Poche settimane fa abbiamo commentato l’ennesima oscenità consegnataci dalle cronache parlamentari: un disegno di legge, firmato da alcuni senatori del Pdl, tra cui un ex esponente dell’estrema destra armata degli anni Settanta, che prevedeva l’abolizione della XII Disposizione transitoria e finale della Costituzione, quella che vieta «la riorganizzazione sotto qualsiasi forma del disciolto Partito Fascista».
Tante reazioni di sdegno ma nessuna dal Presidente della Repubblica, che pure in una circostanza così grave avrebbe avuto il dovere di intervenire; e nulla dal partito di appartenenza di questi senatori, che avrebbe dovuto – per obbligo istituzionale – chiedere come minimo il ritiro del disegno di legge.
La realtà è che il Popolo della Libertà è un partito organicamente eversivo dell’ordine costituzionale. Lo è nella natura plebiscitaria del consenso che attiva e richiede, nel tratto clientelare che domina i rapporti tra eletti ed elettori a livello territoriale (al Nord come al Sud), nella cifra a-democratica, razzista e classista della politica che mette in campo a qualsiasi livello.
In questo quadro, la volontà di eliminare il divieto opposto dalla Costituzione alla rinascita del partito fascista è il segno della volontà di istituzionalizzare questa tensione eversiva.
Il problema è che il fascismo sdoganato dall’alto produce e legittima il fascismo dal basso e i peggiori rigurgiti.
Anche e – forse – ancora di più il giorno del 25 aprile.
Mettiamo in ordine i fatti. A Milano una lapide dedicata alla Resistenza è stata sfregiata da scritte ingiuriose e dalla firma di Forza nuova. A Roma numerosi quartieri sono stati tappezzati di manifesti raffiguranti giovani in camicia nera armati e firmati con tre fasci littori. A Corsico, in provincia di Milano, sono stati bruciati i drappi delle brigate partigiane affissi sul locale monumento alla Resistenza. A Venezia Forza Nuova ha sfregiato il monumento alla Partigiana a Castello coprendolo con uno striscione inneggiante al Ventennio. A San Severo, in provincia di Foggia, sono comparse locandine dal contenuto analogo. Ancora a Roma, nel quartiere Pigneto, è addirittura apparsa un’insegna in ferro battuto con incisa la lugubre frase di benvenuto del campo di sterminio di Auschwitz.
Infine a Cinquefrondi, in provincia di Reggio Calabria, quattro giovani compagni dei Giovani Comunisti sono stati aggrediti da un gruppo di squadristi mentre affiggevano manifesti di commemorazione del 25 aprile. E chissà quanti altri episodi non hanno avuto la stessa eco.
La misura è colma. Ma il punto è chiederci, al netto del giudizio sul governo e sulla sua cultura eversiva, perché tutto questo accade.
Accade perché le nostre idee fanno paura, perché la nostra storia ha ancora tanto da dire e tanto da raccontare, perché è una storia viva, è un’anticipazione del futuro che vogliamo costruire.
Ieri sono stato a San Cesario sul Panaro, in provincia di Modena, ad un pranzo di compagni. Tra loro c’era una ragazza splendida di 91 anni, Italina, una partigiana che nel 1943 salì in montagna per combattere i fascisti. Mi ha trasmesso questa idea, molto semplice: chi scelse la Resistenza era armato dei valori più belli e più puri, voleva un’Italia migliore e combatté per ottenerla.
Quelli che oggi, sconfitti dalla Storia, ci insultano, infangano le nostre radici, addirittura ci aggrediscono per tapparci la bocca e impedirci di parlare sono i figli di una tragedia abortita, rigettata dal nostro popolo e la cui vergogna venne riscattata proprio dall’eroismo della lotta partigiana.
Per questo non possiamo fermarci, e anzi dobbiamo sentire su di noi ancora di più il peso gentile della responsabilità. Rimanendo uniti e continuando a lottare possiamo farcela. Italina ci vuole passare il testimone. Tendiamo le nostre braccia per raccoglierlo e non farlo cadere.
