono stare insieme e avere a disposizione uno strumento di azione e iniziativa più grande, più forte e più combattivo.
Un laboratorio politico che elabori nuove idee per difendere la scuola e l’Università pubblica, per combattere il lavoro precario, per fermare la guerra e immaginare una società diversa, più giusta, più equa, più democratica, più libera. Per immaginare e ricostruire quei legami di solidarietà tranciati dall’egoismo e dall’individualismo del capitalismo, per ridare alla nostra generazione dignità, bellezza e futuro.
Il sasso è lanciato. Ciascuno di noi, con il proprio impegno quotidiano, è questo sasso. Facciamo in modo di volare il più possibile lontano e, cadendo in mare, di moltiplicare le onde.
Egregio Direttore,
ho sessantacinque anni e la società italiana in cui viviamo oggi non è certo delle migliori. Dal dopoguerra mai si è visto un simile degrado etico, morale, economico, istituzionale. Siamo governati da persone di centro destra che con scelte e leggine stanno lentamente agevolando la riduzione dei diritti acquisiti ai lavoratori dipendenti e strangolando la democrazia sostanziale con una abilità spesso ipocrita e vischiosa che a volte fa rabbrividire. Quello che stanno facendo contro la scuola pubblica e la magistratura; nei confronti di immigrati e ceti sociali più deboli ( compreso handicappati, pensionati, giovani generazioni ); con la guerra alla Libia e sul nucleare; con le privatizzazioni selvagge anche di beni pubblici e l’esportazioni di armi; con le penose telenovele dei bunga bunga e la occupazione dei posti di comando in Rai; e così via, drammaticamente sta a dimostrarlo. Termino proponendo alla riflessione dei lettori un significativo pensiero dello scrittore ebreo Primo Levi scomparso a fine anni Ottanta che ritengo profetico, utile, ed almeno per certi aspetti incredibilmente attuale. “ Ogni tempo ha il suo fascismo: se ne notano i segni premonitori dovunque la concentrazione di potere nega al cittadino la possibilità di esprimere ed attuare la sua volontà. A questo si arriva in molti modi, non necessariamente con l’intimidazione poliziesca, ma anche negando o distorcendo l’informazione, inquinando la giustizia, paralizzando la scuola, diffondendo in tanti modi sottili la nostalgia per un mondo in cui regnava sovrano l’ordine, ed in cui la sicurezza dei pochi privilegiati riposava sul lavoro forzato e sul silenzio forzato dei molti “.
Cordialmente.
Aldo Fappani
Per la precisione nel 2009 gli iscritti erano 6.617.
Il dato preciso del 2010 quale e’?
E per fare un confronto,quale era il dato pre-scissione di Vendola dei Gc
nel 2007 e 2008?
Dati ufficiali sulla Fgci non ne ho trovati …. quali sono i dati che avete voi?
Sempre grazie per le risposte
Scusa Oggionni ma vogliamo fare un quadro chiaro della situazione?
Quanti sono gli iscritti ai Giovani Comunisti?
Io ricordo di aver letto queste cifre
2008 13.000 iscritti
2009 meno di 7.000 iscritti
2010 quasi 7.000 iscritti
Tu hai parlato di 10.000 iscritti ma intendevi evidentemente la somma tra Gc e Fgci?
Perche’ so’ che la Fgci viaggia sui 3500/4000 iscritti.
Un po’ di chiarezza non sarebbe male.
Purtroppo il dato del 2010 è incompleto perché non poche federazione ci hanno mandato il dato non disgiunto tra giovani e adulti: sommando i cedolini alle ipotesi rispetto alle federazioni senza dato siamo poco sotto gli 8mila Gc (+1200-1300 rispetto al 2009). Della Fgci non ho dati, ma presumo non sia superiore ai 3000.
Nel 2008, prima della scissione, eravamo intorno ai 10mila.
Un caro saluto, Simone
Ci sarò senz’altro a Roma! Bene!!
Simone, vieni con SEL, lasciati alle spalle gli errori che hai fatto e soprattutto quello che rappresenti e che ora dirigi. Lì non c’è più spazio, non c’è futuro e noi invece abbiamo bisogno di bravi dirigenti, autorevoli, apprezzati e giovani!
Non lo vedi che il futuro non è in Rifondazione?
E invece il futuro è da noi… SEL sta sfruttando al massimo e fino a che potrà il boom mediatico di nichi vendola ma poi si sgonfierà tutto… Rifondazione ha ancora un partito, dei militanti, le sedi, i circoli e soprattutto tanti ideali, tanto entusiasmo, TANTI GIOVANIII!!!
Voi siete affaristi… prima alla radio hanno intervistato il vostro candidato sindaco a Napoli che lodava Chiamparino e Profumo, il capitalista di Unicredit!! Complimenti!! è questa la sinistra nuova che avanza?
