Vittorio Arrigoni è stato ucciso, il suo corpo è stato ritrovato questa notte in una casa abbandonata di Gaza City da un commando delle Brigate Ezzedin al-Qassam che era entrato in azione per tentare di liberarlo.
Vittorio Arrigoni era un compagno, un uomo che aveva deciso di vivere lottando, impegnandosi, rifiutando e capovolgendo l’indifferenza colpevole della parte del mondo nella quale era nato.
Aveva scelto di vivere le sofferenze del popolo palestinese e l’ingiustizia dell’occupazione israeliana. Il raccontarle e denunciare sistematicamente era la logica conseguenza di questo amore per la verità e per la giustizia. Attraverso i suoi diari abbiamo saputo in questi anni ciò che l’informazione dominante tentava di nascondere. Come nel gennaio 2009, quando raccontò giorno per giorno l’operazione «Piombo fuso», l’aggressione israeliana a Gaza che costò la vita – secondo i dati diffusi dallo stesso esercito – a 1417 palestinesi.
Chi ha ucciso Vittorio Arrigoni è un nemico del popolo palestinese. Chi lo ha ucciso non vuole la pace e soprattutto non vuole una pace giusta, fondata sul diritto di Israele ad avere un proprio Stato e sul diritto del popolo palestinese ad averne, a sua volta, uno proprio, in cui crescere senza la paura quotidiana della segregazione e della morte.
Arrigoni sapeva bene che il conflitto tra Israele e Palestina non è un conflitto simmetrico, per il semplice motivo che il popolo israeliano il suo Stato lo ha già.
E sapeva bene che la convivenza si costruisce garantendo la dignità e il riconoscimento dell’altro e dei suoi diritti, in primo luogo il diritto alla vita.
Invece Vittorio è rimasto travolto dall’esatto opposto: da una spirale di odio e di violenza, proprio come Juliano Mer Khamis, intellettuale di madre israeliana e padre palestinese, ucciso a Jenin non più tardi di dieci giorni fa.
Caro Vittorio, per dirti addio senza che le nostre parole suonino vuote o retoriche dobbiamo fare due cose. La prima è studiare, informarci, riflettere a fondo e indagare per capire la verità e conoscere i nomi di chi ti ha ucciso, di chi ha armato i tuoi assassini e dell’ideologia e degli interessi in nome dei quali lo hanno fatto.
La seconda è lottare per una pace giusta, per la libertà del popolo palestinese. Ma non come abbiamo fatto fino ad ora. Con molta più forza e molta più intransigenza, nel ricordo di uomini giusti come te.
gran bel pezzo, che condivido tranne per un particolare, del tutto personale: io a Vik non ho alcuna intenzione di dire “addio”. Lo stimavo, gli volevo bene quando ci raccontava la “sua Gaza” e continuerò a farlo vivere, per quello che posso, non solo nel mio ricordo e raccontandolo a chi non lo conosceva, ma anche continuando a lottare per quello che anche lui credeva. Ecco perché Vik è vivo, e tale resterà, e non gli dico addio.
Partecipo al dolore della famiglia per il vile assasinio di Vittorio
Arrigoni ma’ bisogna capire che purtroppo Gaza oggi e’ un nido di vespe dove
la vita non vale niente e ancora meno quella di un occidentale. Israele
cinque anni fa’ se ne’ andata(giustamente) anche dall’ultimo centimetro
quadrato della strisca e per tutta risposta la leadership invece di
preoccuparsi del miglioramento della vita degli abitanti ha distrutto tutte
le serre che avevano lasciato intatte gli Israeliani e che erano una delle
basi principali di sostentamento della popolazione locale, hanno trucidato
centinaia di appartenenti all’olp, considerati troppo “occidentali” perche’
trattavano con gli Israeliani per una pace duratura e hanno incominciato a
sparare sulle popolazioni civili Israeliane migliaia di razzi e bombe di
mortaio provocando morti feriti e danni. Oggi Gaza e’ una santabarbara pieni
di armi foraggiate dagli Iraniani e la popolazione viene tenuta in ostaggio
nelle condizioni peggiori da Hamas, che e’ un gruppo terroristico islamista
e niente piu’, per fomentare un odio cieco contro Israele, indottrinando i
bambini e sviluppando un senso di pieta’ tra i pacifisti meno attenti e piu’
influenzabili come era Vittorio. Oggi spero e’ caduta la maschera di pecora
dalla vera faccia di questi terroristi.