SINISTRA PER AREZZO : “CASAPOUND FA APOLOGIA DI FASCISMO, DEL TUTTO INCOMPATIBILE CON LO STATUTO DEL COMUNE DI AREZZO”
Questa mattina – a Roma – tre ragazzi sono stati malmenati da attivisti di Casapound e mandati all’ospedale. Ad Arezzo i neofascisti di Casapound – invece – per il momento indossano il doppio petto e promuovono convegni pseudo culturali. In verità il convegno in programma sabato prossimo alla sala Montetini di Arezzo è una vera e propria apologia del colonialismo fascista contrapposto all’attuale guerra contro la Libia.
Qui non è in discussione la nostra ferma opposizione alla guerra e ai bombardamenti contro il popolo libico, l’iniziative di Casapound prende però strumentalmente le mosse dalle vicende contemporanee per diffondere una idea del fascismo civilizzatore che invece di distruggere costruiva monumenti. Si tratta cioè di una operazione di revisionismo storico, tesa ad esaltare i valori fascisti e per questo incompatibile con i dettati della nostra Costituzione.
Arezzo è provincia medaglia d’oro della Resistenza. Nell’insorgere contro il nazifascismo i partigiani vollero anche riscattare l’Italia rispetto alle infamie coloniali che avevano visto il nostro Paese macchiarsi di crimini contro l’umanità. A pochi giorni dalla celebrazione del 25 aprile e alla vigilia del 1° maggio, riteniamo che -per i principi antifascisti previsti dallo Statuto del Comune di Arezzo – si debba assolutamente revocare l’utilizzo della sala comunale . Ci troviamo infatti di fronte ad una evidente apologia del fascismo e ad una esaltazione di una delle sue pagine più nere: chiediamo all’amministrazione comunale di evitare questa ferita alla città di Arezzo e di revocare la concessione della sala.
LISTA “SINISTRA PER AREZZO” (Rifondazione Comunista-Comunisti Italiani-Verdi)
COMUNICATO DI ANPI DI ROMA E DEL LAZIO
L’ANPI di Roma e del Lazio ha incaricato i suoi legali di presentare denuncia contro ignoti alla Procura di Roma a seguito dell’affissione di manifesti, delle scritte murali, delle offese che imbrattano lapidi e monumenti della Resistenza, il che costituisce prova della ricostituzione del partito fascista, testimoniata anche dalle aggressioni a democratici da parte di squadristi neofascisti. La ricostituzione del partito o di altro movimento che si ispiri al fascismo contravviene alle leggi dello Stato, punibile ai sensi delle leggi Scelba e Mancino.
Nel giorno della Liberazione, come ogni anno ci stavamo preparando a Piacenza a riempire di coerenza una data troppo spesso delegata all’ambiguità e all’ipocirsia dell’ “antifascismo” istituzionale. Volevamo contestare il presidente della provincia Trespidi, comprome…sso con i camerati di Forza Nuova e i razzisti della Lega nonchè, cosa forse ancor peggiore, ciellino. I ragazzi del Network Antagonista Piacentino vengono però accerchiati dalla DIGOS, cordonando i ragazzi e provocandoli verbalmente, per impedirgli di accedere alla piazza dove avrebbe parlato il presidente della provincia Trespidi. La risposta del NAP non si è fatta attendere, supportata da alcuni manifestanti accorsi e da alcuni ex-partigiani. La piazza è stata così conquistata nonostante l’assurdo tentativo di repressione, che ha raggiunto il solo scopo di rendere palese l’assurdità e la faziosità della locale polizia politica. Triste anche la reazione di qualche esponente dell’ANPI sopraggiunto e del presidente dell’ANPI Cravedi svelto a denunciare i tentativi di provocazione (coerenza?) del Network Antagonista Piacentino ma lento a rendersi conto di stare spalleggiando un’operazione da polizia fascista priva di ogni giustificazione. D’altra parte, se i ragazzi stanno con qualcun’altro un motivo ci sarà! Alla faccia del loro fascismo e della loro ipocrisia, ancora una volta la voce degli antifascisti si è fatta sentire, si è fatta largo a braccia fra le divise!