Oggionni: “Roma 4-5 giugno, nasce il soggetto unitario per la nostra generazione”
Posted on 4 maggio 2011 by Alessandro Tedde
Riporto un articolo dal blog di Simone Oggionni (www.reblab.it) sull’assemblea nazionale del 4 e 5 giugno promossa da Giovani Comunisti (di cui Oggionni è portavoce) e FGCI. L’obiettivo, per ora solo abbozzato, sembra essere un soggetto unitario dei giovani della sinistra. Il problema è capire quale cittadinanza hanno, all’interno di questo processo, i temi della rappresentanza generale dei giovani e se questo processo sarà qualcosa in più della semplice unione (ma non unificazione) delle due organizzazioni giovanili comuniste. Ovvero, siamo di fronte ad un percorso aperto di costruzione di un “fronte ampio” dei giovani della sinistra (della FDS, di SEL, delle organizzazioni studentesche e dei movimenti sociali), oppure si tratta di un altro contenitore superfluo? A noi scoprirlo, decidere se farne parte e, eventualmente, fare in modo di evitarlo, allargando ai giovani della sinistra sociale, dell’associazionismo culturale e tematico, di SEL e delle Fabbriche di Nichi.
Sono giorni importanti per tutti noi. Molti di noi sono impegnati, nel proprio territorio, nella campagna elettorale per le elezioni amministrative. Molti stanno organizzando lo sciopero generale del 6 maggio e tutti, senza eccezione alcuna, stiamo lavorando per l’appuntamento referendario di metà giugno.
Sono quindi giorni importanti che precedono scadenze e appuntamenti decisivi. Pensiamo al fatto, per esempio, che se il partito di Berlusconi dovesse subire un arretramento significativo (e perdere la roccaforte Milano) si aprirebbero scenari che ad oggi sembrano chiusi. Così pure, se dai referendum e dallo sciopero del 6 dovessero giungere segnali di un Paese non pacificato e non omologato al pensiero unico, il lavoro politico delle sinistre riprenderebbe decisamente fiato.
Ma non possiamo vivere semplicemente in attesa. Ciascuno di noi, a mio avviso, dovrebbe provare a dare da subito un contributo per tracciare una linea che torni a renderci rapidamente protagonisti della politica italiana, almeno a sinistra.
Sostengo da tempo che gli obiettivi che dobbiamo porci sono sostanzialmente due.
Il primo è la costruzione non più differibile dell’unità della sinistra, di uno spazio politico a sinistra del Partito democratico, alternativo al bipolarismo e culturalmente autonomo da esso, dentro il quale i comunisti vivano fianco a fianco con altre esperienze politiche e altre culture. Non l’Arcobaleno (un cartello elettorale senza anima, costruito in pochi mesi e sulle ceneri della disfatta dell’esperienza del governo Prodi), non un partito nel quale i comunisti debbano abiurare la propria storia e la propria identità ma un luogo che finalmente sia il riferimento concreto di larghi strati della popolazione, che abbia un’ambizione egemonica e di massa, che rappresenti in maniera non minoritaria i lavoratori, le donne, i giovani, i migranti, le forze attive della società italiana.
È evidente che questo processo non può in alcun modo corrispondere al superamento delle nostre idee e dei nostri valori. Anzi, al suo interno si deve portare a compimento, in forme che vanno concordate e condivise, il processo di riunificazione dei due partiti comunisti. A patto però che ciò non si trasformi in un rinculo identitario, in un gesto di disperazione e di difesa che guarda al passato, alla nostalgia. A patto che sia, cioè, la risposta al bisogno di un soggetto comunista che, più forte e più organizzato, sappia muoversi con peso e consenso nuovi nelle pieghe della società e dei suoi conflitti.
Su queste premesse si fonda il nostro contributo.
I Giovani Comunisti sono tra i promotori di un grande appuntamento politico, organizzato per il fine settimana del 4 e 5 giugno prossimi, a Roma: l’assemblea di lancio di una nuova associazione unitaria dei comunisti e della sinistra a livello giovanile. Un soggetto che non scioglie le organizzazioni che la compongono (per parte nostra saremmo degli incoscienti se dichiarassimo conclusa l’esperienza della più grande – meno piccola, se preferite – organizzazione giovanile della sinistra, che tanto ha dato e ancora tanto dà al partito e ai movimenti di lotta nel nostro Paese) ma che guarda avanti, senza recinti.
Una sfida duplice, appunto. Perché unisce i comunisti, ricostruendo potenzialmente una struttura di oltre diecimila iscritti (pari a quello che i Giovani Comunisti sono stati nei loro anni migliori, ma con un partito che – parallelamente – aveva ben altre cifre e ben altro peso nella politica italiana), e perché si pone programmaticamente l’obiettivo di unire dal basso la sinistra, tutte le ragazze e i ragazzi che, a partire dalla propria lotta quotidiana, vogliono stare insieme e avere a disposizione uno strumento di azione e iniziativa più grande, più forte e più combattivo.
Un laboratorio politico che elabori nuove idee per difendere la scuola e l’Università pubblica, per combattere il lavoro precario, per fermare la guerra e immaginare una società diversa, più giusta, più equa, più democratica, più libera. Per immaginare e ricostruire quei legami di solidarietà tranciati dall’egoismo e dall’individualismo del capitalismo, per ridare alla nostra generazione dignità, bellezza e futuro.