Roberto Della Rocca
Con l’uccisione di Vittorio Arrigoni un nuovo gruppo armato, i Salafiti, si affaccia sulla scena mondiale per il conflitto Palestino-israeliano, sebbene con l’uccisione di Arrigoni intendessero fare rivendicazioni contro Hamas.
Da ciò che viene riportato dai media il nuovo gruppo disporrebbe di circa 11mila unità sul territorio contro le 25mila di Hamas. I Salafiti accusano Hamas di essere troppo vicina all’occidente e alle sue politiche, e si propone come nuova entità in alternativa alla blanda politica di Hamas. Mi chiedo ora, come già notai anni fa, quando finirà tutto questo camaleontismo da parte palestinese?
Israele ha accettato l’OLP come interlocutore sebbene questo avesse la distruzione dello stato d’Israele nella carta costitutiva; Israele ha in seguito iniziato a dialogare con Hamas come rappresentante dei palestinesi sebbene anche questi avessero nella carta costitutiva la distruzione dello stato d’Israele; ora che con Hamas, sebbene fra mille difficoltà, si profila una apertura ai reciproci riconoscimenti spunta un nuovo gruppo che un domani, attraverso elezioni, potrebbe divenire un leggittimo rappresentante dei palestinesi, mantenendo sempre nei suoi progetti la distruzione d’Israele. Insomma, c’è di fondo un camaleontismo palestinese che sembra non aver fine e con il quale Israele deve di volta in volta confrontarsi e riconoscere come colore leggittimo. Quando inizia a profilarsi che il colore palestinese sia finalmente divenuto uno ecco che questo cambia improvvisamente. Visti allora i continui cambiamenti di colore non potrebbe anche darsi il caso che Israele sia affetta da daltonismo e che vada aggravando questa sua particolarità visiva troppo sollecitata dai caleidoscopici mutamenti dei palestinesi?
Una delle caratteristiche del camaleonte è di non avere orecchie . sarà per questo che i palestinesi pur cambiando di colore non intendano comprendere ragioni?
Vittorio Pavoncello
Condeglianza
Ai genitori, ai famigliari,al popolo palestinese ed italiano,agli amici a tutti gli uomini liberi,
La gente di Gaza esprime dolore e rabbia, tristezza ed amarezza per il brutto atto di barbarie che condannano con fermezza. Dove un atto isolato e singolare non respecchia mai la cultura e la riligione dell”Islam.
PACE sia con tua anima Carissimo VITTORIO dove hai vinto la tua causa quando sei caduto MARTIRE come Rachel Curi come Arafat come Aldo Moro e come altri combattenti palestinese sono stati assassinati in Italia, e come il rigista l”artista.
Giuliano Khamis
VITTORIO vivra” nei cuori della gente di Gaza dove gli hanno amato per il suo CORAGGIO, siamo come la nostra madre sigora Arrigoni SIAMO ORGOGLIOSI di te
PErché nessuno ne parla??
Gaza – InfoPal, 16 aprile. Il gruppo salafita “At-Tawhid wa al-Jihad Beit al-Muqaddis” ha negato ogni coinvolgimento nel sequestro e nell’assassinio di Vittorio Arrigoni, attivista per la pace a Gaza.
La smentita è stata consegnata per iscritto a varie agenzie di stampa a partire da ieri e continuano oggi, con un’intervista a uno dei leader rilasciata questa mattina all’emittente televisiva “al-Jazeera”.