4-5 giugno 2011
ex Lavanderia, Piazza Santa Maria della Pietà, Padiglione 31, quartiere Monte Mario, Roma
Finalmente partiamo. Il 4 e 5 giugno prossimi a Roma nascerà il frutto di oltre due anni di incubazione e sperimentazione.
Due anni durante i quali abbiamo fatto crescere il progetto unitario nei territori prima ancora che al centro. Giovani comunisti e Fgci finalmente uniti e, insieme a noi, tanti compagni di viaggio con lo stesso obiettivo: costruire il soggetto unitario per le lotte della nostra generazione.
La costruzione della massa critica e un grande sforzo unitario sono ciò di cui abbiamo urgente bisogno.
Ce lo impone la crisi e l’offensiva a tutto campo del capitalismo. Di fronte ad esse, esiste una generazione che vuole battere un colpo e tornare a reclamare un futuro che oggi le è negato.
Lo dimostra la cronaca di questi mesi: abbiamo lottato insieme ai giovani operai di Pomigliano e di Mirafiori che non si sono voluti piegare al ricatto della Fiat, abbiamo occupato scuole e Università contro tagli e processi di privatizzazione , e abbiamo reclamato, assieme alle migliaia di giovani migranti che popolano le città italiane, diritti di cittadinanza e diritti sociali per tutti. Abbiamo fatto dell’antifascismo militante la cifra della nostra identità insieme ad una nuova generazione di resistenti che ha contrastato quartiere per quartiere i rigurgiti di neofascismo, xenofobia, razzismo, antisemitismo. Abbiamo partecipato attivamente a tutti i luoghi auto-organizzati delle donne e del movimento GLBTQI, consapevoli che la dignità, così come il diritto ad un amore e ad una sessualità libere e autodeterminate, sono condizioni determinanti per una società democratica.
A partire da questi corpi vivi del conflitto sociale vogliamo costruire l’alternativa. All’interno dello scontro di classe, la condizione generazionale non è stata mai così drammatica: per essere all’altezza della sfida decidiamo di metterci insieme e dare finalmente corpo al processo unitario, che avrà anche il difficilissimo compito di ricostruire spazi di socialità e di partecipazione in un clima profondamente inaridito, sul piano culturale oltre che sul piano politico.
Il 4 e 5 giugno compiamo questo primo passo guardando ad un orizzonte ancora più ampio, con la volontà di porre le basi di un progetto che serva non soltanto a noi oggi ma anche a chi sarà giovane e rivoluzionario tra anni e decenni.
L’urgenza di riprenderci il nostro futuro non aspetta più. Vogliamo corrergli incontro.
Giovani Comunisti e Fgci
A breve saranno disponibili su http://www.giovanicomunisti.it e http://www.fgci.it tutte le informazioni logistiche per agevolare l’arrivo dei compagni.
Già da ora lavoriamo per garantire la massima partecipazione da tutti i territori.
MA DI CHE “DIFESA DELLA COSTITUZIONE” PARLIAMO?W IL 25 APRILE. MA QUALE?
DAL 25 APRILE e PRIMO MAGGIO DI LOTTA PER LA DEMOCRAZIA SOCIALE, DI LOTTA DI CLASSE
LEGITTIMATA DALLE TEORIE ANTIFASCISTE DELLA “SOVRANITA’ POPOLARE” Al 25 APRILE COME
DATA ORMAI USATA QUALE UNICA OCCASIONE ANNUALE PER UN MISTIFICATORIO EMBRASSON NOUS
DEGLI “EX RESISTENZIALISTI ANTIFASCISTI” E DI UNA BORGHESIA DI c.d. SINISTRA, DI
GIURISTI, POLITICI E SINDACATI IPOCRITI DIFENSORI DELLA COSTITUZIONE, CHE
ABBANDONATO L’ANTIFASCISMO FONDATIVO DELLA DEMOCRAZIA, DELLA REPUBBLICA E DELLA
COSTITUZIONE, CON CONCLAMATO REVISIONISMO COSTITUZIONALE TRAMANO E MISTIFICANO DI
DIFENDERLA “CAMBIANDO” LA CARTA DEL 1948 DI DEMOCORAZIA SOCIALE IN UNA C.D.