Il sasso è lanciato. Ciascuno di noi, con il proprio impegno quotidiano, è questo sasso. Facciamo in modo di volare il più possibile lontano e, cadendo in mare, di moltiplicare le onde.
Non voglio sembrare parziale nell’analisi però c’è da dire che questi scatti in avanti, questi scatti d’orgoglio, non sarebbero possibili senza un buon gruppo dirigente e bravi compagni che guidano il processo.
Non penso sia molto difficile da capire e mi riallaccio a quello che hanno scritto altri: la differenza tra il partito e gli adulti è tutta qui!
Nicola
Sono molto d’accordo: grazie per il lavoro che state facendo!
G.
Ciao Simone, condivido pienamente il Vs. progetto anche se non posso farvi parte per ragioni anagrafiche.
Non è cosa di poco conto quella che auspichi. L’importante è l’umiltà di tutti e superare il rischio di incartamento che purtroppo credo stia affossando la FDS (a proposito propongo a tutti di presentarsi come FDS sottolineando però a gran voce che trattasi di Rifondazione e Comunisti Italiani, non me ne vogliano le componenti minori, perchè non la conosce nessuno e nessuno sa di cosa stiamo parlando).
Saluti.com
Andrea
io invece prefereirei nettamente un altro percorso, coinvolgendo i giovani delle Fabbriche di Nichi e guardando a Sel, ai tantissimi che oggi vedono in Vendola una speranza. Lo so Vendola non è comunista ed è un personaggio un po’ strano – molto personalistica la sua politica! – ma il futuro è questo e non nella nostalgia per i simboli.
I leader servono, forse osando sfidare Vendola sul suo terreno se ne costruiscono anche di nuovi….. quel che è certo è che Ferrero è tutto tranne che un leader!!!!
la speranza è che, non trattandosi della fusione tra le due giovanili comuniste, questa organizzazione sia capace di parlare ad uno spettro ampio di giovani che si collocano a sinistra, molti dei quali arrivano da esperienze non partitiche. E’ importante guardare a tutti i soggetti sociali e di movimento in cui i giovani studenti e lavoratori si impegnano e provare con essi ad interloquire. La sfida di una rappresentanza generazionale ancorata a sinistra la si vince con la capacità di aggregare, di saper tenere insieme quanto ci accomuna in quel campo vasto della sinistra alternativa all’attuale sistema economico: mi riferisco a quanti stanno nella fds, in SEL e nelle fabbriche, nell’associazionismo studentesco e sociale, nei sindacati. Se questo progetto saprà essere aperto a tutti coloro che si riconscono nella storia del movimento dei lavoratori, allora avrà successo e segnerà un passo in avanti nella costruzione di una sinistra del XXI secolo all’altezza dei suoi compiti, altrimenti sarà l’ennesima scatola vuota agli occhi del nostro popolo. Questa è la nostra sfida.
Caro Alessandro, come spesso accade, sono completamente d’accordo con te.
Un abbraccio,
Simone
Ma noi vogliamo la giovanile unica……… un’unica bandiera, un’unico gruppo dirigente, un unico partito!!!
Anche perchè le poche forze che ha la Fgci altrimenti scompaiono, dobbiamo metterci insieme! Unità!
Ma scusate, ma perché non ci sciogliamo VERAMENTE e facciamo un’unica organizzazione giovanile comunista??? Questo sarebbe il vero salto di qualità di cui abbiamo bisogno!! Basta aspettare!!! Giovani comunisti uniti, subito!
Ho letto ora il messaggio su facebook. Bene Simone, benissimo così! Speriamo sia da stimolo anche per il partito, che invece vedo molto bloccato, soprattutto per l’incapacità palese del segretario che galleggia tra una posizione e un’altra ormai da diversi mesi. Ma non si accorge che siamo inesistenti sui mezzi di comunicazione? Sarà sempre e solo colpa della censura della stampa borghese?
La verità è che si dovrebbe fare un affondo unitario VERO a Sinistra e Libertà e a tutti i compagni che ancora ci sono fuori da Rifondazione per ricostruire tutti insime qualcosa di più grande. Come scrivi tu, un qualcosa che sia punto di riferimento per gli studenti, i lavoratori etc.
Il 4 e 5 ci sarò e vedrò di convincere anche i compagni del mio circolo!
Mari
Sono molto contento che finalmente si è stati coerenti con le parole e i proclami di tutti questi mesi. Ricordo i due ultimi campeggi in cui si erano assunti impegni precisi (Oggionni in particolare) e non avrei personalmente digerito un altro campeggio a dirsi, di nuovo ,le stesse cose posticipando ancora di un anno o di altri mesi la decisione finale. Ora sono curioso di vedere che forma concretamente prenderà. Qui si parla di associazione, che era il vecchio pallino dell’area di Essere Comunisti, non una giovanile nuova unica ma nemmeno nulla. Stiamo a vedere. L’importante per ora è che il soggetto sia in campo!