La smentita della rivendicazione dell’omicidio di Vittorio fatta dal capo di “at-Tawhid” la si riscontra pure nei comunicati delle varie frange che ne fanno parte.
‘Cellule fuori controllo’? Oggi pomeriggio l’Ansa riportava la notizia della confessione dei due arrestati: “Fonti di uno dei gruppi ultraintegralisti salafiti della Striscia di Gaza hanno ammesso oggi, parlando con l’ANSA, la responsabilità di una loro cellula ‘fuori controllo’ nel rapimento e nella feroce uccisione dell’attivista italiano Vittorio Arrigoni, consumatisi giovedì nell’enclave palestinese”.
Tuttavia, né le agenzie palestinesi né il sito del ministero dell’Interno del governo di Gaza riferiscono tale notizia.
Linea dura. Contro questi gruppi, negli ultimi anni, le forze di sicurezza di Hamas hanno adottato la linea dura.
Sebbene le principali aggregazioni a Gaza siano cinque, le loro azioni spesso hanno un impatto sproporzionato sul territorio assediato.
Tra i motivi di attrito vi potrebbero essere anche alcune scelte politiche e di resistenza di Hamas nel confronto con l’occupazione israeliana, ad esempio, l’accettazione della tregua.
Già nel 2007, quando il gruppo rivendicò il rapimento del giornalista della BBC, Alan Johnston, Hamas decise di interrompere ogni relazione con i salafiti di Gaza, e, quando nel 2009 “Jund Ansar Allah” si spinse oltre fino a proclamare Gaza un “emirato”, un raid della sicurezza di Hamas provocò scontri dove in 24 persero la vita.
Formazione sconosciuta. Ma il gruppo emerso nella rivendicazione del video in cui si attestava il sequestro di Vittorio, porta il nome di “Brigate di Bin Muslima, valoroso compagno del profeta Muhammed”. Prima del rapimento di Vittorio, questo gruppo era del tutto sconosciuto a Gaza.
Con il trascorrere del tempo, alla smentita di qualunque coinvolgimento o complicità rilasciata dal più noto “at-Tawhid”, oggi fanno seguito anche quelle di altre sue frange, che si auto-definiscono “sette”. Tutti “dichiarano la propria estraneità con il delitto di Vittorio”.
“E’ comprensibile comunque che il gesto sia un prodotto naturale della politica di repressione di Hamas nei nostri confronti”, aveva osservato “at-Tawhid”.
Altre condanne. In un’intervista rilasciata all’agenzia “Paltoday”, il leader di “Jesh al-Ummah”, Abu ‘Abdallah al-Ghazzi: “Noi condanniamo atti di questa natura. Sono contro l’Islam e contro il retaggio religioso palestinese. Si tratta di una mossa volta a gettare discredito sulle realtà salafite. Nella mendace rivendicazione però, individuiamo anche l’obiettivo di indebolire la solidarietà internazionale alla vigilia della Freedom Flotilla 2. Non escludiamo una macchinazione dall’esterno, da Israele. Nonostante questo, noi difendiamo la nostra sicurezza e i nostri valori, e continueremo a chiedere (al governo di Hamas) il rilascio dei nostri prigionieri. Noi sosteniamo il dialogo”.
Anche il leader salafita Iyad ash-Shami aveva giurato che “l’Islam proibisce reati come quello che ha strappato la vita a Vittorio”.
Il gruppo o setta dei “Mujahidin” si accoda alle smentite e rassicura “qualunque rivendicazione o comunicazione ufficiale che riguardi il nostro gruppo può essere letta sui network “Shmoukh al-Islam, Tahaddi al-Islamiyah e Ansar al-Mujahidiyyn.