“DEMOCRAZIA COSTITUZIONALE” BORGHESE/LIBERALE
Ciao Simone
Ti scrivo velocissimo, scusa ma sono un po sotto col lavoro,riporto una
frase pubblicata sul blog reblab: “Ancora a Roma, nel quartiere Pigneto, è
addirittura apparsa un’insegna in ferro battuto con incisa la lugubre frase
di benvenuto del campo di sterminio di Auschwitz.”
Mi pare non si tratti di una provocazione fascista, ma una provocazione,
magari di cattivo gusto, di “compagni” (non so?) che contestano l’attuale
stato di relazione nel mondo del lavoro che si è venuto a creare in Italia.
Ok cattivo gusto, ma metterla nel calderone con tutte le altre provocazioni
mi pare un errore, si tratta di altra cosa rispetto alla contestazione del
25 aprile.
ah guarda frugando sul corriere ho trovato anche l’intervista al tipo che lo
ha fatto:
http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/11_aprile_26/scritta-pigneto-auschwitz-autore-si-scusa-190512130325.shtml
Saluti Resistenti
Stefano
Caro Stefano,
mi erano sfuggite le dichiarazioni dell’artista e quindi ho fatto male ad inserirle nel calderone.
Però la penso in questo modo: come sai, apprezzo molto l’arte e ancora di più l’arte che rompe gli schemi e comunica qualcosa. Ma in questo caso credo proprio che si sia scelta una forma comunicativa clamorosamente sbagliata. In altri tempi probabilmente una provocazione del genere nemmeno sarebbe stata pensata e concepita. E questo perché si è rotto – a conferma di quello che diciamo – il tabù del fascismo e del razzismo.
Grazie in ogni caso dell’attenzione e della segnalazione.
Un forte abbraccio,
Simone
La vergognosa provocazione da parte di fascisti per il 25 aprile a Roma
http://www.youtube.com/watch?v=sof2eDOamng&feature=youtu.be
Monica
Qui a questo link c’è una foto di giovani del Pdl di Vicenza che dice tutto… mamma mia, ha proprio ragione Oggionni!
Esclusivo
25 aprile, il Pdl festeggia così
di Giulia Innocenzi
Quelli che vedete qui sotto non sono ragazzi di qualche gruppo neofascista, ma esponenti della Giovane Italia, l’organizzazione giovanile del Popolo della Libertà. E quello a sinistra è Alessandro Benigno, coordinatore provinciale di Vicenza
(26 aprile 2011)
Hanno pensato di festeggiare così il 25 aprile i ragazzi di Vicenza della Giovane Italia, il movimento giovanile del Pdl, con tanta sobrietà: bandiera della Repubblica Sociale Italiana (la Repubblica di Salò, per intenderci), e saluto romano. E quello indicato con la freccia è Alessandro Benigno, il coordinatore provinciale della Giovane Italia, che sempre con la stessa sobrietà pochi giorni fa ha proposto di cambiare il nome del museo cittadino (leggi qui), dedicato al “Risorgimento e alla Resistenza”, in “Concordia nazionale”.
La grande battaglia viene così motivata:
Al di là dei giudizi storiografici, è evidente che il Risorgimento fu un periodo storico che unì gli italiani, mentre quello dal ’43 al ’45 fu un cruento periodo di divisione.