Ieri intanto, nella Striscia di Gaza, si è svolta una Conferenza dell’Associazione caritatevole islamica “Ibn Baz”, alla presenza di numerosi salafiti. Qui, lo Shaykh ‘Omar al-Hams “ha deplorato l’uccisione di Vittorio Arrigoni e ha chiesto alla stampa di astenersi da accanimenti gratuiti e razzisti contro i salafiti”.
http://www.ilmanifesto.it/archivi/vittorio-arrigoni/ricordi/
Grazie, di cuore
ammiro molto con sofferenza il sacrificio di Vittorio, sperando che un giorno la sua morte sia ricordata per la libertà del popolo palestinse
Saluti e grazie
Silvano Merighi
“A Gaza solo i morti hanno visto la fine della guerra. Per i vivi non c’è tregua che tenga alla battaglia quotidiana per la sopravvivenza.” Vittorio, noi ti ricorderemo con queste tue parole e andremo avanti, verso la giustizia, accompagnati dalla tua esortazione, restiamo umani!
Vorremmo sapere da chi è stata armata la mano dei fanatici integralisti che t’hanno prima rapito e poi ucciso. Ma nessuno, se non la realtà che tu descrivevi, ci fornirà le prove dei mandanti. Noi lo sappiamo quanto dava fastidio la tua voce senza moneta o ricatto che potesse zittirla! Sappiamo quanto l’assedio criminale e i bombardamenti quasi quotidiani che Israele somministra a Gaza, uscivano dal silenzio grazie alla tua voce, per ciò tanto fastidiosa all’orecchio dell’assediante e dei governi suoi amici e complici.
Il dolore non ci renderà immobili, né muti. Leggeremo ovunque le tue parole, ricorderemo ovunque il tuo esempio e le tue testimonianze. Se Israele pensa di essersi liberato di te per mano di folli integralisti, e se il governo italiano, amico dichiarato e sostenitore dello stato dell’apartheid pensa altrettanto, presto sarà chiaro anche a loro che la tua vita stroncata fisicamente ora si è espansa in migliaia e migliaia di noi e verrà decuplicata e centuplicata nel nostro agire.
“I crimini di cui si sta macchiando Israele in queste ore vanno oltre l’immaginabile………….Qualcuno deve fermare questa carneficina…” Così scrivevi mentre le bombe al fosforo martoriavano i corpi dei gazaui, ma poi aggiungevi “Le manifestazioni in tutto il mondo dimostrano che esistono persone in cui credere, ma non sono ancora in grado di esercitare la pressione necessaria sui governi occidentali perché fermino i crimini di Israele.”
Vittorio, le tue parole echeggeranno ovunque, e il tuo viso diverrà familiare anche a chi ignorava la tua esistenza. Il tuo obiettivo è il nostro e cammineremo verso la fine dell’assedio e dell’occupazione sionista sapendoti accanto, come un amico che non aveva paura della morte e che la morte non potrà più offendere.
Patrizia Cecconi
Il complottismo a tutti i costi spesso porta fuori strada nell’analisi di vicende oscure e ambigue, come è quella di Vittorio Arrigoni. Ma non può essere considerata seria e credibile l’analisi di un evento che non tenga razionalmente conto della ‘fabbrica del falso’ all’opera costantemente per renderne più difficile la lettura. Soprattutto se ha a che fare con un teatro – quello palestinese e medio orientale più in generale – dove in azione non ci sono solo attori riconoscibili e facilmente individuabili, ma anche gruppi, sigle e attori che rendono il quadro più torbido e spesso sono l’espressione di interessi e apparati che agiscono per conto terzi. A volte senza neanche esserne al corrente…
Con il passare del tempo gli elementi di ambiguità, le domande e i sospetti su quanto avvenuto a Gaza nel giro delle ultime 24 ore si fanno sempre più pressanti e numerose. E tornano alla mente vicende altrettanto oscure e torbide, come quelle che hanno avuto come protagonisti Enzo Baldoni o Giuliana Sgrena.
Leggete che schifo la dichiarazione di Fiano del Pd… ribadisce che la colpa è dei palestinesi che come cani si ammazzano tra loro!
(ANSA) – ROMA, 15 APR – ‘Orrore e cordoglio per il brutale omicidio di
Vittorio Arrigoni. Colpisce la violenza che si e’ scatenata tra due
organizzazioni palestinesi. Non essendo ancora chiara ne’ la dinamica della
morte ne’ il quadro di scontro interno a Gaza nel quale si inserisce, rimane
l’immagine devastante, rimbalzata su tutti i media, di un uomo inerme
sanguinante al volto, maltrattato e poi ucciso senza alcuna pieta’ umana’.
Lo dice Emanuele Fiano, responsabile Sicurezza del Pd.
‘Alla famiglia, agli amici, a tutti coloro che lo hanno conosciuto va il
nostro cordoglio – aggiunge Fiano – e la nostra vicinanza di democratici e
la promessa che sempre lavoreremo perche’ i conflitti tra gli esseri umani
si risolvano senza che venga versato sangue’. (ANSA).
Considerazioni inattuali n. 26
Lucio Manisco: 15 aprile, ore 12:00
VITTORIO ARRIGONI: L’ELIMINAZIONE “ESEMPLARE” DI UN TESTIMONE.
Giustificato nutrire non poche riserve sulle presunte motivazioni e sulle circostanze di un’esecuzione che tutto è stata fuorché un rapimento mirato ad ottenere la liberazione di “esponenti salafiti”. Vittorio Arrigoni non era un dirigente o un militante di Hamas, ma il testimone obiettivo e eloquente delle repressioni e degli eccidi israeliani nella Striscia di Gaza prima, durante e dopo l’operazione Piombo Fuso.
Prima facie, in attesa dell’esito degli interrogatori degli assassini e delle indagini, non è azzardato ipotizzare che si sia trattato dell’eliminazione esemplare e pilotata tramite terzi – balordi o estremisti fanatici – di un testimone unico e indipendente nell’imminenza di altre iniziative a favore del popolo palestinese, quali la partenza a maggio di una seconda flottiglia internazionale della pace diretta a Gaza.
Fuori dal contesto di questa barbarica esecuzione, e anche se irrilevante come ogni altra iniziativa della politica estera italiana, va ricordato che il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è stato il solo capo di Governo Europeo ad accogliere la richiesta israeliana di ostacolare la nostra partecipazione alla flottiglia della pace e ad impegnarsi a bloccare la partenza della nave “Stefano Chiarini” con il suo carico di aiuti umanitari destinati al popolo martoriato della striscia di Gaza.
Se fossimo un popolo più civile ci saremmo già trovati in piazza ma credo che oggi sia solo demagogia pensare a ciò io comunque sono un demagogo ALdo onore alla Vittima Arrigoni, e fate pervenire alla sua famiglia la mia vicinanza
caro Aldo,
invece per fortuna a quanto ne so ci si sta mobilitando e si stanno facendo sit in un po’ ovunque: a Roma, Milano, Napoli, Pistoia, Treviso… ovunque!
Il popolo della pace deve tornare in piazza e lo sta facendo!
Samu
La madre di Vittorio è la Signora Egidia Beretta Arrigoni, Sindaco di Bedelago (Lecco).
Credo sia importante in questo momento farle sentire tutta la nostra vicinanza, solidarietà e gratitudine.
La sua mail è la seguente: [email protected]
FACCIAMO SENTIRE LA NOSTRA VICINANZA
“La prima è studiare, informarci, riflettere a fondo e indagare per capire la verità e conoscere i nomi di chi ti ha ucciso, di chi ha armato i tuoi assassini e dell’ideologia e degli interessi in nome dei quali lo hanno fatto”…
Esattamente. E’ proprio l’ignoranza, quella che cercano di imporci con la loro rete di coercizioni mediatico-economiche, che dobbiamo combattere. Capire, leggere, scambiarci opinioni. E’ l’unico modo per sapere e non rimanere soli.