Dalla sua pagina Facebook invece, si può avere un bel quadro sulle sue passioni: Ricordo del valore: 23 ottobre – 3 novembre 1942 – El Alamein, Ettore Muti, A ricordo del genocidio italiano: 10 FEBBRAIO – Giornata del ricordo, Sergio Ramelli, Silvio Berlusconi, Filippo Tommaso Marinetti, Gabriele D’Annunzio, CasaPound Italia, Marcello de Angelis,militari in missione, Ignazio La Russa…e 44 in più
E così, per unire gli italiani, i giovani del Pdl hanno ben pensato di inneggiare al fascismo proprio nel giorno della Liberazione. La logica assomiglia in tutto e per tutto a quella della polemica sui manifesti milanesi delle BR nelle procure, e cioè al capovolgimento della storia e al suo racconto alla rovescia, in barba a qualunque manuale e all’importanza della condivisione di una storia comune.
Questa foto, però, pubblicata in esclusiva per L’Espresso, racconta anche qualcos’altro: che è pericoloso considerare le esternazioni quotidiane cui ormai ci hanno abituato i nostri politici come semplici boutade. Che dietro un Lassini che si prende la responsabilità dei manifesti contro i magistrati e un ragazzotto che sorridente sfoggia il saluto romano, c’è sempre qualcuno di più importante, che dà l’esempio e che premia comportamenti del genere. E sono proprio quelle esternazioni costanti che legittimano azioni di questo tipo, e che se prese sottogamba possono far crescere movimenti più grossi, che rischiano di diventare incontrollabili. E i più giovani, come in questo caso, rischiano di non avere più a disposizione le verità storiche su cui poi fondare i propri giudizi.
Ecco, sarebbe il caso finalmente di denunciare con forza episodi come questo, senza retorica ma con grande lucidità. Perché questi ragazzi non pensino che la loro scampagnata del 25 aprile sia stata solo una simpatica boutade.
Nessuna bufala, è una foto trovata su facebook e subito cancellata dalla giovane italia, non c’era nessun manifesto. la scusa per cui sarebbe stata una foto goliardica è ridicola, contro il discorso del sindaco poi! (il discorso era contemporaneo alla loro visita a lusiana -dove è stata scattata la foto-, e dove hanno ricordato i morti della repubblica sociale). non è una bufala, è la giovane italia di vicenza.
Ottimo testo! Non c’è da meravigliarsi se qualcuno ha osato proporre un disegno di legge per togliere dalla legge fondamentale dello Stato, la Costituzione, il divieto di ricostituire il disciolto partito fascista; nè c’è da meravigliarsi che i fascisti aggrediscano i nostri compagni secondo il loro stile dittatoriale, che vuole eliminare tutte le libertà: abbiamo dei ministri provenienti dal fascismo! Questo è il vero scandalo! Occorre ricompattare tutti i democratici e tutti gli antifascisti per dare all’Italia un governo che operi per attuare la Costituzione, non certo per togliere il divieto per i fascisti!!!
Occorre che i giovani, soprattutto, e la grande maggioranza del popolo italiano raccolgano il testimone di Italina!
Il Circolo di Minervino Murge del Partito della Rifondazione Comunista accusa pubblicamente il sabotaggio delle festività del 25 aprile e del 1 maggio. Per quanto concerne le Festa della Liberazione, si denuncia l’assenza della banda
comunale, il mancato preavviso a cittadini e partiti su luogo e orario di partenza del tradizionale corteo cittadino, l’esiguo numero di politici partecipanti alla manifestazione (i presenti erano tutti esponenti della storia della sinistra cittadina), ma soprattutto le affermazioni del Commissario prefettizio, Nicola Covella, che ha giustificato il tutto con la “sobrietà”
nella spesa del denaro pubblico: non ci pare che la stessa “lungimiranza” sia stata considerata come metro per valutare le spese per i festeggiamenti del 17 Marzo. Non si può, però, non soffermarsi sul secondo tentativo di disturbo che
riguarda la Festa dei lavoratori: in questa occasione il Commissario ha dichiarato di non voler permettere alla Cgil di tenere un pubblico comizio a causa del periodo di campagna elettorale. Si tratta di anteporre i meri interessi partitici a quelli della celebrazione di una festa di popolo e del popolo, ma soprattutto di assecondare l’idea che questo momento sia di festa solo per i lavoratori di sinistra. Il dato allarmante da considerare che emerge in queste vicende è che non si tratta di provvedimenti la cui ideologia è ispirata da un riferimento politico e partitico: la volontà contro cui ci si pone è di provenienza organica all’apparato statale, rappresentato del Commissario prefettizio Nicola Covella, e quindi è espressa dallo Stato stesso. Non consentiamo a nessuno il sabotaggio di due date fondamentali per la nostra storia, che è la storia della lotta per i diritti, il lavoro, l’uguaglianza e la libertà.