Ciao Vittorio, e grazie
Margherita
Vittorio è stato ucciso per dare un segnale: “State alla larga da Gaza e dalla Palestina”
Le cause e la dinamica del sequestro e dell’uccisione di Vittorio Arrigoni, attivista e corrispondente del movimento internazionale di solidarietà con la Palestina da Gaza, sono in corso di ricostruzione. Alcune informazioni e alcune valutazioni possono però essere indicate sin da ora.
Vittorio era in procinto di rientrare in Italia per poter collaborare alla missione della Freedom Flotilla che a maggio intende rompere l’assedio della popolazione palestinese di Gaza, un assedio che Vittorio ha sistematicamente denunciato e documentato da anni.
Vittorio è stato trovato già morto quando la polizia palestinese, aiutata dalla popolazione, era riuscita a trovare il posto dove era tenuto sequestrato. L’ultimatum di 30 ore dunque era solo pretestuoso. I sequestratori sono giovanissimi, di cui almeno uno è cittadino giordano e non palestinese.
Il gruppo che ha sequestrato e ucciso Vittorio appartiene alla galassia dei gruppi islamici salafiti, molto diversi dalla corrente dell’islam politico a cui fa riferimento il movimento Hamas che governa la Striscia di Gaza. Questi gruppi sono molto più attivi contro le altre correnti islamiche e i regimi arabi – accusati di apostasia – che contro l’occupazione israeliana della Palestina o la presenza militare USA in Medio Oriente.
Alcuni di questi gruppi islamici appartengono al network dell’islam politico che fa riferimento, viene finanziato e armato dall’Arabia Saudita. Alcuni di questi gruppi hanno già provocato scontri e serissimi problemi nei campi profughi palestinesi in Libano.
In queste settimane in cui le alleanze in Medio Oriente vengono bruscamente rimescolate dalle rivolte popolari e dalle tensioni in tutta la regione, la monarchia saudita ha stretto una alleanza con Israele all’insegna del comune nemico rappresentato dall’Iran e dalla sua influenza nella regione del Golfo e in Medio Oriente. Questa alleanza è stata rinsaldata in un recente vertice a Mosca nel quale erano presenti sia Netanyahu che i dirigenti dei servizi di sicurezza sauditi.
In queste settimane le autorità israeliane hanno avviato una campagna di intimidazione contro gli attivisti e le campagne internazionali di solidarietà con la Palestina, in particolare contro la Freedom Flotilla che partirà a maggio diretta a Gaza e la campagna di Boicottaggio, disinvestimento e sanzioni verso Israele. Le autorità israeliane hanno chiesto ai governi dei paesi da cui partiranno le navi o in cui sono attive le campagne di boicottaggio di intervenire contro gli attivisti. Il premier italiano Berlusconi ha già raccolto la richiesta del governo di Israele. I servizi di sicurezza israeliani si sono attivati per utilizzare ogni mezzo necessario per tenere gli attivisti internazionali alla larga da Gaza e dalla Palestina.
Non abbiamo tutte le prove, ma riteniamo che il sequestro e l’uccisione di Vittorio possa rientrare in un lavoro sporco realizzato dai gruppi islamici legati al network dell’Arabia Saudita oggi alleata di Israele. Il messaggio agli attivisti internazionali è chiaro e inquietante: “State lontani da Gaza, state lontani dalla Palestina”, “Nessuna internazionalizzazione sulla questione palestinese verrà tollerata dal le autorità di Tel Aviv e dai suoi alleati”.
Vogliamo mandare un messaggio chiaro e forte a tutti coloro che in Israele o nel mondo arabo, in Europa o negli Stati Uniti intendono stringere il cappio dell’isolamento e della liquidazione intorno al diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese: non ci fermerete fino a quando in Palestina non ci sarà il pieno riconoscimento dei diritti dei palestinesi. Lo dobbiamo a questo popolo che lotta per la sua libertà da sessanta anni e adesso lo dobbiamo anche a Vittorio.