Francesco della Croce
segretario cittadino di Rifondazione Comunista;
On. Claudio Grassi
membro della segreteria nazionale di Rifondazione Comunista.
A Milano i nostri compagni hanno prontamente pulito Viale Monza, Via Padova e la zona nord di Milano da tutte le scritte e manifesti neofascisti proposti da questa paccottiglia di camerati.
Come a Milano … ovunque.., compagni organizzati, informati e tecnicamente pronti!
Basta prenderle!!!
Bravissimi compagni! A Milano come in tutta Italia: non passeranno e tornerà per loro il tempo di piazzale Loreto!
Ecco nei dettagli quello che è successo a Roma ieri: agghiacciante!
25 aprile, insegna nazista a Roma: “Il lavoro rende liberi”, come ad Auschwitz
Pubblicato da francesco minardi in Cronaca Roma, In Evidenza, Inchieste.
Martedì, 26 Aprile 2011.
Le celebrazioni per il 25 aprile di Roma sono state macchiate da una scritta che rievoca il lager nazista di Auschwitz. “Work will make you free” recitava un’insegna montata nel quartiere Pigneto. Si tratta della traduzione inglese dell’originale tedesco “Arbeit macht frei”: “il lavoro rende liberi”, l’annuncio con cui venivano accolti gli ebrei e tutti gli internati nei campi di concentramento durante la seconda guerra mondiale.
L’insegna, comparsa nella mattinata di ieri sul ponticello pedonale che collega la Circonvallazione Casilina al Pigneto, è stata realizzata con la stessa grafica e lo stesso materiale di quella vera. Era lunga quattro metri con le lettere alte trenta centimetri. La polizia e la digos l’hanno subito rimossa.
Dopo sul ponticello è stato affisso uno striscione: “Basta morire uccisi dal lavoro e dall’indifferenza – Comitato no morti lavoro”. Quattro stelle a cinque punte ne erano la firma. Le indagini chiariranno se le scritte sono collegate, e si tratta dunque di una provocazione di movimenti chi si battono contro le morti bianche, oppure se l’insegna che rievoca il lager è frutto del lavoro di nostalgici neonazisti.
Unanime la condanna politica, a partire dal sindaco Gianni Alemanno. Sempre nella capitale nei giorni scorsi erano apparsi manifesti con l’immagine di una camionetta con sopra una squadra fascista. “25 aprile. Buona pasquetta”, il messaggio provocatorio di coloro che non festeggiano la Liberazione, firmato con tre fasci littori.
Questi episodi accadono ormai ogni anno in tutta Italia. A Milano il monumento dei caduti della Resistenza in piazza Costantino è stato oltraggiato dalle croci celtiche e dalle lettere FN, sigla del movimento politico di estrema destra Forza Nuova. E ancora, uno striscione con la scritta “25 Aprile, lutto nazionale” è stato appeso sul monumento alla Partigiana in Riva dei sette Martiri a Venezia.
Anche io esprimo la solidarietà ai compagni di Reggio Calabria: facciamo paura e questa è la loro risposta. Però dobbiamo essere più forti e più presenti, per rispondere anche fisicamente a questi attacchi. Quando organizzeremo un servizio d’ordine nazionale che funzioni finalmente?