Il Forum Palestina
http://www.forumpalestina.org
tel.3335601759 – 3381521278
Consiglio di vedere qui:
Il blog di Vittorio Arrigoni:
http://guerrillaradio.iobloggo.com/
Sullo strano rapimento e l’ “omicidio mirato” di Vittorio Arrigoni si vedano anche i link:
http://www.emigrazione-notizie.org/
http://www.infopal.it/leggi.php?id=18080
http://www.gennarocarotenuto.it/5396-uccidete-vittorio-arrigoni/
http://www.indika.it/?p=481
http://italy2.copyleft.no/node/12443
http://www.radiocittaperta.it/index.php?option=com_content&task=view&id=193&Itemid=9
A proposito della “Freedom Flottilla II” e delle intimidazioni cui l’iniziativa è sottoposta si veda invece:
http://www.freedomflotilla.it/
http://www.forumpalestina.org/news/2010/Ottobre10/11-10-10FreedomFlotilla2DocumentiSitoInformazion.htm
VERSO LA MANIFESTAZIONE DEL 14 MAGGIO. Con la Freedom Flotilla per la fine dell’assedio di Gaza
http://www.forumpalestina.org/news/2011/Aprile11/07-04-11Verso7Maggio.htm
Le minacce di Berlusconi
http://guerrillaradio.iobloggo.com/2099/silvio-berlusconi-fermeremo-la-freedom-flotilla
http://www.forumpalestina.org/news/2011/Aprile11/13-04-11GravissimeDichiarazioni.htm
COMUNICATO STAMPA
ORRORE E SDEGNO PER L’UCCISIONE DI VITTORIO ARRIGONI
L’Unione Sindacale di Base esprime orrore e sdegno per l’uccisione di Vittorio Arrigoni, attivista che ha dedicato il suo impegno alla causa del popolo palestinese e che con lucidità ed indipendenza ha raccontato la durissima realtà di Gaza.
Vogliamo ricordare Vittorio Arrigoni con le sue stesse parole, tratte dal blog http://guerrillaradio.iobloggo.com/ su cui ha continuato a scrivere fino al momento di esser rapito:
“Guerriglia alla prigionia dell’Informazione. Contro la corruzione dell’industria mediatica, il bigottismo dei ceti medi, l’imperdonabile assopimento della coscienza civile. La brama di Verità prima di ogni anelito, l’abrasiva denuncia, verso la dissoluzione di ogni soluzione precostituita, L’infanticidio di ogni certezza indotta. La polvere nera della coercizione entro le narici di una crisi di rigetto. L’abbuffata di un pasto nudo, crudo amaro quanto basta per non poter esser digerito”.
USB invita tutti a partecipare alla manifestazione “Con Vittorio e la Palestina nel cuore”, indetta per oggi a Roma, ore 16.00, Colosseo.
Roma, 15 aprile 2011
Ufficio Stampa USB
Rossella Lamina
Tel. 0659640004 – Fax 0654070448
Cell. 3474212769
web: http://ufficiostampa.usb.it/
e-mail: [email protected]
Vittorio Arrigoni è stato ucciso. La sua morte è stata una vera e propria esecuzione. Il filmato diffuso su You Tube, nel quale si minacciava di ucciderlo se non fossero stati rilasciati i detenuti salafiti, evidentemente era solo una messa in scena. Una messa in scena che richiama più ai servizi segreti che al fantomatico gruppo islamico salafita. Vittorio era da tempo sulla lista nera di Israele, fin da quando nel 2008 aveva scelto di andare a Gaza per descrivere la tragedia di un popolo costretto a vivere da prigioniero nel proprio paese grazie alla politica criminale israeliana. Proprio il giorno prima del suo vile omicidio aveva scritto della morte di quattro palestinesi per il crollo di un tunnel che stavano scavando per riuscire a sopravvivere al criminale blocco imposto dagli israeliani
Il gruppo salafita ha prontamente smentito la responsabilità nell’uccisione di Vittorio Arrigoni.
Vittorio è morto per la causa palestinese e noi non lo dimenticheremo. Mai.